Memorabilia #35

Non vado pazzo per il folk, a meno che non sia particolarmente inquietante o strano.
Però c'è stato un disco che mi ha fatto molta compagnia per un po' di tempo ed è Cripple Crow di Devendra Banhart. Anche se mi provocava degli strani effetti...


Post pubblicato l'8 febbraio 2006, alle ore 12:58

Devendra Banhart
Cripple Crow
Il sabato mattina è tempo di pulizie. Mi piace l’odore del Mastro Lindo sui pavimenti al mattino.
E’ un rito settimanale che va accompagnato ogni volta da un disco diverso. Questa settimana il destino o chi per esso, ha voluto che mi capitasse tra le mani Cripple Crow di Devendra Banhart. E così mi sono messo a spolverare e passare il mocio Vileda immerso in un atmosfera Visnù profumata di Cif. Ad un certo punto, mentre stavo lucidando un raro manufatto indiano made in China, dipinto a mano da uno dei miliardi di operai sottopagati, mi sono bloccato. Ero spaventato, terrorizzato. Davanti a me la benefica e al tempo stesso terrifica Dea Kalì mi scrutava con occhi severi. Una voce di fuoco divampò nella mia testa. Basta con gli Eels! Getta nel fuoco i Kaiser Chiefs e rinnega i Franz Ferdinand. Lascia che il dolce suono del sitar illumini la giusta via.
E così ho disegnato con l’indelebile un pallino rosso in mezzo agli occhi. Mi sono fatto imprestare la tonaca da un amico membro pentito della sezione italiana del KKK e dopo aver tolto il cappuccio e cancellato dal petto il simbolo della padania con il bianchetto, ho indossato un paio di sandali e sono uscito: che il mondo apra i suoi Chakra! Il verbo di Devendra deve contagiare l’umanità, pace e amore, amore e pace. E anche qualche cannetta!
Sono rientrato dopo qualche ora, il freddo aveva congelato il sacro fuoco e i miei piedi.
Un consiglio: mai respirare il Viakal mentre ascoltate Cripple Crow

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