Memorabilia #30

Chissà se a Lovecraft sarebbe piaciuto l'heavy metal. Probabilmente no e forse l'avrebbe definito come il cacofonico suono del caos (strisciante). Quello che è certo è che al metal Lovecraft piace parecchio.


Post pubblicato mercoledì 26 ottobre 2005, alle ore 16:23

The Vision Bleak
Carpathia
Adepti di Chtulhu, genuflettetevi recitando le vostre blasfeme preghiere.
Prostratevi e accogliete il caos strisciante, l’attesa sta per terminare: i Grandi Antichi stanno per tornare.
E mentre l’empio rituale si sta consumando, nell’etere si diffonde la musica dei The Vision Bleak.Il secondo disco del poilstrumentista tedesco Schwadorf è un’ode all’opera del Solitario Di Providence in cui si narra la vicenda di un uomo che, recatosi in Carpazia, per prendere possesso dell’eredità dei suoi avi scopre quali sono le sue vere origini. E non sarà una scoperta piacevole.
L’Heavy Metal senza troppi fronzoli, con tutti i suoi pregi, difetti e limiti, si adatta alla perfezione alle apocalittiche atmosfere del mondo Lovecraftiano, grazie soprattutto agli arrangiamenti orchestrali, mai troppo invadenti o pomposi. L’opera soffre, però, della mancanza di momenti più lenti che avrebbero donato un’atmosfera ancora più cupa e malsana. Nonostante ciò il valore del racconto lovecraftiano in musica non rimane inalterato, soprattutto per gli amanti del genere e dei rampolli di Yog Sothoth. L’apice viene raggiunto durante il coro di Kutulu che incolla veramente gelidi brividi lungo la schiena e non si può fare a meno di unirsi alla blasfema invocazione IA IA CHTULHU FATHAGN! anche se siete in macchina mentre vi recate in ufficio. Aprite la mente e pregate perché possa accogliere Colui Senza Nome senza gettarla nel tetro abisso della follia

Commenti

  1. Ciao Diego, sembra quasi che tu sia entrato a casa mia a rovistare tra i miei dischi! :) Una serie incredibile!
    È un piacere leggere tutte le tue interessantissime recensioni di fila, dato che riguardano dischi che ho amato molto. Compreso questo.
    Ora me lo riascolto, appena finisco con i Dresden Dolls.

    Un saluto

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  2. Avevo già intuito che avevamo gusti eterogeneamente simili ed è sempre un piacere trovare delle persone affini in quel marasma che è il web. Specialmente se i gusti sono un po' "di nicchia". Guarda, rispolverando questi vecchi post sto riscoprendo dischi che avevo praticamente dimenticato. Li sto riascoltando e le vecchie emozioni si sommano, oltre ai ricordi che inevitabilmente si generano, a nuove sensazioni. Un segno inequivocabile del loro valore, che a questo punto non è non solo soggettivo.

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  3. Concordo pienamente...,Io, dopo aver letto ognuna delle tue recensioni della serie Memorabilis, procedo subito all'ascolto, quando le parole sono ancora fresche. È un effetto immediato; riesci a far riaccendere la fiamma e i vecchi ricordi. Perciò è inevitabile che venga la voglia di riprendere in mano i "vecchi" dischi. Non è cosa da poco.
    Grazie

    Ciao!

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  4. Grazie Ant, le tue parole mi fanno un piacere enorme!
    Ciao!

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