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Visualizzazione dei post da febbraio, 2010

Black Math Horseman: Wyllt

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Un altro colpaccio della Tee Pee Records che continua a lanciare sul mercato gruppi di notevole spessore senza sbagliare un colpo.   Ancestors , Naam , Quest For Fire .  Ne riparleremo. Intanto gli appassionati di definizioni potranno crogiolarsi nel cercare un’etichetta per lo stile dei losangelini Black Math Horseman , che al sottoscritto rimane alquanto indefinito e indefinibile. Si parla di psych-rock alchemico e ambient post-doom (ragazzi, se andiamo avanti di questo passo, saranno più lunghe le etichette delle recensioni). Chiamatelo come volete. Intanto questo esordio si presenta con una referenza mica da ridere: Scott Reeder alla produzione. Se la presenza al pannello di controllo dell’ex Kyuss vuol dire molto in termini di qualità altrettanto, non si può dire per quanto riguarda la direzione stilistica di Wyllt . Perché quest’ultima rimane anche dopo numerosi ascolti un’incognita. Un’opera prima dal fascino ambiguo e misterico. Ideale colonna sonora per un rituale alchem

Il Festival di Sanremo: ci ho provato.

Anche quest'anno ci ho provato. Ho resistito dieci minuti.  Dieci minuti di delirio in cui ho creduto che lo stacchetto tormentone fosse dei Sigur Rós .  Ho avuto paura. Giuro.  Per un attimo ho pensato che fossero bastati dieci minuti per lobotomizzarmi.  Ho spento tutto e sono andato a dormire. Ho dormito poco e male. Brutti sogni. C'era Jónsi che m'inseguiva brandendo minaccioso l'archetto con cui tortura la sua chitarra e non voleva usarlo per colpirmi… Per tutta la mattina il tarlo del dubbio mi ha rosicchiato i pensieri. Sto impazzendo o davvero lo stacchetto del Festival di Sanremo è un rifacimento/omaggio/plagio dei Sigur Rós? Appena ho avuto un po’ di tempo, ho fatto una ricerca in rete. Ho iniziato a ridere (come un matto?) mentre qualche collega mi lanciava un’occhiata interrogativa. Non sono pazzo, ora ne ho la certezza. Ne ho la certezza perché ho trovato questo . Che sollievo. Ma che spavento. Va bene, ho imparato la lezione. Il Festival, non c

Samuel Marolla: Malarazza

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E’ l’ombra ignota che sussurra alle nostre spalle. E’ l’ultimo vicolo infame della megalopoli corrotta. E’ la mannaia incrostata con la quale vengono perpetrati orribili delitti. E’ la cantilena ossessiva ripetuta senza fine da voci maledette. E’ il cane mutilato che sembra uscire da un incubo allucinatorio. E’ la congregazione di dementi pronti allo sterminio nell’attesa dell’Apocalisse. E’ il calderone ribollente dal quale tracima schiuma nera e infetta. E’ l’affabulatore cieco che conosce tutte le strade del mondo dei non-morti. E’ l’indifferenza letale di chi sa ma sceglie di guardare dall’altra parte. Tutto questo e molto, molto di più, è il popolo delle tenebre, la Malarazza.   Se qualcuno osa dire che la letteratura di genere in Italia langue, basta consigliargli di leggere questa raccolta di racconti. Non si parte benissimo (sono severo, lo so). Con il trittico iniziale ( La Carne , La Pista Ciclabile , Tequila e Peccati ) non sono sceso in strada strappandomi i capelli e ur

Danilo Arona: Bad Visions

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Piano Orizzontale. Luogo dove l’Oscura Energia tramuta la realtà immaginata in realtà vera, dove un demoniaco spaventapasseri prende vita, dove il mostruoso dee-jay Mix-Master Soul celebra un rave immondo e morale. E oltre il Piano Orizzontale, tra realtà e incubo, quale tetro legame intercorre fra il racconto “Giro di vite” e una micidiale droga chiamata Blue Siren? Con questa uscita Epix , la costola di Urania dedicata all'horror e al fantasy, si consolida come collana di rara qualità nel triste panorama editoriale dedicato alla letteratura di genere. Ad alzare ulteriormente il livello ci pensa un Danilo Arona in forma smagliante. Due solide storie di fantasmi costruite sulle fondamenta dell'ormai caratteristico tòpos "Aroniano", ovvero Melissa. (Per chi volesse approfondire e ne vale veramente la pena, consiglio le ormai mitiche Cronache di Bassavilla che il nostro scrisse qualche tempo fa su CarmillaOnLine ). Una presenza che si fa sentire nelle opere de

Paul Doherty: Gli Artigli Del Diavolo

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Inghilterra, 1517, Regno di Enrico VIII. Selkirk, medico di fiducia del defunto re di Scozia, muore avvelenato nella Torre di Londra. Vecchio, la mente offuscata dal peso di troppi segreti, Selkirk viveva sull'orlo della follia, segregato in una stanza costantemente sorvegliata. Nello stesso luogo si trova anche la regina Margherita, vedova del sovrano scozzese e sorella di Enrico VIII, con tutto il suo seguito. Giorno dopo giorno, nuove morti misteriose si succedono alla corte della regina in esilio. L'unica traccia è una rosa bianca e un inquietante indovinello cifrato...  Non amo particolarmente i thriller a meno che non siano ambientati in epoche storiche che non siano il presente. Non so spiegarne il motivo ma è così.  Per questo il mio commento a questo libro è quello di un profano.  Di uno che si accosta saltuariamente a questo genere e che, quindi, non può essere considerato un esperto. Di Doherty lessi a suo tempo Il Ladro Di Anime che mi sembrò un