Empyrium: The Turn Of The Tides.
Autunno. Le giornate si accorciano, il sole diventa sempre più pigro e
la nebbia, specialmente all'alba, torna a farci compagnia. Cambiano i
colori, il verde sta velocemente arrugginendo e le prime foglie iniziano a
toccare terra. Tra qualche settimana sarà un tripudio di tonalità calde,
che renderanno unici i paesaggi campestri. Prima che tutto si fermi con
l'arrivo dell'inverno, sembra che la natura tenti, con un ultimo colpo di
coda, di stupire ancora una volta prima di addormentarsi.
Questo preambolo fa capire che adoro l'autunno. E adoro gli Empyrium, che ho sempre considerato come un gruppo ideale per questa stagione, non solo a causa delle splendide copertine che ritraggono paesaggi bucolici in clima autunnale, ma soprattutto per la musica che ha dei connotati tipicamente romantici e crepuscolari. Da sempre fortemente legato alla natura, il gruppo tedesco ha ormai abbandonato da tempo il doom degli esordi e le sonorità più dure per abbracciare suoni difficilmente catalogabili. Qualcuno lo definisce dark folk sinfonico, ma non credo che il termine sia del tutto corretto perché, come si può notare dall'ascolto del nuovo lavoro, pubblicato ben dodici anni dopo il loro ultimo disco d'inediti Weiland, il folk sembra essere solo un'ombra e non il tema portante, mentre le influenze darkwawe si consolidano. Sono dettagli del tutto trascurabili poiché qualsiasi cosa sia, The Turn Of The Tides è un disco di una bellezza disarmante. Il metal è ormai un ricordo lontano, anche se compaiono sporadicamente qualche accenno di distorsione e qualche ululato growl in Dead Winter Ways, quasi a non voler rinnegare le proprie origini. Sintetizzatori e cantato lirico sono ormai diventati l'abito ben indossato dal gruppo, che trova nella voce operistica di Thomas Helm la chiave per esprimere tutta la solennità necessaria al nuovo percorso artistico degli Empyrium. Punto di forza di questo disco è anche la durata non eccessiva, sia in totale (siamo intorno ai quarantatré minuti) che per le singole canzoni. La canzone più lunga, quella che dà il titolo all'album, supera di poco gli otto minuti. L'aver limato inutili voli pindarici rende il disco, se non immediato, molto più semplice da assimilare. Fin dal primo ascolto è possibile perdersi piacevolmente tra le melodie, anche se per poterlo apprezzare pienamente, è necessario degustarlo con calma. Magari sorseggiando un vino rosso barricato, mentre l'oscurità cala il suo cupo manto sul mondo.
Gli Empyrium sono:
Ulf Theodor Schwadorf (Basso, Chitarra, Batteria, Percussioni e Voce)
Thomas Helm (Tastiere, Pianoforte e Voce)
Discografia:
Demo
...der wie ein Blitz vom Himmel fiel... (1995)
Ep
Drei Auszüge aus Weiland (2002)
Dead Winter Ways (2013)
Album
A Wintersunset... (1996)
Songs of Moors and Misty Fields (1997)
Where at Night the Wood Grouse Plays (1999)
Weiland (2002)
The Turn of the Tides (2014)
Live
Into the Pantheon (2013)
Bochum | Christuskirche | 2012 (2013)
Raccolte
A Retrospective... (2006) Singolo e box
1994 - 2014 (2014) Box
Video
Into the Pantheon (2013)
Questo preambolo fa capire che adoro l'autunno. E adoro gli Empyrium, che ho sempre considerato come un gruppo ideale per questa stagione, non solo a causa delle splendide copertine che ritraggono paesaggi bucolici in clima autunnale, ma soprattutto per la musica che ha dei connotati tipicamente romantici e crepuscolari. Da sempre fortemente legato alla natura, il gruppo tedesco ha ormai abbandonato da tempo il doom degli esordi e le sonorità più dure per abbracciare suoni difficilmente catalogabili. Qualcuno lo definisce dark folk sinfonico, ma non credo che il termine sia del tutto corretto perché, come si può notare dall'ascolto del nuovo lavoro, pubblicato ben dodici anni dopo il loro ultimo disco d'inediti Weiland, il folk sembra essere solo un'ombra e non il tema portante, mentre le influenze darkwawe si consolidano. Sono dettagli del tutto trascurabili poiché qualsiasi cosa sia, The Turn Of The Tides è un disco di una bellezza disarmante. Il metal è ormai un ricordo lontano, anche se compaiono sporadicamente qualche accenno di distorsione e qualche ululato growl in Dead Winter Ways, quasi a non voler rinnegare le proprie origini. Sintetizzatori e cantato lirico sono ormai diventati l'abito ben indossato dal gruppo, che trova nella voce operistica di Thomas Helm la chiave per esprimere tutta la solennità necessaria al nuovo percorso artistico degli Empyrium. Punto di forza di questo disco è anche la durata non eccessiva, sia in totale (siamo intorno ai quarantatré minuti) che per le singole canzoni. La canzone più lunga, quella che dà il titolo all'album, supera di poco gli otto minuti. L'aver limato inutili voli pindarici rende il disco, se non immediato, molto più semplice da assimilare. Fin dal primo ascolto è possibile perdersi piacevolmente tra le melodie, anche se per poterlo apprezzare pienamente, è necessario degustarlo con calma. Magari sorseggiando un vino rosso barricato, mentre l'oscurità cala il suo cupo manto sul mondo.
Gli Empyrium sono:
Ulf Theodor Schwadorf (Basso, Chitarra, Batteria, Percussioni e Voce)
Thomas Helm (Tastiere, Pianoforte e Voce)
Discografia:
Demo
...der wie ein Blitz vom Himmel fiel... (1995)
Ep
Drei Auszüge aus Weiland (2002)
Dead Winter Ways (2013)
Album
A Wintersunset... (1996)
Songs of Moors and Misty Fields (1997)
Where at Night the Wood Grouse Plays (1999)
Weiland (2002)
The Turn of the Tides (2014)
Live
Into the Pantheon (2013)
Bochum | Christuskirche | 2012 (2013)
Raccolte
A Retrospective... (2006) Singolo e box
1994 - 2014 (2014) Box
Video
Into the Pantheon (2013)
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