Metallica: The $5.98 EP- Garage Days Re-Revisited.

The $5.98 EP- Garage Days Re-Revisited è uscito nell’agosto del 1987.
E’ stato uno dei primi dischi in vinile che ho  comprato.
Un mese dopo o forse due. A scatola chiusa.
Perché era dei Metallica. E un gruppo che ti aveva riempito di mazzate con Kill'em All, Ride The Lightning e Master of Puppets, si comprava a prescindere.
Anche se Cliff non c'era più e masticavi un po' amaro perché, con i soldi faticosamente messi da parte e contati al centesimo, non è che ci fossero poi tante canzoni da ascoltare. D'altronde era un Extended Play: poco più di un singolo. E non c'erano inediti ma solo cover di gruppi di cui non immaginavi l'esistenza.
Fino ad allora.
Forse per i Metallica è stato un mero divertissement, una sessione di rodaggio con Jason Newsted il nuovo bassista, un omaggio a chi li ha ispirati oppure molto più prosaicamente una mossa per evitare di perdere contatto con quel mercato che ora sembrava, sempre più a ragione, essere dalla loro parte.
Ma tutto questo poco importa perché a suo modo Garage Days è stato un disco importante.

In un epoca in cui Internet era ancora in embrione, quindi niente streaming, e al massimo ti ritrovavi ad ascoltare una cassetta di quinta mano, questo disco ha fatto conoscere a una moltitudine di ragazzi gruppi che avrebbero meritato un successo ben più grande di quello che avevano ottenuto.
Qualcuno poi ci è riuscito, forse anche grazie a questo album, ma per qualcun altro il treno era arrivato a destinazione e non sarebbe ripartito mai più.
Risiede proprio in questo la sua importanza o come si usa dire oggi: il suo valore aggiunto.
Perché se fino a quel giorno conoscevi i Misfits era solo perché avevi visto, sulle rare riviste specializzate che riuscivi a scroccare, una maglietta indossata da qualche musicista. Adesso invece sapevi che cosa suonavano. Ed era fottutamente forte!

Last Caress mi fece andare letteralmente fuori di testa. L'avrò ascoltata un milione di volte.
Roba da piallare i solchi del vinile.
The Wait m’inquietava e non poco, facendo crescere in me la voglia di addentrarmi in quei territori sonori oscuri e perché no, anche malvagi, che in futuro mi avrebbero regalato grandissime emozioni.
Quindi in cima alla lista di ciò che avrei dovuto assolutamente rimediare piazzai Killing Joke e Misfits. Ma a ruota seguivano tutti gli altri: Diamond Head, Holocaust e Budgie.
Nell'autunno del 1987, grazie ai Metallica, davanti a me si era aperto un mondo.
Perché comprando, con non poca fatica e sacrificio, Earth AD (no, Last Caress non c'era), mi avvicinai al Punk, all'Hardcore e soprattutto scoprii quel sottobosco horror che abita trasversalmente qualsiasi genere musicale.
Con il mai troppo osannato debutto dei Killing Joke approdai all'industrial e al gotico, con i Budgie e gli sfortunati Diamond Head (Am I Evil? è roba da inno nazionale) mi tuffai a bomba nell'Hard Rock mentre gli Holocaust rimasero non pervenuti per molti anni, date le difficoltà logistiche ed economiche nel reperire il loro materiale. Con pochi soldi in tasca si era costretti a fare sempre scelte dolorose.
Per un quindicenne degli anni ottanta, affamato di musica e desideroso di ascoltare tutto lo scibile umano, Garage Days era così meraviglioso da risultare quasi osceno.

Una cosa che oggi è impossibile.

Oggi Garage Days è un disco inutile e con lui tutti i suoi simili. Il fratello maggiore, Garage Inc. uscito nel 1998, si salva in corner nonostante manchi di quella freschezza ed ingenuità del suo predecessore, perché inanella una serie di classici da paura (andando a ripescare perfino i miei tanto amati Blue Öyster Cult) in un periodo in cui lo streaming non era ancora diventato un fenomeno virale.
Prima del suo avvento i dischi di cover avevano un loro perché.
Oggi non più.
Con i mezzi che abbiamo a disposizione possiamo ascoltare la discografia di qualsiasi artista e non c'è bisogno che sia io a dirvelo. Per questo è mio opinabile parere che i dischi di cover siano pressoché inutili.
La riedizione di Garage Days serve a nulla se non a rimpinguare le già gonfie tasche dei Metallica e a far la gioia dei fan, dei completisti feticisti e dei collezionisti. Vuoi mettere il vinile arancione?
Dubito che oggi un quindicenne (ma i quindicenni ascoltano ancora i Metallica?) grazie a questa riedizione scopra quanto erano grandi i Diamond Head.
Se avesse voluto, l'avrebbe già fatto.

Commenti

  1. Io li ho conosciuti tardi , all'epoca di "Load", da allora sono stati una continua riscoperta.

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    1. Proprio quando io li ho mollati. :-) Anche se non sono così intransigente e do loro atto di aver avuto coraggio a effettuare quel cambio di direzione, Load e Reload mi hanno lasciato abbastana freddino e un po' deluso. Questo non inficia assolutamente la loro grandezza. Trattasi di mera questione di gusti.

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