Righeira: Vamos A La Playa.
Qualche post fa si parlava di canzoni che non raccontano quello che ci si aspetta. Si parlava di Dancing With Tears In My Eyes degli Ultravox che, invece di lacrime su una pista da ballo ripensando a qualche amore perduto, racconta di un'imminente apocalisse nucleare.
L'apocalisse nucleare era la grande paura degli anni ottanta. Una paura che non s'insinuò solo nei paesi anglosassoni, ma anche nei più solari e spensierati paesi mediterranei. Come l'Italia.
L'apocalisse nucleare era la grande paura degli anni ottanta. Una paura che non s'insinuò solo nei paesi anglosassoni, ma anche nei più solari e spensierati paesi mediterranei. Come l'Italia.
Proprio così, perché un'altra canzone insospettabile, anch'essa legata al timore di una catastrofe atomica, questa volta a differenza della canzone degli Ultravox, già avvenuta, è Vamos A La Playa dei Righeira.
È stato il primo vero tormentone italico. La si sentiva dappertutto e in ogni momento. Non era mai capitato, almeno in Italia, che una canzone venisse trasmessa in una rotazione così massiccia: un vero e proprio fenomeno virale ante litteram. Da bambino qual ero, lungi da me anche solo l'idea di sapere di cosa parlasse.
Andiamo alla spiaggia. Tanto bastava per immaginare una vacanza al mare, tuffi e giochi con la sabbia.
Col passare degli anni, capitava di sentirla per radio in uno di quei revival anni ottanta che sovente riempiono i palinsesti, ma anche qui non è che ci si lambiccasse per capire il testo, e poi diciamola tutta, stiamo parlando dei Righeira, mica di Bob Dylan. La curiosità letteraria era pari a zero.
Andiamo alla spiaggia. Tanto bastava per immaginare una vacanza al mare, tuffi e giochi con la sabbia.
Col passare degli anni, capitava di sentirla per radio in uno di quei revival anni ottanta che sovente riempiono i palinsesti, ma anche qui non è che ci si lambiccasse per capire il testo, e poi diciamola tutta, stiamo parlando dei Righeira, mica di Bob Dylan. La curiosità letteraria era pari a zero.
Andiamo alla spiaggia. Tanto bastava per immaginare notturne limonate dure rischiarate da un falò.
Qualche mese fa, invece, la rivelazione. Sono passati oltre trent'anni dal primo successo dei Righeira e leggendo un articolo in merito, scopro che nel testo non ci sono riferimenti a giochi con le biglie o al baccagliamento selvaggio della turista tedesca, ma una caustica e velatemente ironica gita al mare post atomica.
Andiamo alla spiaggia
La bomba è esplosa
Le radiazioni bruciano
E dipingono di blu
Andiamo alla spiaggia, oh oh oh oh oh
Andiamo alla spiaggia
Tutti col sombrero
Il vento radioattivo
Spettina i capelli
Andiamo alla spiaggia, oh oh oh oh oh
Andiamo alla spiaggia
Alla fine il mare è pulito
Niente più pesce puzzolente
Ma acqua fluorescente
La bomba è esplosa
Le radiazioni bruciano
E dipingono di blu
Andiamo alla spiaggia, oh oh oh oh oh
Andiamo alla spiaggia
Tutti col sombrero
Il vento radioattivo
Spettina i capelli
Andiamo alla spiaggia, oh oh oh oh oh
Andiamo alla spiaggia
Alla fine il mare è pulito
Niente più pesce puzzolente
Ma acqua fluorescente
Una curiosità.
Sembra proprio che il termine tormentone sia stato coniato da un critico musicale per evidenziare la quasi ossessiva ripetitività del ritornello (che ne decretò il successo), utilizzato come se fosse un mantra ipnotico o un tormento.
Così la parola prese piede e ora viene usata per indicare un successo radiofonico oppure, in senso figurato, per un qualcosa che ricorre in modo insistente.
Un po' di storia.
Il successo di Vamos A La Playa nell'estate del 1983 fu inaspettato. Rimase per sette settimane in cima alla classifica italiana dei singoli e vendette (anche all'estero) oltre tre milioni di copie.
Negli Stati Uniti la canzone venne pubblicata dall'etichetta A&M che aveva in scuderia tipi come Supertramp e Police.
una delle canzoni più geniali di sempre.
RispondiEliminameno solare di quanto si potrebbe immaginare...
Vero.
RispondiEliminaSuccesso meritatissimo. Notevoli anche le successive No Tengo Dinero e L'estate Sta Finendo, ma anche gli album contengono perle poco conosciute che avrebbero meritato maggior fortuna. Bella idea per un post dedicato! :-)
Oddio, questa storia è interessantissima!
RispondiEliminaA proposito: mi pare di aver letto da qualche parte che Every breath you take, dei Police, non parla di una storia d'amore, ma di stalking.
L'unica cosa certa è che Every Breath You Take sia stata scritta da Sting mentre stava divorziando e quindi il testo è stato influenzato dalla situazione. Si dice anche, come giustamente fai notare, che narri una storia di stalking, d'altronde versi come:
RispondiEliminaOgni movimento che fai
Ogni promessa che rompi
Ogni sorriso che fingi
Ogni barriera che innalzi
Io starò a guardarti
possono essere romantici ma anche inquietanti! :-)
Un'altra ipotesi suggerisce addirittura che si riferisce vagamente alle lotte sindacali che stavano avvenendo a quell'epoca. Nel senso che i lavoratori avrebbero controllato ogni movimento dei loro padroni. Ma se leggi bene il testo questa ipotesi è moooolto azzardata.
Comunque meriterebbe un approfondimento! Grazie e benvenuto!