Letture Belle del 2018: Emil Ferris - La Mia Cosa Preferita Sono I Mostri.

Kare Reyes ha dieci anni, vive a Uptown Chicago, con la made e il fratello Deeze. Ama l’arte, i giornalini horror e i vecchi film di mostri. Un giorno torna a casa da scuola e apprende che la vicina è morta. Suicidio, dicono, ma Karen non ci crede. Siamo nel 1968, nel pieno della contestazione, e questa storia la leggiamo dal diario scribacchiato, scarabocchiato e illustrato di Karen. I misteri sono fuori e dentro casa, perché più Karen cerca di capire cosa sia successo alla sua vicina, Anka, una sopravvissuta dell’Olocausto nazista, più comprende che c’è un terribile segreto del passato che tormenta suo fratello Deeze. Emil Ferris debutta con questo straordinario primo capitolo di due di un romanzo grafico-fiume che le è valso un successo internazionale e il plauso di luminari come Art Spiegelman, Chris Ware e Alison Bechdel. L’edizione BAO, fedelissima all’originale di Fantagraphics, è costata centinaia di ore di calligrafia, di adattamento e di impaginazione meticolosa. Un capolavoro annunciato, una nuova evoluzione del potenziale del linguaggio del Fumetto.

Ma nell'anno domini 2019 dobbiamo ancora star qui a menarcela e perdere tempo a tentare di legittimare i fumetti?
Perché, direte voi, ce n'è ancora bisogno? A quanto pare sì. Quante volte mi è capitato di dover rispondere all'ennesimo ma leggi ancora i fumetti?
Che poi non è la domanda in sé a farmi sbarellare, è quell'ancora che mi manda fuori dai fogli.
Perché uno ha tutto il diritto, anche se la domanda è stupida, di chiedere se leggi i fumetti. Un po' come quando vai dal barbiere e ti chiedono se ti sei tagliato i capelli.
Ma quel malizioso ancora, buttato lì non troppo a caso ma con malcelata ingenuità, insinua che i fumetti non siano roba da adulti e che tu ormai non dovresti più leggerli perché sei grande (vecchio).
Quindi se un adulto legge ancora i fumetti significa che non è cresciuto o che non vuole crescere.
E se anche fosse? Tempi addietro cercavo addirittura di argomentare, addirittura di difendermi. Poi ho smesso perché non vale la pena.
Il pregiudizio di fronte all'arte del fumetto è ancora troppo radicato nel nostro paese (come molti altri pregiudizi, del resto) anche se le cose sono migliorate un po' negli ultimi anni. Di strada da fare ce n'è ancora tanta, soprattutto nel far accettare il fumetto come letteratura. E in alcuni casi, come La Mia Cosa Preferita Sono i Mostri, si tratta di alta letteratura.

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