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Visualizzazione dei post da settembre, 2014

The Boomtown Rats: I Don't Like Mondays.

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Alcune radio trasmettono I Don't Like Mondays il lunedì mattina. Lo fanno perché viene erroneamente associata alla tristezza e alla difficoltà nel riprendere le normali attività dopo il fine settimana. Il lunedì mattina è tragico, questo è innegabile ma la canzone scritta da Bob Geldof , pur essendo da manuale del pop, non parla dello stato d'animo di lavoratori e studenti che si recano a scuola o al lavoro, ma racconta un terribile fatto di cronaca nera. San Diego, California. E' il 29 gennaio del 1979, un lunedì. Brenda Spencer ha sedici anni e frequenta la scuola superiore. Sembra una ragazzina come tante altre o almeno lo è stata fino a quel momento. Quella mattina decide di fare qualcosa di speciale. Prende il suo fucile. Sì, perché Brenda ha un fucile, un calibro 22 semiautomatico: gliel'ha regalato suo padre. L'america è la terra delle opportunità e della libertà e, in un'iperbolica e distorta visione di questo diritto fondamentale, libertà sign

Chi Sente il Bisogno di un Nuovo Disco dei "Pink Floyd" Alzi la Mano.

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Non è la copertina del nuovo numero di Torre di Guardia E' sconfortante leggere certe notizie. E dallo sconforto nasce una domanda laconica: perché ? A novembre uscirà il nuovo album dei Pink Floyd . Dovrei fermarmi qui ed evitare di perdere tempo. Potrei uscire e andare a fare una passeggiata; fuori c'è un bel sole che asciugherebbe quest'afflizione umidiccia, magari ascoltando della musica che meriti il mio tempo, sempre che ce ne sia ancora in circolazione e poi parlarne qui, sul blog. Invece sto tappato in casa, davanti a una pagina bianca a buttar giù queste parole di cui nessuno, io per primo, sente il bisogno. Ma questo è il grande mistero del Blogger, cari miei! Ora, permettetemi di condividere con voi il mio triste stato d'animo. Ai Pink Floyd sono state perdonate molte cose: l'aver lasciato da solo quel genio di Syd Barret a perdersi negli allucinogeni e nella sua psiche, l'aver permesso a Roger Waters di prendere il controllo totale e incide

In Piedi o In Ginocchio, Signore e Signori gli U2!

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Gli U2 sono i migliori. Poche storie. Se la loro creatività artistica non è sopravvissuta agli anni novanta, quella imprenditoriale è viva e vegeta e continua a mietere successi. L’ultima genialata, lo dico senza ironia alcuna, è stata quella di regalare il nuovo disco, Songs Of Innocence , in concomitanza della presentazione del nuovo aggeggio di Cupertino a tutti i titolari di un account Itunes Store .  Una bella mattina, qualche milionata di persone sì è svegliata e non ha trovato l’invasore ma il nuovo disco degli U2. Tutto a spese della Apple. Siccome il nostro non è un mondo normale che cosa è successo: a) Orde d’incazzati: io non glielo avevo chiesto, come si sono permessi di mandarmi una cosa che non ho ordinato? b) Orgoglio globale di chi appartiene alla grande famiglia di affamati e folli che fa un simile dono ai suoi adep… ehm componenti. c)  Esaltazione del genio che ha ideato una simile joint venture lodando le sinergie generate che attualizzano il concetto di music publ

Il Primo Giorno Di Scuola.

Ieri è ricominciata la scuola. Ho curiosato in rete alla ricerca di canzoni che, in un modo o nell'altro, ne parlassero e ne ho trovate parecchie; c'è proprio l'imbarazzo della scelta. D'altronde la scuola, subito dopo la famiglia, è da sempre uno degli obiettivi presi di mira da quel sentimento di ribellione che si agita nell'animo degli adolescenti. Tra le tante, una canzone in particolare incarna alla perfezione ciò che provavo in quegli anni così difficili e tuttavia sorprendenti. Sentirsi uno sfigato e una nullità. Che meraviglia! School dei Nirvana rende perfettamente l'idea. Mi piace il riff, abrasivo e sgraziato ma mi piace soprattutto il testo. E' il bignami del perfetto sbarbatello in crisi. Cobain riesce in poche, semplici e mirate parole a esprimere perfettamente la frustrazione di un adolescente che non riesce a integrarsi, che fatica a riconoscere un'autorità imposta, o molto più semplicemente che della scuola ha le palle piene. Kurt è

Ipse Dixit Speciale I.

Come promesso ecco lo speciale di Ipse Dixit. A differenza della rubrica madre, nello speciale rigorosamente aperiodico, sarà inclusa una sola citazione. Una sola ma che lascia sicuramente il segno. Una citazione da stampare e da incorniciare per appenderla in salotto sopra il divano buono, quello che tenete tutto incellophanato, da ricamare sui bavaglioli dei vostri figli o da postare sulla vostra bacheca Facebook per darvi un tono e far vedere ai vostri amici che anche voi siete tipi culturali. Iniziamo con il grande ritorno di Gianluca Grignani che durante l'estate si è lasciato andare a un brainstorming illuminante. Sono orgoglioso di condividerlo con voi. “Ti insegnano ad essere politicamente corretto: é quello che si aspettano da te.... Ti insegnano ad essere uguale agli altri e pieno di paranoie che vanno dalla tua mail alla quale non puoi rinunciare (è più forte di te), al tuo cellulare che è come un feticcio. Devi sapere, devi essere nel giardino come un fiore che sa di

Interpol: El Pintor.

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Gli Interpol mi hanno regalato moltissime emozioni. E pensare che il fenomenale esordio del 2002, quel Turn On The Bright Lights che dovrebbe essere coccolato e adorato da qualsiasi amante della musica, al primo ascolto non mi era piaciuto. L'avevo addirittura bollato come una schifezza e lasciato a collezionare polvere. Siccome non sono uno che si fida della prima impressione, anche se molte volte risulta essere quella valida, gli diedi una seconda possibilità. Il secondo ascolto mi fece cambiare idea: non era poi così male, anzi era addirittura bello e mi chiesi come avessi potuto etichettare in maniera becera un disco così. Non lo consideravo ancora un grande disco; ho avuto bisogno di un paio di ascolti ulteriori per rimanere folgorato e capirne l'importanza. E' stato uno degli ultimi dischi a emozionarmi in maniera profonda. E quando mi capita di riascoltarlo, quelle emozioni sopite riaffiorano insieme a nuove sensazioni. Un disco un grado di fare questo è sempre u

Maratonine Letterarie.

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Dopo aver portato a termine la lettura di tutti i romanzi di Dean Koontz che avevo lasciato accumulare negli anni (signori, qui si parla di decenni di arretrati, roba comprata negli anni novanta e lasciata barricare bene bene), sono partito con la seconda di quelle che, in un exploit di creatività, ho chiamato Maratonine Letterarie, come i più smaliziati tra voi avranno già potuto capire dal titolo del post. Qualcuno si starà chiedendo di cosa diavolo io stia parlando: in soldoni si tratta di leggere più romanzi dello stesso autore uno di seguito all'altro senza pause, via uno dentro l'altro. Il minimo sindacale per essere definita Maratona è di tre romanzi e in questo caso prende il nome di Maratonina. Non esiste un limite massimo. Così, giusto per darmi un tono. A questo giro rimango in territori legati al thriller, con Steve Berry e i titoli che potete vedere nella foto a fianco. Il primo, Le Ceneri Di Alessandria è già stato fagocitato lo scorso fine settimana, insiem

Ipse Dixit XII

Il blog non è mai andato in vacanza ma la rubrica delle dichiarazioni nude e crude sì. Ora il tempo di crogiolarsi al sole (qualcuno c'è riuscito?) è finito ed è giunta l'ora di riaprire il sipario. Estate avara di raggi solari, ma non di parole che hanno meritato l'ingresso in questa rubrica. Ipse Dixit sembra riscuotere molti consensi che, lo devo confessare, sinceramente non aspettavo. Per festeggiare, nei prossimi giorni uscirà un post speciale che farà  sicuramente il botto.  Restate da queste parti. “E’ assurdo, dovrei essere morto e non so perchè non lo sono. La maggior parte della gente con cui andavo fuori di testa è morta. Son caduto dalle scale, sulle scale, sui balconi. Una volta sono saltato giù da una finestra di un hotel convinto che fosse al piano terra. Era al secondo piano e son finito su un cespuglio di rose. Non mi son fatto nemmeno un graffio. Non credevo di arrivare ai quaranta, figuriamoci ai sessanta. Non c’è motivo al mondo per il quale io debba

Recensire O Non Recensire? Questo è il problema!

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Tempo fa mi domandavo se avesse ancora senso recensire i dischi. Permettetemi di chiamarli ancora così, ormai veleggio verso l'età in cui in un discorso devo per forza aggiungere un ai miei tempi oppure un quando ero giovane e incomincio a fare fatica a staccarmi dalle vecchie abitudini anche linguistiche. Ogni mese compravo un discreto numero di riviste musicali che trattavano un po' tutti i generi, dal pop al metal più estremo. Essendo musicalmente onnivoro, era una piacevole fatica spulciare centinaia di pagine alla ricerca del disco che potesse solleticare il mio forte appetito. Con l'arrivo di Internet, iniziarono a fiorire i siti web specializzati in musica che costituivano una valida appendice utile ad approfondire ciò che si leggeva sulle riviste. I giornali musicali non hanno particolarmente accusato il colpo e hanno tenuto botta per molto tempo. Fino al web 2.0. Perché poi le cose sono radicalmente cambiate. Webzines, siti e blogs sono spuntati come funghi e