Il Primo Giorno Di Scuola.
Ieri è ricominciata la scuola. Ho curiosato in rete alla ricerca di canzoni che, in un modo o nell'altro, ne parlassero e ne ho trovate parecchie; c'è proprio l'imbarazzo della scelta. D'altronde la scuola, subito dopo la famiglia, è da sempre uno degli obiettivi presi di mira da quel sentimento di ribellione che si agita nell'animo degli adolescenti. Tra le tante, una canzone in particolare incarna alla perfezione ciò che provavo in quegli anni così difficili e tuttavia sorprendenti.
Sentirsi uno sfigato e una nullità. Che meraviglia!
School dei Nirvana rende perfettamente l'idea. Mi piace il riff, abrasivo e sgraziato ma mi piace soprattutto il testo. E' il bignami del perfetto sbarbatello in crisi. Cobain riesce in poche, semplici e mirate parole a esprimere perfettamente la frustrazione di un adolescente che non riesce a integrarsi, che fatica a riconoscere un'autorità imposta, o molto più semplicemente che della scuola ha le palle piene. Kurt è bravo nell'interpretare le parole, le biascica e le urla quasi controvoglia, come se l'accettazione di essere un nulla riuscisse a far evaporare la rabbia, dissolvendola in una nube di apatia. Una nube che ti si appiccica addosso e non riesci più a levare. Finché un bel giorno ti alzi e quei quattro peli sfigati che hai sotto il naso e che sono stati per lungo tempo una costante fonte d'imbarazzo, si sono trasformati in baffi veri e puoi finalmente raderli (al suolo). Quando hai finito, li guardi scivolare nello scarico, poi alzi gli occhi e nello specchio la tua immagine riflessa è più nitida.
La scuola per me è stata un po' così: un male necessario. Non l'ho mai amata ma nemmeno detestata, ho vissuto quegli anni aspettando i fine settimana e le vacanze. Una cosa che non ho mai smesso di fare. School mi ricorda quegli anni, anche se non è stata la mia colonna sonora di studente perché quando sono arrivati i Nirvana, avevo appeso al chiodo i libri già da qualche mese. Mi sentivo uno sfigato e una nullità, odiavo il mondo e il mondo odiava me ma l'intervallo l'ho sempre fatto.
Sentirsi uno sfigato e una nullità. Che meraviglia!
School dei Nirvana rende perfettamente l'idea. Mi piace il riff, abrasivo e sgraziato ma mi piace soprattutto il testo. E' il bignami del perfetto sbarbatello in crisi. Cobain riesce in poche, semplici e mirate parole a esprimere perfettamente la frustrazione di un adolescente che non riesce a integrarsi, che fatica a riconoscere un'autorità imposta, o molto più semplicemente che della scuola ha le palle piene. Kurt è bravo nell'interpretare le parole, le biascica e le urla quasi controvoglia, come se l'accettazione di essere un nulla riuscisse a far evaporare la rabbia, dissolvendola in una nube di apatia. Una nube che ti si appiccica addosso e non riesci più a levare. Finché un bel giorno ti alzi e quei quattro peli sfigati che hai sotto il naso e che sono stati per lungo tempo una costante fonte d'imbarazzo, si sono trasformati in baffi veri e puoi finalmente raderli (al suolo). Quando hai finito, li guardi scivolare nello scarico, poi alzi gli occhi e nello specchio la tua immagine riflessa è più nitida.
La scuola per me è stata un po' così: un male necessario. Non l'ho mai amata ma nemmeno detestata, ho vissuto quegli anni aspettando i fine settimana e le vacanze. Una cosa che non ho mai smesso di fare. School mi ricorda quegli anni, anche se non è stata la mia colonna sonora di studente perché quando sono arrivati i Nirvana, avevo appeso al chiodo i libri già da qualche mese. Mi sentivo uno sfigato e una nullità, odiavo il mondo e il mondo odiava me ma l'intervallo l'ho sempre fatto.
Non ci crederai
È solo la mia fortuna
Niente intervallo
Sei di nuovo al liceo
Sei nuovamente nessuno!
Niente intervallo.
È solo la mia fortuna
Niente intervallo
Sei di nuovo al liceo
Sei nuovamente nessuno!
Niente intervallo.
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