Patrick Graham: L'Apocalisse Secondo Marie
L'eco dell’inferno assedia la mente di Marie Parks, profiler dell’FBI: le inquietanti esperienze vissute durante l’ultima indagine hanno infranto ogni speranza di normalità, lasciandola in balia di ricordi che le consumano l’anima e il corpo. E di una visione ossessiva, incancellabile: una bambina, sperduta in mezzo a una folla sgomenta, che sembra invocare il suo aiuto. Mentre Marie si chiude nella disperazione, nel mondo si aprono nuove ferite: una serie di decessi, causati da un’inspiegabile accelerazione del processo d’invecchiamento, sembra preludere a una spaventosa epidemia. Poi un uragano devasta la costa meridionale degli Stati Uniti, gettando nel caos altri innocenti. E, a unire le due sciagure, la presenza di alcuni uomini vestiti di nero, che stavano accanto ai malati pochi istanti prima della loro morte e che adesso si aggirano tra case distrutte ed esistenze spezzate…
D’un tratto, Marie capisce: la sua visione è la chiave di tutto e quella bambina smarrita incarna la paura che sta divorando il mondo. Ma è in pericolo e deve essere salvata. Perché è l’unica in grado di fermare gli uomini che hanno dato inizio all’Apocalisse...
Sono letteralmente rimasto a bocca aperta dopo aver letto l’ultima pagina di questo romanzo.
Per alcuni secondi sono rimasto come pietrificato dallo stupore. Un incredulo disorientamento indotto da una sola, semplice e terrificante domanda: ma che c***o s’è bevuto/inalato/iniettato Graham prima di scrivere questo mucchio colossale di s*******e?
Iniziamo con la storia. Tutto ‘sto casino per un epilogo che avrebbe potuto benissimo essere collocato a pagina cinquanta?
Patrick, posso darti del tu, vero? Arrivare alla fine è stata una vera sfacchinata, quindi il minimo che puoi fare é consentirmi di darti del tu.
Non ti sei reso conto che ai protagonisti hai fatto fare praticamente nulla se non scappare per poi affrontare il nemico? Non potevano affrontarlo subito e chiudere il discorso con buona pace di noi lettori?
Caro Patrick nel diluire la trama con fuffa mascherata Stephen King ti fa un baffo.
Vogliamo parlare della protagonista?
Volevi creare un’(anti)eroina (!) antipatica e problematica? Ben venga, non è una brutta idea. Ce ne sono già troppi di cavalieri virtuosi senza macchia e senza paura, belli e simpatici. Marie Parks sarebbe stata la benvenuta. L’unico problema è che non ci sei riuscito. I problemi li hai sì creati, ma nei lettori che devono fare una fatica colossale a raccapezzarsi nel pasticcio psicologico che hai rifilato alla tua protagonista. Per quanto riguarda l’antipatia, bé almeno in quello ci sei riuscito. Però, cavoli, va bene la solita storia dell’agente federale con le palle, ma qui hai esagerato un po’ fondendo un Rambo schizofrenico e bipolare con un Chuck Norris che si è svegliato con la luna di traverso.
Terminiamo con le apocalissi, i barboni zombeschi, i guardiani dei fiumi dai lunghi mantelli bianchi (ehi, non ridete laggiù), i poteri paranormali e le astronavi, mescolati in un minestrone acido che contribuisce a mandare definitivamente a banane quel minimo di attendibilità indotta dalle prime pagine che, detto sotto voce, non sono per niente male.
Mancano solo i vampiri e i licantropi, ma nutro fiducia nel prossimo romanzo.
Roba davvero pessima. Un peccato, perché Il Vangelo Secondo Satana, il tuo esordio, non mi era dispiaciuto.
D’un tratto, Marie capisce: la sua visione è la chiave di tutto e quella bambina smarrita incarna la paura che sta divorando il mondo. Ma è in pericolo e deve essere salvata. Perché è l’unica in grado di fermare gli uomini che hanno dato inizio all’Apocalisse...
Sono letteralmente rimasto a bocca aperta dopo aver letto l’ultima pagina di questo romanzo.
Per alcuni secondi sono rimasto come pietrificato dallo stupore. Un incredulo disorientamento indotto da una sola, semplice e terrificante domanda: ma che c***o s’è bevuto/inalato/iniettato Graham prima di scrivere questo mucchio colossale di s*******e?
Iniziamo con la storia. Tutto ‘sto casino per un epilogo che avrebbe potuto benissimo essere collocato a pagina cinquanta?
Patrick, posso darti del tu, vero? Arrivare alla fine è stata una vera sfacchinata, quindi il minimo che puoi fare é consentirmi di darti del tu.
Non ti sei reso conto che ai protagonisti hai fatto fare praticamente nulla se non scappare per poi affrontare il nemico? Non potevano affrontarlo subito e chiudere il discorso con buona pace di noi lettori?
Caro Patrick nel diluire la trama con fuffa mascherata Stephen King ti fa un baffo.
Vogliamo parlare della protagonista?
Volevi creare un’(anti)eroina (!) antipatica e problematica? Ben venga, non è una brutta idea. Ce ne sono già troppi di cavalieri virtuosi senza macchia e senza paura, belli e simpatici. Marie Parks sarebbe stata la benvenuta. L’unico problema è che non ci sei riuscito. I problemi li hai sì creati, ma nei lettori che devono fare una fatica colossale a raccapezzarsi nel pasticcio psicologico che hai rifilato alla tua protagonista. Per quanto riguarda l’antipatia, bé almeno in quello ci sei riuscito. Però, cavoli, va bene la solita storia dell’agente federale con le palle, ma qui hai esagerato un po’ fondendo un Rambo schizofrenico e bipolare con un Chuck Norris che si è svegliato con la luna di traverso.
Terminiamo con le apocalissi, i barboni zombeschi, i guardiani dei fiumi dai lunghi mantelli bianchi (ehi, non ridete laggiù), i poteri paranormali e le astronavi, mescolati in un minestrone acido che contribuisce a mandare definitivamente a banane quel minimo di attendibilità indotta dalle prime pagine che, detto sotto voce, non sono per niente male.
Mancano solo i vampiri e i licantropi, ma nutro fiducia nel prossimo romanzo.
Roba davvero pessima. Un peccato, perché Il Vangelo Secondo Satana, il tuo esordio, non mi era dispiaciuto.
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