John Underwood: Il Libro Segreto di Shakespeare

Chi desidera mantenere il segreto su William Shakespeare? E quali interessi si nascondono dietro questo mistero che affonda le sue radici nella violenta e oscura epoca elisabettiana?
Desmond Lewis, un professore universitario inglese molto discusso, scompare mentre è diretto a Berkeley, in California, per una conferenza. Con lui sparisce anche un manoscritto inedito e segretissimo, che conterrebbe la verità sull’identità dell’autore più importante nella storia della letteratura mondiale, William Shakespeare. Non sarebbe lui il vero autore di Romeo e Giulietta, Amleto e degli altri capolavori: una teoria sconvolgente che molti scrittori, fra cui Mark Twain, hanno già sostenuto in passato.
Jake Fleming, un giornalista del «San Francisco Tribune» e amico di Lewis, si mette subito sulle sue tracce per scoprire che fine ha fatto lo studioso e quale enigma si cela dentro le pagine che ha scritto. Un viaggio che lo porterà nella vecchia Inghilterra, tra accademici spocchiosi, librai eccentrici, un fisico indiano che sa fin troppo di Shakespeare e una conturbante docente di letteratura. Fino a quando lo raggiungerà oltreoceano
anche sua figlia Melissa, ragazza testarda e affascinante con una grande passione per il teatro…


Tra le ultime uscite della Newton Compton questa è una delle poche a salvarsi. Si tratta di un romanzo strutturato bene, anche se la mole d'informazioni sul Bardo di Stratford-upon-Avon è riversata a fiume sul lettore che rischia di essere sopraffatto e il ritmo un po' ne risente.  Non si tratta di un capolavoro ma una lettura abbastanza intrigante; messa a confronto con certi ridicoli romanzetti pubblicati ultimamente a suon di roboanti fascette riportanti deliri da demenza spacciati per giudizi critici, non può che uscire a testa alta. E finalmente dopo aver letto l'ultima pagina, si può chiudere il libro senza smadonnare.
I fortunati che conoscono bene Shakespeare andranno a nozze con gli interrogativi, le congetture, gli indizi e le teorie enunciate e potranno godere di una lettura gradevole. Per tutti gli altri (compreso il sottoscritto) si tratta sicuramente di un incentivo ad approfondire le opere di Shakespeare, chiunque egli fosse.

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