Memorabilia #26

Questo era uno dei miei post preferiti e rileggendolo a distanza di una decina d'anni (!) la mia opinione rimane immutata. Come rimane immutato il giudizio sull'album d'esordio dei Dresden Dolls: indecifrabile e affascinante.

Post pubblicato il 16 novembre 2005, alle ore 13:33

The Dresden Dolls
The Dresden Dolls
Sono il burattino, infila la mano dentro di me e dammi le movenze delle tue dita. Sono la marionetta, agita i fili per darmi l’alito di vita. Sono il giullare che allieta la corte, il pagliaccio dal sorriso triste che diverte i bambini. Ballo sulle corde del pianoforte e salto al ritmo frenetico della batteria. Canto canzoni che sono novelle a volte tristi, a volte allegre. Canto per chiunque mi voglia ascoltare e anche per chi non lo vuole. Sono il lunatico dallo sguardo torvo che agita pensieri surreali e li sputa su parole senza forma. Sono la pantomima dadaista che prosciuga i colori dell’arcobaleno riducendolo a sfumature di grigio. Sono il plausibile assurdo che tutto dice e tutto nega. Sono l’ ossimoro che striscia su note mute. Sono la bambola monca priva di un occhio che giace in una tetra soffitta scrutando le tenebre col suo ghigno beffardo e sussurro parole sconnesse nelle vostre orecchie. Sta a voi carpirne il significato. Sempre che esso esista.

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