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Visualizzazione dei post da giugno, 2018

Greta Van Fleet: Portabandiera dei Nostri Tempi.

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Direttamente dai Settanta La prima volta che ho sentito una canzone dei Greta Van Fleet (GVF, per comodità) ho pensato che avessero tirato fuori da un polveroso cassetto, un inedito dei Led Zeppelin. Una bella canzone, con un classico riff di Jimmy Page e un Robert Plant in gran spolvero. Solo che non erano i Led Zeppelin ma un gruppo d'imberbi americani.  Impressionante, devo dire. La voce di Joshua Kiszka non assomiglia a quella di Plant: è identica!  E suo fratello Jacob, smanetta sulla chitarra quasi come Page. Non mi stupirei venisse fuori che siano loro cloni. E' una cosa abbastanza inquietante. Detto questo, pur non mettendo in discussione la loro bravura, perché sono bravi, molto bravi, i Greta Van Fleet non stanno facendo del bene al rock. Stavo per scrivere che ne sono la rovina, ma forse è esagerato. Diciamo che mentre il Rock è rantolante a terra, loro se ne stanno a guardare e non fanno niente per aiutarlo. Prima di loro c'erano le cover band. In origi

Cells at Work! (Lavori in Corpo).

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Un titolo che ultimamente mi ha incuriosito è Cells at Work! (Lavori in Corpo). Si tratta di un manga di Akane Shimizu , pubblicato in Giappone dal 2015 e che ora ha visto la luce anche in Italia. I più attempati ricorderanno sicuramente l'ormai mitica serie a cartoni animati francese dal titolo Siamo Fatti Così *. Era quella dedicata al funzionamento del corpo umano, in cui si narravano, a scopo didattico, le vicissitudini di batteri, anticorpi e cellule dall'aspetto antropomorfo. Ecco, Lavori In Corpo è la versione Manga e la Star Comics ha pubblicato da poco i primi due volumi. La storia è semplice: nel corpo umano ci sono miliardi di cellule che vivono più o meno tranquille e svolgono i propri compiti in maniera precisa e puntuale per mantenere in salute l'organismo. Però ci sono anche virus e batteri che possono essere dei semplici rompiscatole, come il raffreddore o possono essere qualcosa di più grave e non facile da sconfiggere. In entrambi i casi, sono

Breve Apologia dello Sportivo da Salotto.

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In questi giorni mi sto cimentando in una lettura abbastanza impegnativa, in termini di corposità, che sta assorbendo la quasi totalità delle mie risorse alquanto esigue. Considerando inoltre che sono iniziati i Mondiali di calcio, che seguo quando posso e a cui do la priorità, la lettura procede molto a rilento. Ebbene sì, mi piace lo sport. Non lo pratico quasi più ma lo seguo assiduamente. Dal calcio al curling, dal nuoto sincronizzato alle freccette e non sto scherzando. Trovo che ci sia qualcosa di profondamente epico nel gesto sportivo, nella competizione, nel superare i propri limiti e gli avversari che mi affascina da sempre. Forse anche perché io ne sono esente. Pur avendo praticato in gioventù qualche sport, anche con discreti risultati, sono perennemente in lotta con la mia atavica pigrizia che non mi permette di entrare appieno nell'ottica della competizione. Ho sempre gareggiato per divertirmi, e questo divertimento non aveva nulla a che spartire con il migliorare le

La Pagina Facebook di Silverfish Imperetrix.

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