Memorabilia #4


All'epoca ero pieno trip doom-dark-gotico e continuavo imperterrito a pubblicare recensioni adatte a un pubblico decisamente di nicchia. Questa recensione, non benevola nei confronti di uno dei miei gruppi preferiti iniziò ad attirare qualche velata critica per un mio presunto integralismo stilistico. Niente di più lontano dalla realtà. I Tiamat non riuscirono a diventare la versione dark degli U2 e dopo un ulteriore trittico di dischi, decisamente più duri e consoni alla propria indole, si sciolsero. Consapevoli di aver detto tutto quello che avevano da dire ma lasciandosi alle spalle un capolavoro (Wildhoney) e un paio di dischi superbi (A Deeper Kind Of Slumber e Skeleton Skeletron)

Post pubblicato giovedì 13 novembre 2003 alle ore 13:19

TIAMAT


Judas Christ
Premessa: non ho ancora ascoltato il loro ultimo disco: Prey. Perciò alcune mie considerazioni e sensazioni potranno non corrispondere all'effettivo percorso artistico intrapreso dal gruppo.

I Tiamat si danno al Dark-Pop?
A giudicare da questo lavoro si direbbe di sì.

Rispetto al precedente lavoro (Skeleton Skeletron) i suoni si ammorbidiscono e le canzoni diventano più orecchiabili, ma mai, musicalmente parlando, banali. Il marchio di fabbrica dei Tiamat, ovvero la calda e baritonale voce di Edlund rimane costante, con l'aggiunta in alcune canzoni di cori femminili, come nel singolo Vote for Love e nella veloce I am in love with myself. Gli effetti di synth e di programming che avevano caratterizzato l'etereo e bellissimo A deeper Kind of slumber e che erano stati accantonati nel suo successore, ritornano anche se non in maniera massiccia e donano all'album quell' atmosfera plumbea e maledetta che ben si confà al gruppo.
L'unica nota dolente a mio avviso riguarda la caduta di stile subìta.
I Tiamat stanno cercando di vendere. Questo è lampante in un singolo come Vote for love. Non mi sarei mai aspettato da Edlund, (qualcuno ricorda come si faceva chiamare agli albori della sua carriera?) un testo a la Pausini o delle rime baciate da Baci Perugina (I love you like the bullet loves the gun ????). Il gruppo giustifica queste liriche come una sorta di cambiamento di atteggiamento verso la vita, ma a me sa più di astuta mossa commerciale. D'altronde basta guardare il video del singolo per capirlo, sembra che i Tiamat vogliano diventare una sorta di versione dark degli U2.
Che dire poi della scelta di un titolo che con l'album c'entra poco o niente, messo lì solo per scioccare i benpensanti o per invogliare qualche blackster intransigente attratto dal capro in copertina e dal titolo in questione, all'acquisto? Secondo me non basta l'odio verso qualsiasi forma di religione da parte di Edlund a giustificarlo e a giustificare una frase inserita un po' forzatamente nel ritornello di Return of the son of nothingness, specialmente se due canzoni dopo si sente cantare: é tempo di uscire e di votare per l'amore.
A proposito, nel booklet (molto bello), fanno nuovamente capolino le croci rovesciate.
I Tiamat sono un po' confusi, sia dal punto di vista prettamente musicale che lirico, speriamo passi presto.

Commenti

  1. Non sono diventati la versione dark degli U2, sicuramente: io non li ho mai sentiti.
    La svolta pop-commerciale, in un gruppo, ci può anche essere (magari come episodio isolato), qua mi pare che non abbia portato a molto visto che si sono sciolti.
    Come si faceva chiamare il cantate?

    Moz-

    RispondiElimina
  2. Assolutamente d'accordo con te: l'analisi del disco è perfetta.
    Fortunatamente si sono ripresi con gli ultimi lavori (Amanethes più che The Scarred People, a dire il vero), ma Skeleton Skeleton e, soprattutto, A Deeper Kind of Slumber sono ben altra cosa a mio parere.
    Ah, dimenticavo...se non l'hai fatto già ti consiglio di lasciare perdere Prey: è peggio di Judas Christ!

    Un saluto

    RispondiElimina
  3. Cercherò di recuperare il "buono" del gruppo e magari questo "capolavoro" lo snobbo ;)
    Come già richiesto da Moz... come si faceva chiamare il tipo??? Siamo curiosi :D

    RispondiElimina
  4. @Ant: Prey è l'unico album che mi manca, lo ascoltai un paio di volte ma poi lasciai perdere perché mi sembrava una copia sbiadita di Judas. Amanethes mi piace parecchio e insieme a Scarred (un gradino più in basso) trovo che siano comunque un buon congedo per un gruppo che, nonostante qualche caduta, ha dato molto agli amanti del rock gotico. Chissà che starà facendo il buon Johan, l' ho perso di vista!

    RispondiElimina
  5. @Miki: non sono uno di quei bacchettoni intransigenti e non discrimino quei gruppi che intraprendono un percorso di più facile presa verso il grande pubblico. :-)
    Però in questo caso alcune canzoni erano davvero imbarazzanti per quanto somigliassero agli U2. Il video di Vote For Love (che trovi comodamente sul Tubo) anche iconograficamente non lascia dubbi: sembrano la versione goth di Bono epoca Achtung Baby! Infatti dopo un ulteriore tentativo (Prey) hanno fatto una retromarcia paurosa verso sonorità mnolto più dure.

    RispondiElimina
  6. @Glò: devi assolutamente ascoltare WildHoney (sul tubo lo trovi) e poi mi dici che ne pensi :-)

    @Miki e @Glo: inversamente all'iconografia del gruppo che può vagamente ricordare le formazioni Black Metal verrebbe da pensare che il cantante si facesse chiamare con qualche simpatico nomigliolo ti Butcher, Hellhammer et similia. Invece si è sempre fatto chiamare col suo nome: Johan Edlund. A meno che mi sia perso qualcosa! :-)

    RispondiElimina
  7. Ho appena finito un primo ascolto di Wildhoney e l'ho trovato bellissimo! Si ascolta con immenso piacere, direi che finisce pure troppo in fretta! Potenza emotiva, su tutto! *__*

    RispondiElimina
  8. Wildhoney è emozione allo stato puro! L'avrò ascoltato un migliaio di volte e riesce sempre a sorprendermi ed emozionarmi come se fosse il primo ascolto...

    RispondiElimina

Posta un commento