Samuel Marolla: Malarazza

E’ l’ombra ignota che sussurra alle nostre spalle. E’ l’ultimo vicolo infame della megalopoli corrotta. E’ la mannaia incrostata con la quale vengono perpetrati orribili delitti. E’ la cantilena ossessiva ripetuta senza fine da voci maledette. E’ il cane mutilato che sembra uscire da un incubo allucinatorio. E’ la congregazione di dementi pronti allo sterminio nell’attesa dell’Apocalisse. E’ il calderone ribollente dal quale tracima schiuma nera e infetta. E’ l’affabulatore cieco che conosce tutte le strade del mondo dei non-morti. E’ l’indifferenza letale di chi sa ma sceglie di guardare dall’altra parte. Tutto questo e molto, molto di più, è il popolo delle tenebre, la Malarazza.
 

Se qualcuno osa dire che la letteratura di genere in Italia langue, basta consigliargli di leggere questa raccolta di racconti.
Non si parte benissimo (sono severo, lo so). Con il trittico iniziale (La Carne, La Pista Ciclabile, Tequila e Peccati) non sono sceso in strada strappandomi i capelli e urlando al miracolo come un pazzo invasato. 

Sono raccontini potabili adatti a carburare.
Poi, però, s'ingrana di brutto: A Volte Satana è Vicino a Me, Il Giorno Che Era Il Giorno, Mamma Napoli, Sono Tornate, inframmezzate dall'interlocutorio (e prevedibile) Il Nemico E' è una serie di graffi sulla schiena morbosi, malati e infetti. Proprio come devono essere i buoni racconti horror.
La conclusione è affidata a un’altra manciata di pietre acuminate che non provocano dolore, ma riescono a pungolare là, dove devono.
Malarazza è una raccolta che merita di essere letta dagli appassionati perché anche i racconti più "rilassati" vanno ben oltre la sufficienza.
Che sia nata una nuova stella nell'horror italico?

Commenti

  1. Già, ne sono rimasto piacevolmente sorpreso. Ogni tanto qualche soddisfazione letteraria fa bene allo spirito!

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