Johnny Depp e i Sea Shanties

Sapete meglio di me che Johnny Depp, oltre ad essere un ottimo attore, è anche musicista. Ha collaborato con artisti del calibro di Oasis, Tom Petty, Lemonheads e Marilyn Manson e non è difficile vederlo salire su qualche palco a strimpellare la chitarra ospite di qualche peso massimo del rock. Ha suonato anche in un "suo" gruppo, chiamato semplicemente P in cui hanno militato anche Gibby Haynes, dei Butthole Surfers, Flea, bassista dei Red Hot Chili Peppers e Steve Jones, chitarrista dei Sex Pistols. Un solo omonimo album all’attivo, uscito nel 1995.
Quando uscì il primo capitolo della fortunata serie dedicata ai Pirati dei Caraibi, la passione per la musica ha portato il nostro a creare e curare una raccolta di canzoni legate al mare, i cosiddetti Sea Chanty che i marinai cantavano durante il duro lavoro sulle navi.
Rogue's Gallery: Pirate Ballads, Sea Songs, and Chanteys uscì nell’estate del 2006. Sono due dischi, facilmente reperibili e vi consiglio di farlo anche perché trovate gente come
Nick Cave, Virgin Prunes, Sting, Rufus Wainwright, Brian Ferry, Antony, Jarvis Cocker e Lou Reed.
Scusate se è poco.
Nulla a che fare con il rock poiché Rogue's Gallery è una raccolta di canzoni folk della tradizione marinara anglosassone ri-arrangiate per l'occasione ma senza tradirne lo spirito originale.
A febbraio di quest’anno è uscito il secondo volume Son of Rogue's Gallery: Pirate Ballads, Sea Songs and Chanteys, sempre curate da Johnny Depp insieme al regista Gore Verbinski e al produttore Hal Willner. La combriccola marinara questa volta è composta, tra gli altri, da Broken Social Scene, Tom Waits, Keith Richards, Courtney Love, Michael Stipe, il recidivo Nick Cave, Iggy Pop e Michael Gira.
Quello che segue è un piccolissimo assaggio.


Commenti

  1. Interessante il tutto , e mi fa enormemente piacere che qualcuno abbia ricordato quel grandioso album doppio di " Son Of Rogues Gallery"
    Una vera chicca.....

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  2. Trovo che sia un disco strepitoso che coglie lo spirito dei canti marinareschi con delle interpretazioni azzeccate e mai sopra le righe. Oserei dire che si tratta di un' opera quasi "filologica" dettata dall'amore per la musica e non da una mera speculazione commerciale..

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