Memorabilia #55

Intraprendere un percorso e non limitarsi a riproporre sempre le stesse cose. C'è chi ne fa una missione e chi vede la cosa come fumo negli occhi. Nella musica come nella vita.


Post pubblicato giovedì 22 maggio 2008, alle ore 12:13

Dead Meadow 
Old Growth

Il percorso stilistico dei Dead Meadow contiene qualcosa di affascinante che non saprei come definire. Dalle origini hard rock colorate di blues malato, che non dispiaceva anche agli amanti delle sonorità metalliche del doom metal presenti in dischi come Howls From The Hills e Shivering Kings And Others, il loro cammino ha subito una lenta e forse inesorabile deviazione verso le lande del rock psichedelico tratteggiato da elementi southern e folk e vitaminizzato da corpose iniezioni di Beatles. Volendo buttarla in cromoterapia possiamo affermare che il gruppo di Washington è passato dal nero dell’abisso al verde degli alberi. Forse così si rende meglio l’idea.
Che gran scoperta la cromoterapia!
Bene, nel loro girovagare nei boschi alla ricerca di strani funghetti i nostri hanno partorito questo Old Growth che riprende il discorso iniziato con il disco precedente, l’ottimo Feathers.
Immaginifici paesaggi bucolici sono evocati da ciclici ed ipnotici riff di chitarra su cui scolpisce fraseggi onirici un’eterea e cantilenante linea vocale: in somma sintesi, questo è Old Growth.
Io li preferivo quand’erano più malati e morbosi, ma ciò non toglie nulla al valore di questo disco.
Ne devono avere trovati tanti di funghetti, i Dead Meadow.

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