Giuseppe Culicchia: Brucia La Città
Allegra è sparita, e Torino non c'è più. O meglio c'è ancora, ma è così cambiata che si stenta a riconoscerla. E Iaio? Forse sta ancora con Allegra, e dovrebbe mettersi a cercarla sul serio, anche se a dire la verità non ne ha troppa voglia. È un mondo fatuo e paradossale, quello che sciama attraverso il Quadrilatero Romano della città dove gli operai di un tempo sembrano essere stati rimpiazzati da una tribù di creativi, modelle e giovani smaniosi di estasi a buon mercato; un circo a cielo aperto, un mondo alla rovescia, dove le bionde si tingono di nero, le ville al mare sono arredate come baite di montagna e gli adulti, incapaci di assolvere il loro ruolo, restano voci fuori campo, come nelle strisce dei Peanuts. Così non suona implausibile che Iaio e i suoi amici dj Zombi e Boh, strafatti di bamba a ogni ora del giorno e della notte, possano farsi testimonial della campagna "La Droga Ci Fa Schifo", in un contesto popolato da improbabili assessori alle Notti Bianche, palazzinari assatanati e pubblicitari costretti a inventarsi sempre nuove iniziative di marketing. Tra conversazioni surreali, allucinazioni private e feste indimenticabili, i nostri tre eroi vagano per le strade di una Torino notturna, sporca, a tratti torbida e "proibita", alla ricerca di un irraggiungibile equilibrio: perché sotto lo scintillio superficiale di tante vite si nascondono ferite profonde, dissimulate dai comportamenti indecifrabili di giovani uomini disorientati.
Sinossi più lunga della recensione.
Un Culicchia sotto tono che non lesina "riferimenti" a Irvine Welsh e a Bret Easton Ellis scevri però dell'audacia e del mordente degli originali. Un romanzo che non va da nessuna parte e, specialmente nella parte centrale, genera più di uno sbadiglio. Peccato perché poteva essere un buon romanzo se la trama fosse stata sviluppata meglio e soprattutto si fosse evitato un finale (troppo) aperto. Le continue parti (e nomi) ripetute, anziché enfatizzare le psicosi del protagonista aumentano l'irritabilità del lettore. Siamo lontanissimi dalle vette di Tutti Giù Per Terra. Peccato.
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