La Fine di 'sto C***o di Mondo.



You want me to lie not break your heart
I want you to fly not stop and start
We want us like everything else
Maybe we didn't understand
Not just a boy and a girl
Its just the end of the
end of the world

(The Cure - The End of the World)




Se The End of The Fucking World, TEOTFW per gli amici, fosse stato concepito in Italia, l'avrebbero intitolato così?
La Fine di 'sto Cazzo di Mondo.
Ve l'immaginate in vetrina, nella libreria della vostra città, a far bella mostra di sé agli ignari passanti durante le loro vasche in centro, nel fine settimana?

Non sarebbe stato un bel colpo d'occhio?
O meglio: un bel pugno nello stomaco?
Invece è stato pensato, scritto e disegnato in America.
Ha avuto un meritato successo e fortunatamente è stato tradotto nella nostra lingua.
Tranne il titolo.
Quello no. E' rimasto in inglese.
Così lo si può mostrare in vetrina, per non sconvolgere le anime belle, quelle che aborrono il parlar volgare.
Perché TEOTFW è un fottuto calcio nelle palle. E il bello è che non te ne accorgi subito. Dopo averlo letto, la prima impressione è: allora, tutto qui?
Poi ci ripensi.
Ci pensi ancora e ci ripensi di nuovo. Vai a rileggere qualche passaggio che non ti era ben chiaro e va a finire che lo ricominci.
Da capo.
E poi torni a pensarci su.
L'altra cosa bella è che nonostante la sensazione di disagio che ti si avvinghia come una sanguisuga, non sai se rabbrividire o ridere. Non sai se ti trovi davanti a un'opera ironica oppure disperata. Forse è disperatamente ironica o ironicamente disperata.
Rimani spiazzato.
E continui a pensarci.
Alla fine, dopo averlo letto tre o quattro volte, realizzi che TEOTFW è un vero fumetto Punk. Parola stra-abusata (come Rock, del resto) ma che in questo caso calza come un guanto.
Secondo quelli che tutto sanno, la cultura Punk nacque a seguito di quella musica rozza, rumorosa e diretta che si ribellava al quieto vivere imposto dall'establishment, enfatizzando toni, colori e atteggiamenti poco consoni alla borghesia. Scioccare i perbenisti era diventato lo sport nazionale
Ebbene, la graphic novel di Charles Forsman fa tutto questo. A partire dai disegni: minimali, senza orpelli e fronzoli, tant'è che qualcuno potrebbe dire che si tratti di un fumetto disegnato male.
Non lo è, ma se anche fosse?
A volte le parole non sono necessarie
I testi non sono da meno. Essenziali e diretti. Ma diretti in modo strano, così diretti che a volte nemmeno ti rendi conto di cosa le parole che hai appena letto, abbiano voluto dire. Avete mai preso un cazzotto a tradimento da un tizio molto veloce? Quei diretti sul naso che non hai nemmeno visto partire che ti stai già chiedendo che cosa cazzo ti abbia colpito?
Capito?

Lasciamo perdere le complicazioni sociologiche o escatologiche, penso che questa sia solo una storia, senza insegnamenti e spogliata da qualsiasi morale.
La storia di due ragazzi che non vedono, che forse non hanno, un futuro. Nemmeno nichilisti, perché essere tali, implicherebbe accettare l'esistenza degli ideali che si vuole negare. Per i due protagonisti sembra esserci assolutamente nulla.
Una semplice storia imprevedibile.
Senza redenzione, come ce ne sono molte in questo cazzo di mondo.

Il titolo, infine, è il giusto epiteto a un'opera che finalmente è punk, di fatto e non solo nelle intenzioni. Per questo motivo, a mio modestissimo parere, il fatto che il titolo sia rimasto in inglese, ne ha un po' tradito lo spirito. Come se le parole, solo perché espresse in un idioma diverso, non avessero lo stesso significato.
Una cosa discutibile, atta forse a proteggere le poche beghine che ancora non conoscono l'inglese.
Peccato, perché una bella scrollata farebbe loro molto bene.

Commenti

  1. Mi cogli impreparato ma mi hai incuriosito. Lo compro.
    P.s.
    Scrivi bene, te l'ho già detto?

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  2. Dai, da noi ci ha pensato Celentano con le sue milioni di caz_ate, in tv, #primaseratasuraiuno: altro che librerie del centro! XD
    Comunque, l'opera la conosco, anche per il telefilm. Disegni molto old-school, molto da fumetto underground vecchia scuola. Un tempo sarebbe stato in Linus!

    Moz-

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    1. Trovo che negli ultimi anni ci sia stato un "imbeghinimento" di ritorno. Ci si scandalizza e ci si indigna praticamente per tutto. Ma non per quello che passa in tv. Penso che oggi Celentano non avrebbe lo stesso impatto che ebbe all'epoca (io lo trovai patetico e noioso), non fosse per il personaggio, sarebbe di certo ignorato. Vivo in una cittadina di provincia dove l'indignazione è facile e pronta all'uso, un titolo simile non avrebbe vita lunga, già mi vedo le lettere indirizzate ai giornali locali! :-) Conosco gente che, quando uscì la pubblicità della Vigorsol con lo scoiattolo che scoreggiava, ha inviato fior di mail indignate all'associazione consumatori.

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  3. Uhm... a me me pare na bona idea ahahahahah
    Mi pare un'idea interessante questa Diego. Segno segno

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  4. Mi hai incuriosito! ;)
    Lo cercherò in fumetteria.

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  5. Coincidenza. Ho visto giusto ieri la copertina di sfuggita mentre passavo nel corridoio delle novità della biblioteca comunale. Magari domani mi soffermo a dargli un'occhiata.

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  6. @Patricia, @Nick e @Ivano: si tratta di un' opera abbastanza particolare che potrebbe non piacere a tutti ma che, secondo me, va letta. Se lo leggerete mi farebbe piacere conoscere le vostre impressioni.

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    1. L'ho letto e l'ho trovato abbastanza interessante. Lo stile vignettistico del disegno smorza senza dubbio l'impatto sul lettore, ma mi rendo bene conto che questo ad alcuni può apparire positivo.

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