Ghost: Opus Eponymous

Ghost è il nome di un’accolita di neri sacerdoti adoratori del diavolo che, allo scopo di diffondere i suoi empi vangeli inducendo l’umanità a credere che la fine di tutto sia la cosa giusta, hanno deciso di utilizzare come medium per raggiungere i propri obiettivi la popolare musica rock.
Nascosti nell’anonimato dei loro volti dipinti e incappucciati come richiede la loro setta, i sei ghoul senza nome di Ghost consegnano litanie di musica heavy rock pulsanti sessualità con liriche romantiche che glorificano e divinizzano il disgusto e il sacrilego, con la semplice intenzione di comunicare un messaggio di pura malvagità attraverso il più efficace dispositivo che si possa trovare: lo spettacolo. 
Questo è il Black Metal nelle sua accezione più originale e ingannevole. Composizioni come “Ritual” e “Death Knell” tessono maestosamente il loro malefico incantesimo melodico attraverso i sensi fino a quando l'ascoltatore si ritrova completamente posseduto e aperto a ogni suggerimento diabolico.
Nel maggio 2010 i Ghost hanno firmato un contratto con una società discografica con sede nel Regno Unito e che si chiama Rise Above Ltd. La società ha siglato un giuramento che attesta la propria volontà di affiancare il gruppo nel compito di diffondere le sue blasfemie musicali attraverso formati come compact disc, long playing, dischi in vinile e download digitale.
Il primo album di Ghost “Opus Eponymous”, è una bella e audace combinazione di musica rock satanica combinata a un’impensabile sensibilità pop. Il disco è stato pubblicato il 18 ottobre 2010. Come pattuito con la Rise Above Ltd, essa ha investito in modo massiccio nella pubblicità sulle riviste specializzate, si è avvalsa dell’utilizzo di specialisti in marketing e pubblicità per utilizzare i migliori servizi musicali per esporre la musica di Ghost al più ampio pubblico possibile.
Particolare attenzione è rivolta al target di persone che hanno un vuoto nella loro vita (la ricerca ha indicato come questo target sia composto principalmente da adolescenti), forse causato da una qualche forma di trauma o turbamento emotivo. Un vuoto che può essere colmato dalla musica e dalla filosofia di Ghost. Nel tempo, questi bambini facilmente manipolabili, condivideranno la visione e gli obiettivi del ministero Ghost e potranno preparare i propri piani per la caduta dell'umanità ... 


Nossignori, non si tratta della trama di un film horror di Ed Wood ma è il delirante comunicato stampa di un gruppo che sta facendo parlare molto di sé nell’ambiente underground.
I Ghost sono un mistero. C’è chi dice che arrivino dalla Svezia e chi dall’Inghilterra. C’è chi giura e spergiura che il deus ex machina dietro alla creatura Ghost sia l’eminenza grigia del doom: Lee Dorrian. (Cantante dei Cathedral e proprietario dell’etichetta Rise Above, per chi non lo sapesse). C’è chi li considera un’altra grande truffa del rock and roll e chi, invece, li prende dannatamente sul serio.
Il sottoscritto è propenso a preferire la prima ipostesi. Vuoi per il delirio da dominatori del mondo delle parole a inizio post, vuoi per la palese goliardia nella chiosa nelle risposte nel blog sul myspace del gruppo: grazie per l’interesse dimostrato nei Ghost, per questo brucerai sicuramente all’inferno. E se non bastasse, potete farvi un’idea della cosa con questa intervista.
Tanto fumo e poco arrosto? Questi tizi mascherati, nipotini dei Mercyful Fate e di King Diamond, mantengono musicalmente quello che promettono con le roboanti e minacciose parole? Dopo aver ascoltato il disco di debutto 'Opus Eponymous' devo dar loro ragione (e per questo, lo so, brucerò all’inferno). Il debutto sulla lunga distanza dei Ghost è un disco dannatamente riuscito. Un perfetto mix di heavy metal e pop con riff presi direttamente dalla New Wave Of British Heavy Metal e melodie che farebbero invidia a qualsiasi gruppo Power Pop! Ritual per citare la più immediata ti si stampa diabolicamente in testa e non riesci più a toglierla, come se al suo interno ci fosse qualche strano e malefico accrocchio che ti fa canticchiare This chapel of ritual smells of dead human sacrifices mentre il tuo collega d’ufficio ti lancia occhiate incredule e spaventate.
Ma tutto il disco è un calderone di ritornelli orecchiabili che rimandano ai mai troppo lodati Blue Oyster Cult di cui, a tratti, sembrano la reincarnazione (la blasfema e stupenda Con Clavi Con Dio oppure Elizabeth) che si sviluppano in poco più di trentaquattro minuti. Si muovono sinuosi inerpicandosi tra i neuroni e attivando sinapsi che, forse, sarebbe meglio rimanessero dormienti. Perché quest’orecchiabilità ha veramente qualcosa di strano, di malato e luciferino ma al tempo stesso affascinante. Così affascinante che si arriva perfino a dubitare che i Ghost siano uno scherzo.

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