Aspettando il Grande Cocomero: La Morte Mormora di Fabrizio Borgio
Corrado Falletto, primo cittadino di Serravalle Mormora, si suicida
gettandosi dal castello del paese, dopo aver ricevuto una lettera
anonima recante la perentoria frase: NULLA CAMBIA.
Quando il cadavere viene rinvenuto, si scopre che è privo della testa. La sua morte traumatizza la realtà chiusa e conservatrice del comune piemontese, nel quale si susseguono eventi inspiegabili, e scatena una lotta segreta e intestina tra i vari protagonisti della politica locale.
Intanto, ad Asti, l’agente speciale Stefano Drago, membro del misterioso Dipartimento Indagini Paranormali, riceve l’incarico di indagare sulla scomparsa di un Libro del Comando, un testo magico, temuto e messo all’indice dalle autorità clericali. Il caso si rivela complicato e ben presto finirà con l’intrecciarsi con l’inchiesta sulla morte del sindaco decapitato.
Fabrizio Borgio è bravo. Potrei chiudere qui la questione, ma non prima d'avervi sollecitato nel recuperare le due indagini di Stefano Drago: Masche (ne avevo parlato qui) e La Morte Mormora. Nel caso aveste ancora qualche dubbio, vi spiego perché Borgio dev'essere assolutamente letto.
Innanzitutto perché la passione che mette nello scrivere è qualcosa di commovente e che raramente ho incontrato. Per rendersene conto basta seguire i suoi blog (Taccuino Da Altri Mondi e Il Taccuino Giallo) oppure rintracciarlo su Facebook o Twitter e leggere quello che scrive. E soprattutto come lo scrive. L'amore e la passione a volte non bastano, ma se sono coniugate a una padronanza dello stile e della struttura narrativa impeccabile, come nel caso dello scrittore astigiano, ecco che tutti i tasselli vanno al posto giusto componendo un mosaico perfetto.
La Morte Mormora è la seconda indagine di Stefano Drago, l'investigatore dell'occulto e del paranormale, che ancora una volta si trova a indagare avvolto dalle nebbie della tradizione popolare piemontese. Se nel primo romanzo l'oggetto dell'indagine erano le Masche (le streghe), ora compare il misterioso e terribile Libro Del Comando.
Qui, in Piemonte, questo libro evoca oscuri fantasmi anche solo a nominarlo.
Non si tratta del De Cerimoniis Magicis di Enrico Cornelio Agrippa, conosciuto anche come Il Libro del Comando, compendio di magia cerimoniale ed evocazione spiritica, che esiste realmente ed è conservato alla Biblioteca Nazionale di Roma.
Il libro che qui pochi osano nominare è stato scritto dal diavolo in persona e, oltre a evocare gli spiriti, serve anche a lanciare malefici. E' il libro delle Masche, tramandato di generazione in generazione, un tomo di considerevoli dimensioni con scritto comanda, comanda, comanda nella prima pagina. Chi lo possiede, possiede anche il potere.
Il potere. E' questo il sottile e occulto filo conduttore de La Morte Mormora. Le indagini di Drago vanno a cozzare con la politica di paese e le sue dinamiche. Dinamiche che Borgio descrive con sapiente maestria. Sotterfugi, alleanze, tradimenti e ricatti sono gli strumenti usati per raggiungere il più agognato dei traguardi: il comando. E quando tutto questo non basta c'è chi risveglia ataviche forze che sarebbe meglio lasciar dormire.
Horror e giallo giocano a rimpiattino su di un intreccio ben strutturato, mentre Borgio muove le pedine con sapienza e gioca le sue carte come solo un professionista sa fare.
Stefano Drago è figlio della miglior tradizione dell'investigazione di genere, e inevitabilmente il pensiero va a John Silence di Algernon Blackwood, al Principe Zaleski di M.P. Shiel o a Thomas Carnacki di Willam Hope Hodgson, ma non ne segue pedissequamente i tòpoi; anzi, in un certo verso se ne distacca, per abbracciare una visione più romantica e intima. L'investigatore del Dip, pur mantenendo il distacco e la lucidità necessari per svolgere correttamente le indagini, sembra metabolizzare eventi che ai più sono incomprensibili e terribili con un (apparente) fatalistico aplomb che non fa altro che generare mistero nel mistero.
Un personaggio dalle grandi potenzialità che, grazie alla bravura del suo creatore, non potrà far altro che crescere.
Quando il cadavere viene rinvenuto, si scopre che è privo della testa. La sua morte traumatizza la realtà chiusa e conservatrice del comune piemontese, nel quale si susseguono eventi inspiegabili, e scatena una lotta segreta e intestina tra i vari protagonisti della politica locale.
Intanto, ad Asti, l’agente speciale Stefano Drago, membro del misterioso Dipartimento Indagini Paranormali, riceve l’incarico di indagare sulla scomparsa di un Libro del Comando, un testo magico, temuto e messo all’indice dalle autorità clericali. Il caso si rivela complicato e ben presto finirà con l’intrecciarsi con l’inchiesta sulla morte del sindaco decapitato.
Fabrizio Borgio è bravo. Potrei chiudere qui la questione, ma non prima d'avervi sollecitato nel recuperare le due indagini di Stefano Drago: Masche (ne avevo parlato qui) e La Morte Mormora. Nel caso aveste ancora qualche dubbio, vi spiego perché Borgio dev'essere assolutamente letto.
Innanzitutto perché la passione che mette nello scrivere è qualcosa di commovente e che raramente ho incontrato. Per rendersene conto basta seguire i suoi blog (Taccuino Da Altri Mondi e Il Taccuino Giallo) oppure rintracciarlo su Facebook o Twitter e leggere quello che scrive. E soprattutto come lo scrive. L'amore e la passione a volte non bastano, ma se sono coniugate a una padronanza dello stile e della struttura narrativa impeccabile, come nel caso dello scrittore astigiano, ecco che tutti i tasselli vanno al posto giusto componendo un mosaico perfetto.
La Morte Mormora è la seconda indagine di Stefano Drago, l'investigatore dell'occulto e del paranormale, che ancora una volta si trova a indagare avvolto dalle nebbie della tradizione popolare piemontese. Se nel primo romanzo l'oggetto dell'indagine erano le Masche (le streghe), ora compare il misterioso e terribile Libro Del Comando.
Qui, in Piemonte, questo libro evoca oscuri fantasmi anche solo a nominarlo.
Non si tratta del De Cerimoniis Magicis di Enrico Cornelio Agrippa, conosciuto anche come Il Libro del Comando, compendio di magia cerimoniale ed evocazione spiritica, che esiste realmente ed è conservato alla Biblioteca Nazionale di Roma.
Il libro che qui pochi osano nominare è stato scritto dal diavolo in persona e, oltre a evocare gli spiriti, serve anche a lanciare malefici. E' il libro delle Masche, tramandato di generazione in generazione, un tomo di considerevoli dimensioni con scritto comanda, comanda, comanda nella prima pagina. Chi lo possiede, possiede anche il potere.
Il potere. E' questo il sottile e occulto filo conduttore de La Morte Mormora. Le indagini di Drago vanno a cozzare con la politica di paese e le sue dinamiche. Dinamiche che Borgio descrive con sapiente maestria. Sotterfugi, alleanze, tradimenti e ricatti sono gli strumenti usati per raggiungere il più agognato dei traguardi: il comando. E quando tutto questo non basta c'è chi risveglia ataviche forze che sarebbe meglio lasciar dormire.
Horror e giallo giocano a rimpiattino su di un intreccio ben strutturato, mentre Borgio muove le pedine con sapienza e gioca le sue carte come solo un professionista sa fare.
Stefano Drago è figlio della miglior tradizione dell'investigazione di genere, e inevitabilmente il pensiero va a John Silence di Algernon Blackwood, al Principe Zaleski di M.P. Shiel o a Thomas Carnacki di Willam Hope Hodgson, ma non ne segue pedissequamente i tòpoi; anzi, in un certo verso se ne distacca, per abbracciare una visione più romantica e intima. L'investigatore del Dip, pur mantenendo il distacco e la lucidità necessari per svolgere correttamente le indagini, sembra metabolizzare eventi che ai più sono incomprensibili e terribili con un (apparente) fatalistico aplomb che non fa altro che generare mistero nel mistero.
Un personaggio dalle grandi potenzialità che, grazie alla bravura del suo creatore, non potrà far altro che crescere.
Grande scrittore il Borgio, merita tutte le belle cose che hai scritto.
RispondiEliminaE' bravo sì. E se vivessimo in un paese normale avrebbe tutto il successo che merita...
RispondiEliminaCiao Nick!
RispondiEliminaIl libro del comando fa parte delle nostre tradizioni più antiche e delle paure più profonde. Rappresenta il male in assoluto perchè masche, streghe, diavoli erano tutti accomunati da quel libro.
Questo di Borgio l'ho letto e come avrei potuto non farlo? Oltretutto narra vicende che mi hanno riportato alla memoria le storie che raccontava a mezza voce mia nonna.
Fabrizio comunque è un Grande! Sa andare a fondo nella psicologia contadina di questi paesi e paesani. Sa scavare nella piemontesità più arcaica e ottusa mescolandola con la modernità.
Meriterebbe molto di più!
Ciao!
Faccio capolino solo per ringraziarvi. Sono commosso e riconoscente. E bon!
RispondiElimina@Patricia, hai spiegato benissimo cos'è per noi il Libro del Comando. Inevitabilmente sentendolo nominare, i racconti del'infanzia riemergono e con essi quelle paure che allora trovavamo enormi riescono ancora a instillare qualche brivido. Forse anche questo è uno dei suoi grandi poteri... Fabrizio è davvero bravo, non solo a cogliere la piemontesità con le sue mille sfumature, pregi e contraddizioni e attualizzarla, ma anche nell'adattarla a una forma romanzo che si distacca dal classico giallo all'italiana e dal gotico rurale per creare una miscela di noir e ghost story, a mio avviso, originale. Non è semplice ma lui ci riesce benissimo.
RispondiElimina@Fabrizio, grazie a te! E nell'attesa di leggere una nuova avventura di Drago, recupererò Vino Rosso Sangue.
RispondiEliminaUn piccola news: in realtà, la terza indagine di Stefano Drago è pronta da tempo, s'intitola Il Settimino ed è attualmente orfana di editore. Ci stiamo lavorando e in un modo o nell'altro vedrà una pubblicazione.
RispondiEliminaL'extrema ratio potrebbe essere un'autopubblicazione in ebook ma prima devo aspettare qualche responso...
Questa è una bella notizia, incrociamo le dita e speriamo di poterla leggere al più presto!
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