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Visualizzazione dei post da agosto, 2015

Memorabilia #36

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Ho sempre cercato di non proporre le canoniche recensioni che mostrano il dipanarsi di un disco tramite un'anlisi minuziosa di ogni singola canzone. Il web è colmo di (ottimi) recensori e non mi sembrava il caso di aggiungerne un altro. Inoltre, con l'avvento della condivisione e dello streaming ho sempre pensato che le recensioni, un tempo utili se non fondamentali, avessero i giorni contati. Per questo motivo le mie (non) recensioni sono più che altro dei frammenti di narrativa che nascono dalle sensazioni e dalle emozioni che provo ascoltando musica. Si potrà non gradire, ma trovo che sia (per me) molto divertente e stimolante. E se lo è anche per voi, mi fa estremamente piacere! Post pubblicato mercoledì 10 maggio 2006, alle ore 13:53 Dresden Dolls Yes, Virginia... Sono il vostro giullare punk, vi ricordate di me? Sono la maschera irriverente, sorridente, malinconica, paurosa ed esilarante. Mi muovo al ritmo di tasti schiacciati sul pianoforte e di bacchette ch

Memorabilia #35

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Non vado pazzo per il folk, a meno che non sia particolarmente inquietante o strano. Però c'è stato un disco che mi ha fatto molta compagnia per un po' di tempo ed è Cripple Crow di Devendra Banhart. Anche se mi provocava degli strani effetti... Post pubblicato l'8 febbraio 2006, alle ore 12:58 Devendra Banhart Cripple Crow Il sabato mattina è tempo di pulizie. Mi piace l’odore del Mastro Lindo sui pavimenti al mattino. E’ un rito settimanale che va accompagnato ogni volta da un disco diverso. Questa settimana il destino o chi per esso, ha voluto che mi capitasse tra le mani Cripple Crow di Devendra Banhart . E così mi sono messo a spolverare e passare il mocio Vileda immerso in un atmosfera Visnù profumata di Cif. Ad un certo punto, mentre stavo lucidando un raro manufatto indiano made in China, dipinto a mano da uno dei miliardi di operai sottopagati, mi sono bloccato. Ero spaventato, terrorizzato. Davanti a me la benefica e al tempo stesso terrifi

Memorabilia #34

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I Franz Ferdinand mi sono sempre piaciuti. Nonstante la critica (e certo pubblico snob) li abbia trattati sempre con sufficienza, continuano ad andare avanti e a sfornare dischi molto validi e divertenti. Con buona pace degli spocchiosi. Post pubblicato il 3 gennaio 2006, alle ore 21:03 Franz Ferdinand You Could Have It So Much Better Se alle feste siete di quegli sfigati che se ne stanno in un angolino con un bicchiere di coca in mano, magari a sparlare di quelli che, sbattendosene di tutto e tutti, pensano solo a divertirsi noncuranti di quello che gli altri (gli sfigati) pensano (a proposito ma che ci venite a fare alle feste? Statevene a casa ad ascoltare Devendra Banhart) allora questo disco non ascoltatelo. Anzi, non guardatelo neppure. Se lo vedete in una vetrina abbassate le sguardo e passate oltre, perché non ne siete degni! Se invece siete quelli a cui piace ballare, saltare e cantare a squarciagola anche se la vostra voce è come le unghie che grattano u

Memorabilia #33

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Un altro disco e un altro gruppo passati indegnamente inosservati. Face The Music è una boccata d'aria fresca in un pomeriggio torrido. Il mondo non è un luogo giusto. Post pubblicato lunedì 23 gennaio 2006, alle ore 13:12 Melody Club Face The Music Tornare indietro nel tempo di vent’anni e ritrovarsi con i pantaloni a sigaretta stretti sulle caviglie modello acqua alta e le giacche con le spalline che facevano tanto Robocop e le pettinature assurde, gioia dei produttori di lacca e gel; la fiera delle permanenti. E ritrovarsi agghindati di cotanta couture a ballare alle feste di compleanno dove ti tocca quasi sempre la scopa a fine canzone e ti tocca pure fare la penitenza oltre all’umiliazione di ritrovarsi a ballare con un pezzo di legno. E cercare con lo sguardo la bella di turno che, a rivederla nelle foto d’epoca, poi tanto bella non era e che puntualmente ballava sempre con quello che ti stava più sulle palle e forse ti stava sulle palle perché era quello

Memorabilia #32

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Quando i coach non andavano di moda e i motivatori erano una razza sconosciuta e aliena, l'unico modo per tirare fuori gli attributi e spaccare il mondo (o almeno provarci), era spararsi a ripetizione un disco come questo. Post pubblicato mercoledì 1 giugno 2005, alle ore 21:24 THE BELLRAYS The Red, White and Black La vita a volte ti aggredisce, ti prende e ti sbatte a terra lasciandoti senza fiato. E come se non bastasse ti prende anche a calci nelle costole e poi se ne va per i fatti suoi lasciandoti da solo a rantolare. Sono quelle volte in cui vuoi leccarti le ferite da solo, senza contare su nessuno, per prepararti al prossimo faccia a faccia e non farti cogliere di sorpresa. Per poter sperare di suonargliele almeno una volta o, almeno, cadere al tappeto con dignità. Ci sono dei dischi che servono a questo: a prepararsi al prossimo round. Prendi la macchina e guidi senza meta, con l’autoradio al massimo e mandi a fare in culo tutto e tutti. E almeno

Memorabilia #31

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Venghino polverosi sfigati rimasti all'età della pietra e freak barboni fuori dal tempo. Venghino! Accomodatevi e assaporate un assaggio d'autunno. Post pubblicato sabato 8 ottobre 2005, alle ore 14:13 Witchcraft Firewood Al mondo c’è ancora bisogno di un gruppo come i Witchcraft? E’ uscito il nuovo disco, il secondo dopo l’esordio del 2004 e proprio come l’anno scorso il mondo, per lo meno questo mondo, non ha bisogno dei Witchcraft. Per questo li adoro! Ora come allora queste canzoni sembrano essere state incise oltre trent’anni fa. Il master dev’essere stato rinchiuso e dimenticato in un baule polveroso e coperto dalle ragnatele, finchè qualcuno (o qualcosa) l’ha riportato in vita. Tesi affascinante, ma così non è. Lo dimostra il fatto che il gruppo svedese è composto da quattro sbarbatelli poco più che ventenni che vivono fuori dal tempo e da ogni moda. Questo spiega il perché di un disco come Firewood ora, adesso. Quando il garage, il punk e il

Memorabilia #30

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Chissà se a Lovecraft sarebbe piaciuto l'heavy metal. Probabilmente no e forse l'avrebbe definito come il cacofonico suono del caos (strisciante). Quello che è certo è che al metal Lovecraft piace parecchio. Post pubblicato mercoledì 26 ottobre 2005, alle ore 16:23 The Vision Bleak Carpathia Adepti di Chtulhu , genuflettetevi recitando le vostre blasfeme preghiere. Prostratevi e accogliete il caos strisciante, l’attesa sta per terminare: i Grandi Antichi stanno per tornare. E mentre l’empio rituale si sta consumando, nell’etere si diffonde la musica dei The Vision Bleak .Il secondo disco del poilstrumentista tedesco Schwadorf è un’ode all’opera del Solitario Di Providence in cui si narra la vicenda di un uomo che, recatosi in Carpazia, per prendere possesso dell’eredità dei suoi avi scopre quali sono le sue vere origini. E non sarà una scoperta piacevole. L’Heavy Metal senza troppi fronzoli, con tutti i suoi pregi, difetti e limiti, si adatta alla pe

Memorabilia #29

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Sono fermi da un bel po' di tempo i Black Mountain ed è un vero peccato. Hanno pubblicato tre dischi uno più bello dell'altro. Questo è il loro esordio. Post pubblicato martedì 29 novembre 2005, alle ore 12:41 Black Mountain Black Mountain  Prendete un hippy, mettetelo insieme ad un fanatico dei Black Sabbath e al figlio illegittimo di Beck , spruzzate il tutto con un briciolo di funky, un pizzico di garage psichedelico, lasciate riposare all’ombra dei Pink Floyd ed otterrete i Black Mountain . L’esordio del quintetto canadese è ormai vecchio di un anno, ma a causa della scarsa promozione all’epoca della sua uscita la casa discografica ha pensato bene di ristamparlo e di tributargli la giusta distribuzione. Ecco così giungere alle nostre orecchie questo piccolo gioiello che entra di diritto nella lista dei migliori album dell’anno anche se con un anno di ritardo. Il manifesto del quintetto canadese è spiegato a chiare lettere nel testo di Modern Musi

Memorabilia #28

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Peter Steele ha sempre giocato con la morte. Un gioco nel quale, se perdi, non hai possibilità di rivincita. Forse. Peter purtroppo ha perso. Rimangono i suoi dischi, per me memorabili. Nella discografia dei Type, Life Is Killing me è forse il punto più alto raggiunto dall'umorismo macabro, eccessivo e politicamente scorretto di Peter. Indimenticabile. Post pubblicato lunedì 21 novembre 2005, alle ore 12:39 Type O Negative  Life Is Killing Me La vita uccide. Perché è fatta di sofferenza. Non bastano i pochi attimi in cui si crede d’essere felici, perché la felicità non è che un istante. Tutto il resto è dolore. Il dolore ti rimane dentro come un cancro incurabile. Si aggrappa al cuore e lo stringe facendolo sanguinare per ricordarci che lui è lì, sempre presente, anche quando sembra che se ne sia andato definitivamente. E se ci coglie impreparati provoca danni a volte irreparabili. Per questo è meglio essere consapevoli del fatto che la vita è terribile e cr

Memorabilia #27

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Un post dall'elevato ma necessario tasso di turpiloquio. Siete avvisati. Post pubblicato martedì 27 dicembre 2005, alle ore 11:28 The Lords Of Altamont Lords Have Mercy Fottetevi tutti quanti! Ho perso il conto dei miei tatuaggi e non sono quei tribali da fighetti che vanno di moda di questi tempi. I miei tatuaggi sono ferite sempre sanguinanti, sono le storie malate della mia vita scritte sulla mia pelle come un libro sempre aperto. Se vi va di leggerlo fate pure, ma non fate domande perché la risposta sarà sempre la stessa: sono cazzi miei. Suono la chitarra in un garage insieme ad altri quattro balordi come me, non chiedo niente a nessuno se non di lasciarmi vivere la mia vita e suonare la mia musica. E se la mia musica non vi piace ve ne potete andare tranquillamente a fare in culo, io vivrò bene lo stesso. Nelle mie orecchie oltre al rimbombo della mia moto c’è il fuzz continuo del distorsore della chitarra, i miei compagni di viaggio sono i Count Five ,

Memorabilia #26

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Questo era uno dei miei post preferiti e rileggendolo a distanza di una decina d'anni (!) la mia opinione rimane immutata. Come rimane immutato il giudizio sull'album d'esordio dei Dresden Dolls: indecifrabile e affascinante. Post pubblicato il 16 novembre 2005, alle ore 13:33 The Dresden Dolls The Dresden Dolls Sono il burattino, infila la mano dentro di me e dammi le movenze delle tue dita. Sono la marionetta,  agita i fili per darmi l’alito di vita. Sono il giullare che allieta la corte, il pagliaccio dal sorriso triste che diverte i bambini. Ballo sulle corde del pianoforte e salto al ritmo frenetico della batteria. Canto canzoni che sono novelle a volte tristi, a volte allegre. Canto per chiunque mi voglia ascoltare e anche per chi non lo vuole. Sono il lunatico dallo sguardo torvo che agita pensieri surreali e li sputa su parole senza forma. Sono la pantomima dadaista che prosciuga i colori dell’arcobaleno riducendolo a sfumature di grigio. Sono i

Memorabilia #25

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Le piccole gemme rimangono tali anche a distanza di anni. Post pubblicato lunedì 6 giugno 2005, alle ore 20:56 DOGS DIE IN HOT CARS Please Describe Yourself La vita è fatta di piccole cose. Di piccoli piaceri che trasformano la quotidianità in qualcosa di speciale. A volte basta un buon bicchiere di vino, il sorriso della persona amata o una semplice telefonata che ti chieda anche solo come stai, affogare i dispiaceri nel gelato, godersi una birra gelata e un bel film in tv, mangiare schifezze immonde fregandosene della dieta, girare in mutande per casa oppure……… un bel disco. Un disco semplice senza troppi fronzoli o labirinti cervellotici e che non faccia cadere in depressione dopo due minuti o voglia di uscire e dare fuoco alla parrocchia. Un bel disco pop dove ci sono le cose giuste al posto giusto e quei coretti che ti trascinano fuori il buon umore ovunque esso si nasconda. Un disco che abbia il (grande)  potere di  farti sentire bene. E si pot

Memorabilia #24

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Ci sono gruppi che compaiono improvvisamente nella tua vita e altrettanto improvvisamente scompaiono. E' il caso degli Hollywood Pornstars. Ho consumato il loro disco d'esordio poi, chissà perché, ho buttato tutto nel dimenticatoio. Fino a ieri, quando sono andato a ripescare questo vecchio post. Così ho recuperato il disco e dopo molti anni l'ho riascoltato. E' invecchiato davvero bene. Post pubblicato sabato 21 maggio 2005, alle ore 14:48 HOLLYWOOD PORNSTARS The Year Of The Tiger Le pornostar di Hollywood arrivano dal Belgio e dopo il successo del mini album “ All on the S!x” pubblicato a settembre e un’intensa attività live, giungono alla pubblicazione del loro primo full lenght a pochissimi mesi di distanza dal loro piccolo esordio. La peculiarità stilistica del frizzante combo ( Anthony Sinatra e Redboy entrambi voce e chitarra) è un’esplosiva miscela pop-punk che alterna momenti tirati con riff di chitarra azzeccati (l’iniziale Actar

Memorabilia #23

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Non sono un tipo logorroico e questa recensione ne è testimonianza. D'altronde ci sono cose che possono essere descritte molto bene anche con poche parole. A volte, come nel caso di Veni Vidi Vicious, ne basta addirittura una: bello. Post pubblicato sabato 21 maggio 2005, alle ore 14:51   THE HIVES   Veni Vidi Viciuos   Come non innamorarsi di un titolo del genere? Maturato in tempi non sospetti (nel duemila), quando il revival punk rock che permea le sonorità odierne era ancora in embrione, questo disco, nel giro di un lustro, è diventato un piccolo-grande classico nel suo genere. Poco meno di mezz’ora per delle canzoncine elettriche sparate a mille con dei ritornelli semplicissimi: questo è Veni Vidi Vicious. In sostanza è l’essenza del punk. Pochi semplici accordi e alta velocità. Stop. Se aggiungiamo che ad ascoltare e riascoltare questo disco non ci si annoia mai, e che si può trovare ad un prezzo conveniente l’acquisto è d’obbligo. Sempre che amiate il genere, s’inten

Memorabilia #22

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Il web è colmo di emuli di Lester Bangs . Con risultati raramente sopra la decenza. Il fatto è che Lester era e sarà irraggiungibile. Non perché ha vissuto nell'epoca d'oro del rock o perché era innovativo nell'approccio, nella forma e nella sostanza. Non è inarrivabile perché scriveva dannatamente bene. Ma è (stato) unico perché aveva il coraggio di dire in faccia quello che pensava anche alla più grande delle rock star. Punto. Post pubblicato domenica 13 novembre 2005, alle ore 12:01 Caro Lester, ma quanto abbiamo ancora bisogno di te! Sono rimasto folgorato sulla Via di Damasco della critica rock. Conoscevo Lester Bangs di fama, ma non avevo mai letto nulla di suo finché non è giunto in Italia il fondamentale Guida Ragionevole Al Frastuono Più Atroce (che titolo, signori!) ovvero una raccolta dei suoi articoli/recensioni scritti negli anni settanta e all’inizio degli ottanta per riviste come Rolling Stone , Creem , New Musical Express e Village V

Memorabilia #21

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Siamo a Ferragosto e mi sembra logico riproporre un post particolarmente solare. E no, non facevo uso di droghe. Post pubblicato martedì 13 dicembre 2005, alle ore 12:44 Sigur Ros: Takk Una fredda sera d’autunno. Il pallore della luna illumina una fragile nebbiolina che abbraccia un paesaggio abitato da piccole luci lontane come punture di un pennello su una tela nera. Il freddo s’insinua sotto la pelle e penetra nelle ossa, scuotendo il corpo in gelidi fremiti. Takk è una sottile mantella che infrange il gelo. E’ un abbraccio sotto il malinconico sguardo di Afrodite. Un abbraccio che volta le spalle alla nebbia e al freddo e nasconde i cuori alle intemperie. Un abbraccio che dilata il tempo e quasi lo annulla per diventare immobile nell’eternità dei ricordi. E quasi non importa se la vita ha deciso di separare le braccia che si stringono avidamente. Quasi non importa se questo abbraccio sarà l’ultimo, perchè il suo calore albergherà per sempre nei cuori degli