Paul Doherty: Gli Artigli Del Diavolo


Inghilterra, 1517, Regno di Enrico VIII.
Selkirk, medico di fiducia del defunto re di Scozia, muore avvelenato nella Torre di Londra. Vecchio, la mente offuscata dal peso di troppi segreti, Selkirk viveva sull'orlo della follia, segregato in una stanza costantemente sorvegliata. Nello stesso luogo si trova anche la regina Margherita, vedova del sovrano scozzese e sorella di Enrico VIII, con tutto il suo seguito. Giorno dopo giorno, nuove morti misteriose si succedono alla corte della regina in esilio. L'unica traccia è una rosa bianca e un inquietante indovinello cifrato... 


Non amo particolarmente i thriller a meno che non siano ambientati in epoche storiche che non siano il presente. Non so spiegarne il motivo ma è così. 
Per questo il mio commento a questo libro è quello di un profano. 
Di uno che si accosta saltuariamente a questo genere e che, quindi, non può essere considerato un esperto.
Di Doherty lessi a suo tempo Il Ladro Di Anime che mi sembrò un'opera mediocre, senza infamia e senza lode. Lettura veloce e scorrevole che non suscitò noia, ma nemmeno brividi. Per Gli Artigli Del Diavolo il discorso non cambia. Anche se l'intreccio narrativo qui sembra essere lievemente più solido, tutto scivola via verso una conclusione, a mio giudizio, troppo affrettata. Romanzo prescindibile. E intanto continuo a chiedermi com'è che questi romanzi all'estero diventino dei Best Sellers.....

 

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