Memorabilia #38
Ci può essere ordine anche nella confusione. Ed è proprio la confusione a regnare sovrana in questa coppia di post. Una confusione che ha un suo perché. D'altronde, come diceva un mio grande amico, a tutto c'è una spiegazione. Anche sul fatto di ascoltare le Pipettes e i Neurosis...
Post pubblicato mercoledì 20 settembre 2006, alle ore 13:35
e lunedì 2 ottobre 2006, alle ore 12:45
The Pipettes
We Are The Pipettes
Signore e signori, vi saluto. Ho deciso di andare a fare il roadie per le Pipettes. Non ho ascoltato il disco, solo il singolo (che non sfigurerebbe nella colonna sonora di Grease), tanto caruccio e così bubble gum che quando lo metto a palla nello stereo sembra che le casse sputino fuori le bolle e la giornata si tinga di rosa. Anche se queste tre signorine suonassero grindcore lanciando teste di porco mozzate sul pubblico, vomitando ogni sorta di blasfemia, le mie orecchie sentirebbero solo dolci melodie e i miei occhi vedrebbero solo bolle leggere fluttuare nella tersa aria di primavera.
Post pubblicato mercoledì 20 settembre 2006, alle ore 13:35
e lunedì 2 ottobre 2006, alle ore 12:45
The Pipettes
We Are The Pipettes
Signore e signori, vi saluto. Ho deciso di andare a fare il roadie per le Pipettes. Non ho ascoltato il disco, solo il singolo (che non sfigurerebbe nella colonna sonora di Grease), tanto caruccio e così bubble gum che quando lo metto a palla nello stereo sembra che le casse sputino fuori le bolle e la giornata si tinga di rosa. Anche se queste tre signorine suonassero grindcore lanciando teste di porco mozzate sul pubblico, vomitando ogni sorta di blasfemia, le mie orecchie sentirebbero solo dolci melodie e i miei occhi vedrebbero solo bolle leggere fluttuare nella tersa aria di primavera.
A furia di ascoltare le Pipettes (un nome che è tutto un programma), il tasso
glicemico del mio sangue è schizzato alle stelle. Preoccupato, inoltre,
dell’estrema rosea visione di tutte le cose dello scibile umano che è in netto
ed estremo contrasto con la mia cupa indole, ho deciso di ricorrere ad una cura
disintossicante. Così ho trascorso il fine settimana lasciandomi cullare dai
marosi sonori dei Neurosis. L’inizio è stato terribile. Come quando sei in
viaggio, hai nostalgia di casa e alla fine non vedi l’ora di tornare. Una volta
tornati, però, c’è qualcosa che non quadra: la nostra casetta è sempre lei, ma
non è così bella come la nostalgia ce la faceva ricordare. E’ una sensazione che
dura poco, giusto il tempo di (ri)prendere confidenza. Trovare le proprie cose,
così, come le avevamo lasciate prima di partire, è confortante! Il problema con
The Eye Of Every Storm è stato che le cose non erano per nulla come le avevo
lasciate. Era tutto un caos, come se qualcuno durante la mia assenza si fosse
divertito a spostare i mobili. Non riuscivo più ad orientarmi. Vagavo con la
mente in quel flusso costante di note (rumori?) cercando il filo (ricordo bene
di averlo lasciato, quel dannato filo!) che mi conducesse fuori da quel
labirinto che non era più casa mia. Confesso che per alcuni minuti lo sconforto
è stato grande. Che cosa diavolo è
questa roba? E lo sconforto si è tramutato in panico, quando ho dato una
rapida occhiata al muro di cd etichettati con nomi (ormai) alieni. Se i Neurosis
erano diventati estranei alle mie orecchie e alla mia mente che avrei dovuto
fare con i Mars Volta, gli Hawkwind, i Residents, solo per citarne alcuni? E già
mi vedevo al mercatino delle pulci col mio banchetto stracolmo di dischi in
offerta a 5 euro l’uno, con uno in omaggio ogni cinque acquistati. Ero affranto.
La maggior parte delle volte la
verità, l’illuminazione, si trova davanti ai nostri occhi ed è solo la nostra
miopia che c’impedisce di scovarla. Stolto! Come potevo cercare la certezza in
un luogo dove la certezza non esiste? Non c’è nulla di rassicurante e certo
dentro musiche simili. Non si possono costruire fondamenta su di un terreno
fangoso in continuo movimento. Non ci si può sentire a casa. E’ questo il bello.
Con i Neurosis (e con molti altri) si è sempre in viaggio; è un’incessante e
costante vagare nei recessi e negli infiniti spazi che la mente crea, stimolata
dal flusso di note.
Il prossimo ascolto sarà
diverso.
Basterà che mi lasci andare senza
cercare nulla, permettendo alla musica di condurmi dove vuole e,
paradossalmente, mi sentirò di nuovo a casa.
Ne sono
sicuro.
Il pop provoca assuefazione,
dovrebbero scriverlo su certi dischi.
Certo che Pipettes e Neurosis è un accostamento mica da ridere. ;)
RispondiEliminaNon conosco i nomi che hai proposto, Pipettes in primis.
RispondiEliminaCome dice Nick, pippe mentali fa ridere XD
Il pop è cosa buona e giusta, se ha un'anima.
Moz-
@Nick effettivamente qualche problemino (mentale) c'è :-)
RispondiElimina@Miki Le Pipettes: Nomen Omen! Lunga vita al Pop!