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Visualizzazione dei post da novembre, 2014

Mono: The Last Dawn.

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Mono , compagine giapponese che a colpi di album stupendi sta lentamente, com’è nel suo stile, ridefinendo i canoni del rock strumentale. Dopo sei dischi è uscita da poco una coppia di nuovi lavori: The Last Dawn che prosegue il cammino stilistico fatto di malinconia e iniziato ormai dodici anni fa e Rays Of Darkness che inaspettatamente cambia rotta verso spiagge più cupe e poco rassicuranti. Da qualche giorno sto ascoltando The Last Dawn.  E’ incredibile come i Mono riescano in ogni loro disco a tramutare la tristezza in speranza.  Sì, perché i loro dischi sono un concentrato di malinconia e di spleen che potrebbero far cadere in depressione anche il più ottimista degli ottimisti. Ma se si ha la volontà, il coraggio e la forza di arrivare fino in fondo, ecco che spunta, improvviso e inaspettato, quel raggio di luce che fa apparire tutta la tristezza che hai ascoltato fino a quel momento come un viatico necessario per raggiungere la meritata serenità. Proprio così. Ascoltare un

La Musica del Terrore: The Who, Boris The Spider.

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Il famoso Skeleton Suit John Entwistle , il bassista degli Who , sembrava il più tranquillo del gruppo. Era solo apparenza, perché anche se non raggiungeva i livelli di Keith Moon , non conduceva assolutamente una vita tranquilla. Ma non siamo qui per parlare di questo. Ciò di cui voglio parlare, è un'altra peculiarità di Entwistle: il gusto per il macabro. Famoso è il suo Skeleton Suit , un abito con le fattezze di uno scheletro umano che spesso indossava nei concerti. Questa peculiarità non si rifletteva solamente nel fattore moda perché anche a livello artistico, il macabro dava i suoi oscuri frutti. E uno di questi è proprio Boris The Spider , la prima canzone che il bassista compose per gli Who. In seguito, con il suo primo album solista, il macabro e il grottesco continueranno ad andare a braccetto fin dal titolo, Smash Your Head Against The Wall . Ma torniamo a Boris perché non solo il titolo è curioso ma anche la sua genesi. Dopo il disco d'esordio degli Who, la

Maratonine Letterarie: com'è andata a finire.

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Non ce l'ho fatta. All'inizio di settembre con questo post, mi ero imbarcato una piccola maratona: leggere entro la fine di ottobre tre romanzi di Steve Berry e cinque di James Rollins . Mi sono fermato dopo il primo di Rollins, a circa metà impresa . Non era una cosa facile. Avrei dovuto leggere un libro a settimana, cosa che ai bei tempi andati riuscivo a fare senza troppi problemi. Purtroppo dopo un buon inizio, gli impegni lavorativi e famigliari non mi hanno permesso di portare a termine l'impresa. Diciamo che ho concluso la mezza maratona e sono comunque soddisfatto. Non sono contento invece del fatto che è quasi un mese che non riesco a leggere un libro, a parte uno Zerocalcare en passant . Ne parlerò più in dettaglio con un post dedicato, ma posso anticipare che per quanto riguarda Berry la mia opinione, a parte qualche piccola ombra, è positiva. Devo dire però, che l'unico romanzo di Rollins che ho letto mi è piaciuto di più di tutti quelli del suo collega

Ipse Dixit XV

Il Rock è morto per l'ennesima volta (ma anche basta, adesso), i video musicali (brutti) costano un pacco e la fiction italica è in caduta libera senza paracadute. L'ultimo U2 è come l'imbarazzo che ti assale in un ascensore pieno di gente quando proprio non riesci a trattenerti. E se lo spettacolo è piazzato così figuriamoci il resto... “Sembra che questi cazzo di registi debbano fare Guerra e pace - e invece è un video da tre minuti!” Ozzy Osbourne perplesso di fronte agli onerosi costi dei video promozionali. “Le classifiche sono guaste . Non misurano ciò che le persone stanno ascoltando e non misurano la passione della gente per la musica. Esse indicano il desiderio delle persone oneste a pagare per la musica e dovrebbero essere rispettati per questo. Ma questa è solo una piccola parte delle persone che ascoltano la musica.” Bono . “Il nuovo album degli U2? L'ho ascoltato una volta, mi pare orwelliano, estremo come 1984: suona un po' come una scoreggi

La Musica Del Terrore: The Cure, A Forest.

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Scontato e banale, lo so. Come l'assassino che spunta improvvisamente alle spalle dell'ignara vittima. Sai che da un momento all'altro sarà aggredita perché tutto lo suggerisce: l'inquadratura, la musica in crescendo e il fatto che dopo anni di visioni horror, certe malizie ormai fanno parte del tuo DNA. Eppure, il colpo di scena scontato e banale, visto e rivisto, continua a funzionare.  Così è per The Forest , dei Cure . Pubblicato l'8 aprile 1980, è l'unico estratto dall'album Seventeen Seconds ed è il primo videoclip ufficiale del gruppo britannico. Un video prescindibile, a meno che non siate curiosi di vedere un Robert Smith dai capelli corti e senza che abbia infilato le dita nella presa elettrica. L'amalgama perfetta tra il giro di basso ipnotico con una batteria e voce glaciali (Smith sembra cantare cone se fosse in trance) non riuscirebbero comunque a creare il giusto mood inquietante senza le tastiere, che qui giocano un ruolo primario

Recensioni e Diritto all'Oblio.

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Tempo fa dissertavo sull'utilità delle recensioni musicali ( qui ). Poi ho letto una notizia che mi ha fatto riflettere. Un giovane pianista si è offeso per una non lusinghiera recensione di un suo concerto, da parte del Washington Post. La recensione in questione non aveva toni offensivi, non era diffamatoria ed era ben circostanziata. In soldoni, il critico affermava che il concerto del pianista fosse stato buono ma non eccezionale. Ne lodava comunque le abilità tecniche ma sottolineava che se non fosse riuscito a tenere a bada l'impeto e l'ostentazione delle suddette, l'esecuzione di alcuni brani sarebbe risultata troppo sopra le righe. L'artista permalosino non ha digerito e ha fatto fuoco e fiamme, arrivando addirittura a rivolgersi alla Corte di Giustizia Europea per far applicare il recente (per il web) diritto all'oblio, anche per quanto riguarda le recensioni. Per diritto all'oblio s'intende, in diritto, una particolare forma di garanzia

La Musica Del Terrore.

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Quando ero piccolo tutto ciò che riguardava la paura, era classificato come attinente al terrore . L'inglese horror era ancora lungi dal divenire d'uso comune così dalle mie parti, per definire un film di genere, non si diceva film dell' orrore ma film del terrore . Da qui si dipanava tutto il conseguente filone: i racconti del terrore, i romanzi del terrore, i fumetti del terrore e, se una musica ti faceva sudare freddo, allora quella era la musica del terrore. Non era un vezzo di noi bambini, anche gli adulti erano soliti utilizzare quel termine. Ricordo che alle mie proteste verso la visione negata di un La Moglie di Frankenstein mi sentii rispondere: quello è un film del terrore e non lo puoi vedere perché sei troppo piccolo. Erano veramente altri tempi. Tempi in cui su Rai Uno, negli assolati pomeriggi estivi veniva addirittura trasmesso un intero ciclo di film horror. Anzi del terrore! Un amico propende per una teoria che non è campata in aria, anzi m

Liebster Blog Award

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Ho vinto un premio! Da qualche giorno sono il felice possessore di un Liebster Award. Eccolo qui. Come ogni meme che si rispetti, anche questo deve seguire delle semplici regole: * Ringraziare la persona che ci ha nominato linkandone il post o il blog , quindi grazie a Nick Parisi e al suo ottimo Nocturnia ! * Esporre il logo del meme E’ la prima cosa che ho fatto! * Rispondere alle 11 domande stabilite dalla persona che ha dato il premio .    Vai! 1) Un tuo amico (o una tua amica) ti dice che vorrebbe iscriversi a Masterchef e ti chiede un parere spassionato. Il problema è che il tuo amico o la tua amica cucina veramente di merda malino. Tu come ti regoli, menti spudoratamente o gli dici la verità per evitare che questa persona venga ridicolizzata da Joe Bastianich davanti a qualche milione di spettatori? Essendo un amico/a gli eviterei la figuraccia immonda a meno che non abbia qualche conto in sospeso da riscuotere. Non esiterei a dirgli chiaramente di stare tranquil

6 Novembre 1994

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Di solito non scrivo post inerenti alla mia vita privata ma questa volta voglio fare un'eccezione. Perché ci sono cose che devono essere ricordate. Forse non servirà a niente perché come si dice: non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire . Ma bisogna comunque tentare. Asti - Piazza Marconi Vent'anni fa, il 5 e 6 novembre del 2014 mi trovai per puro caso nel mezzo dell'alluvione che colpì il Piemonte e che causò oltre settanta vittime. Stavo tornando a casa per una licenza dal Servizio Civile. Era pomeriggio inoltrato e il mio treno che arrivava dalla Liguria era in ritardo di oltre un'ora. La coincidenza che mi aspettava alla stazione di Asti era sicuramente saltata. Avrei dovuto aspettare per un bel po’ prima del prossimo treno. Nell'oscurità oltre i finestrini, sembrava che al posto dei campi ci fosse solo acqua. Ma era buio e il riflesso delle luci nel vagone impediva di vedere chiaramente. Era comunque un effetto straniante perché sembrava di viaggi

Ipse Dixit XIV

Stranamente puntuale, torna la rubrica dedicata alle dichiarazioni che sono riuscite nel non facile compito di destare la mia attenzione tra le miliardate di (inutili) parole che circolano per il web.  Questa volta la soglia di attenzione è stata abbondantemente superata apprendendo il mancato catfight tra la Manaudou e la Pellegrini.  Buona lettura. -- “Se le chiedessero di partecipare all’Isola dei famosi? “Piuttosto vado a raccogliere le banane. Se dovevo vendere l’anima al diavolo, la vendevo prima. E il prezzo lo facevo io.” Nino Formicola (Gaspare). “I social network non perdonano, ma dimenticano. Ecco quindi che la grande concentrazione di insulti a carico di Moncler in queste ore viene ignorata dall’azienda, perchè purtroppo la storia (recente) della rete ci ha insegnato che gli insulti virtuali non sono seguiti da prese di coscienza come consumatori. Per quanto ci sia il mito della comunicazione orizzontale, non è quella che preoccupa i brand.”   Giulio Cupini e Fabi

Dylan Dog 338: Mai Più, Ispettore Bloch.

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La Copertina del n° 338 che cita Amazing Spider Man 50 Molto probabilmente con questo post mi farò dei nemici. Sì, perché il tanto declamato e atteso numero della cosiddetta svolta non è che mi sia piaciuto particolarmente. Anzi, l'ho trovato abbastanza noioso. Non sto a sindacare sulla struttura narrativa perché non ho le competenze, anche se qualcuno pontifica a manetta, pur non conoscendo la differenza tra soggetto e sceneggiatura. Invece qui a Silverfish Imperetrix abbiamo la strana abitudine di parlare di cose che conosciamo, vediamo, ascoltiamo e leggiamo. Già, proprio così. A volte, abbiamo anche l'ancor più strana abitudine di parlare in terza persona Paola Barbato ha fatto un buon lavoro? Sul web fiocca l'entusiasmo, d'altronde sembra che tutto ciò che faccia rasenti la perfezione e il capolavoro. A me non è mai piaciuta e continua non piacermi. Come non mi sono mai piaciuti i continui omaggi e citazioni a film, romanzi e fumetti. Ogni tanto va bene ma