Ian Sansom: Due Uomini E Un Furgone (Per Non Parlar Dei Libri)

Anche quest'anno, come sempre, a Londra si celebra il Mobile Meet, il raduno di tutte le biblioteche itineranti del Paese. E Tundrum non intende mancare a un simile appuntamento. Così, Israel si ritrova a bordo di un traghetto per Liverpool con l'ormai inseparabile compagno di avventure Ted, e il suo cane, alla guida del vecchio Bibliobus alla volta della capitale. Ma l'entusiasmo di Israel, che non vede l'ora, finalmente, di riabbracciare Gloria e di bere un caffè come si deve, è destinato a durare ben poco. Appena arrivati a Londra, infatti, il furgone scompare. Rubato. Ma chi può mai avere interesse a trafugare un Bedford arrugginito, vecchio di trent'anni, pieno di libri? E perché Gloria non si fa sentire né risponde alle sue telefonate? Ma, soprattutto, chi li aiuterà nelle indagini? Ha inizio, così, un paradossale viaggio nella campagna inglese alla ricerca del Bibliobus scomparso, durante il quale Israel incontrerà parenti e amici, colleghi e luoghi di un tempo Gloria invece è proprio sparita - ma solo per scoprire che tutto è cambiato, che Israel Armstrong non ha più un suo posto dove stare, lì a Londra, e che forse è giunto il momento di tornare a casa... a Tundrum.

Dei primi due capitoli della Saga del Bibliobus di Tundrum avevo già parlato qui. Non ero rimasto particolarmente entusiasta delle avventure dello sfigato bibliotecario inglese spedito, suo malgrado, nel nord dell'Irlanda a gironzolare su di una biblioteca ambulante. Al terzo tentativo, però, Ian Sansom riesce (quasi) a far centro. Finalmente la saga del Bibliobus di Tundrum strappa qualche sorriso. Merito soprattutto del co-protagonista Ted che sovrasta, di molto, la figura di Israel, ovvero colui che dovrebbe essere il protagonista assoluto, ma ne esce come un pugile suonato dalla debordante vitalità tutta Irlandese (del Nord!) del rissoso autista comprimario. Israel continua a essere così spocchioso, irritante e logorroico da meritarsi tutta la sfortuna che si porta appresso. Dopo un primo capitolo un po' insipido e un secondo decisamente sotto tono, finalmente Samson solleva le quotazioni di una saga che fino ad ora aveva promesso molto di più di ciò che era riuscita a mantenere.

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