Peter Murphy: Ninth
E' da un bel po' che non si parla di musica da queste parti. Il tempo è poco e la roba da ascoltare è tanta, davvero tanta, forse troppa. Il serio problema, però, è che tra tutta la roba da ascoltare ci sono pochissime cose di cui valga la pena parlare.
Il nuovo disco di Peter Murphy è una di queste. Ninth è stata una piacevole quanto inaspettata sorpresa. Diciamo la verità: la carriera solista del Padrino del Gotico non ha mai brillato particolarmente. E' stato un bravo artigiano ma non ha mai sfiorato le vette raggiunte dai Bauhaus che, da parte loro, si sono congedati con un Go Away White non certo esaltante. Continuiamo a dirci la verità? Era facile dare Peter Murphy per bollito, per un dinosauro che campa sui fasti passati. Ce ne sono tanti in circolazione, perché lui dovrebbe fare altrimenti? Invece no. Zitto zitto se ne esce con questo disco che fa riporre nel cassetto malignità e speculazioni (ma saremo pronti a riaprirlo appena passato lo stupore), chinare il capo e chiedere (almeno per il momento) umilmente scusa. Se non è il canto del cigno, nero naturalmente, Ninth forse rappresenta una nuova giovinezza per l'ormai cinquantaquattrenne Murphy.
Meno pop. Più rock. Sempre coperto da un mantello nero, come ben si confà al nostro, Ninth parte come non te lo aspetti. Un trittico, Velocity Bird, Seesaw Sway (stupenda) e Peace To Each, in cui a dominare le azzeccate melodie sono i riff di chitarra inusuali per lo stile di Murphy. Ma lo stupore non finisce qui perché I Spit Roses, primo singolo dell'album, sembra quasi resuscitare gli U2 dei primi anni ottanta. Potrà non piacere, ma ha un suo fascino. Ormai il percorso è tracciato ed è inevitabile continuare su questa strada per evitare una dannosa eterogeneità. Così è. Fino al penultimo brano Secret Silk Society in cui ritornano gli spettri del passato. Spettri che si chiamano Bauhaus e che ti fanno accapponare la pelle dal piacere nel sentire nuovamente quei suoni e Murphy gigioneggiare con la voce, calandosi nuovamente nei panni dell'istrionico Padrino del Gotico. Non può mancare la ballata: a Creme De La Creme è affidato questo compito, oltre a quello di terminare un album perfetto. Senza sbavature.
Bentornato signor Murphy.
Il nuovo disco di Peter Murphy è una di queste. Ninth è stata una piacevole quanto inaspettata sorpresa. Diciamo la verità: la carriera solista del Padrino del Gotico non ha mai brillato particolarmente. E' stato un bravo artigiano ma non ha mai sfiorato le vette raggiunte dai Bauhaus che, da parte loro, si sono congedati con un Go Away White non certo esaltante. Continuiamo a dirci la verità? Era facile dare Peter Murphy per bollito, per un dinosauro che campa sui fasti passati. Ce ne sono tanti in circolazione, perché lui dovrebbe fare altrimenti? Invece no. Zitto zitto se ne esce con questo disco che fa riporre nel cassetto malignità e speculazioni (ma saremo pronti a riaprirlo appena passato lo stupore), chinare il capo e chiedere (almeno per il momento) umilmente scusa. Se non è il canto del cigno, nero naturalmente, Ninth forse rappresenta una nuova giovinezza per l'ormai cinquantaquattrenne Murphy.
Meno pop. Più rock. Sempre coperto da un mantello nero, come ben si confà al nostro, Ninth parte come non te lo aspetti. Un trittico, Velocity Bird, Seesaw Sway (stupenda) e Peace To Each, in cui a dominare le azzeccate melodie sono i riff di chitarra inusuali per lo stile di Murphy. Ma lo stupore non finisce qui perché I Spit Roses, primo singolo dell'album, sembra quasi resuscitare gli U2 dei primi anni ottanta. Potrà non piacere, ma ha un suo fascino. Ormai il percorso è tracciato ed è inevitabile continuare su questa strada per evitare una dannosa eterogeneità. Così è. Fino al penultimo brano Secret Silk Society in cui ritornano gli spettri del passato. Spettri che si chiamano Bauhaus e che ti fanno accapponare la pelle dal piacere nel sentire nuovamente quei suoni e Murphy gigioneggiare con la voce, calandosi nuovamente nei panni dell'istrionico Padrino del Gotico. Non può mancare la ballata: a Creme De La Creme è affidato questo compito, oltre a quello di terminare un album perfetto. Senza sbavature.
Bentornato signor Murphy.
Mi piace molto.
RispondiEliminaMi ricorda un po' Lou Reed, ma forse dico un'eresia....
Un pochino di Lou Reed c'è anche se il buon vecchio zio Lou è più tranquillo e ultimamente non sta facendo belle cose....
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