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Kara Lafayette: La Cantina.

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Venerdì 15 dicembre. Betty, Debora, Astrid e Susanna sono costrette a fermarsi oltre l’orario di servizio per organizzare la festa di Natale nella scuola dell’infanzia “Il boschetto fortunato”. Una scocciatura per tutte e quattro le maestre, non proprio in buoni rapporti, che può trasformarsi in un delirante incubo.Una novelette che mescola sovrannaturale e splatter, una strenna natalizia che ci riporta nell’insolito Alto Adige di Kara Lafayette: un luogo speciale, vibrante, il miglior posto in cui vivere. E morire. Approfitto della lettura di questo racconto, che consiglio caldamente, per una breve riflessione sullo stato delle cose relativo alle pubblicazioni horror nel nostro Paese. Perché a lettura terminata, la prima cosa che mi è venuta in mente è stata: ma possibile che autori così validi debbano fare una vita da carbonari, relegati nel sottosuolo (lo so, underground è più fico), annaspando per avere un po' di visibilità? Anzi, no. Visibilità è una parola brutta. E' me

L'Ennesima Apologia del Libro Cartaceo.

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Sottotitolo: ma anche basta! Ho letto un paio di articoli riguardanti il libro e la lettura in generale che mi hanno lasciato un po' perplesso. E anche qualche dubbio. La faccio breve e dico subito che il tono generale era questo: il libro digitale è destinato a morire, quello di carta durerà in eterno. "Sempre sostanzialmente uguale nei secoli, non è migliorabile e non è sostituibile. Quindi eterno. Dureranno nel tempo il cucchiaio e il martello, e durerà, tranquilli, anche il libro cartaceo." E su questo si può essere sostanzialmente d'accordo, anche se come teoria mi sembra un po' tirata per i capelli. Ma c'è una cosa che non mi piace: qui si afferma, non troppo velatamente, che il cartaceo e nettamente superiore al digitale. Secondo questi signori l'oggetto libro è paragonabile a qualsiasi oggetto di uso comune e quindi insostituibile. Non sarebbe nemmeno migliorabile. Addirittura! Siamo sicuri? Tavoletta, codex, papiro, pergamena e carta n

Giorgio Borroni: Satyros.

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I ricordi, che erano un veleno in circolo nelle sue vene, gli gonfiarono il cuore fino a farglielo scoppiare. In quel preciso istante la campana della chiesa suonò a morto. Bastiano sentì il sangue gelarglisi a poco a poco, rintocco dopo rintocco ebbe persino l’impressione che rallentasse il flusso, coagulandosi nelle vene. Una voce nella sua testa gli urlò di andare via da lì, di infilarsi nel bar e ordinare qualsiasi cosa pur di evitare quei due, ma quando si mosse gli parve di essere stato preso a bastonate alle gambe. Dopo la novelette Zombie Mutation che mi ha fatto scoprire il talento di Giorgio Borroni come narratore horror, ho pensato di rimediare anche questo suo lungo racconto dall'evocativo titolo di Satyros . Lascio perdere qualsiasi tipo d'indugio e dico subito che si è trattata di un'altra scelta azzeccata. Le impressioni avute da Zombie Mutation, non solo sono state confermate, ma addirittura rafforzate. Burroni dimostra di essere un autore di razza e c

Che Cosa Leggere Aspettando il Grande Cocomero.

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Un post fiume che raccoglie le segnalazioni dei libri che hanno stuzzicato, in qualche modo, la mia curiosità. Non è detto che li acquisti e/o li legga tutti ma non si può mai dire: magari un giorno potrò dedicarmi esclusivamente alla lettura. Un vitalizio inaspettato, una vincita al Superenalotto (mai giocato), l'eredità del ricco zio d'America (che non ho), nella vita non si può mai sapere. Le segnalazioni sono in ordine rigorosamente sparso e si tratta esclusivamente di letteratura di genere. Considerando inoltre che siamo vicini a Ognissanti, spero che questo compendio vi sia utile a trovare il brivido adatto. Buona lettura! ------------------------------------------------------------------------------------------- Titolo: Cerimonie Nere Autore: AA.VV. Collana : Urania Horror Genere: Horror Casa editrice: Mondadori. Anno di pubblicazione: 2017 Ebook e Cartaceo Pagine:748 Tre testi ordinati cronologicamente, in modo da costituire un’ideale galleria

Il Mistero della Pagina 177 e delle Sue 31 Sorelle.

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Insieme ai liquidi, il caldo fa evaporare anche i pensieri. La sublimazione è improvvisa, il pensiero nasce, si plasma fino a prendere una forma di senso compiuto e poi, proprio quando si sta per consolidare, improvvisamente svanisce. Dicono che l’estate e il caldo siano belli. Forse lo sono ma a me non piacciono. O forse dovrei dire che l’estate un tempo mi piaceva, indovinate quando, e ora non più. Sopportavo il calore meglio di adesso. Lo so, sto invecchiando, ma oltre al fattore anagrafico sembra che anche il caldo sia diverso da quello di un tempo, è più umido e il sole sembra più aggressivo. Bene, concludo questo prologo con un bel: non c’è più la mezza stagione farcito con un si stava meglio quando si stava peggio . Trattasi di una mera, banale e spudorata scusa per giustificare la latitanza sul blog. Va bene essere slow ma postare una volta a stagione forse è un po’ esagerato e sicuramente non bello. A mia discolpa, oltre all'atavica pigrizia, concorre la calura che imp