L'uomo che cadde sulla terra è tornato a casa.

In origine questo post avrebbe dovuto essere diverso. Molto.
Avrebbe dovuto essere la recensione di Black Star, il nuovo disco di David Bowie.
L'ho ascoltato una sola volta e ne sono uscito spossato. Emotivamente perché è un album molto cupo e a suo modo molto triste e malinconico. E anche fisicamente poiché non è semplice da assimilare. L'orecchiabilità non è di casa, sulla stella nera.
L'avrei ascoltato nuovamente in settimana per poi parlarne sul blog perché, complici i due strepitosi video che ne hanno anticipato l'uscita (Black Star e Lazarus), si tratta di un lavoro decisamente strano, quasi weird e fuori dai soliti schemi. Proprio come ci si poteva aspettare da un artista totale come Bowie.
Poi è successo che David se n'è andato.
Non posso dire di essere un suo fan sfegatato. Adoro le cose che ha fatto fino ai primi anni ottanta, mentre la cosiddetta svolta dance non mi è mai piaciuta più di tanto. L'avevo ritrovato qualche anno fa con The Next Day.
Inutile dire che Ziggy Stardust o la trilogia berlinese ci sono e ci saranno sempre. Ma a parte qualche canzone sparpagliata nella sua grande discografia, abbiamo percorso strade differenti.
Però, in un modo o nell'altro, nella mia vita c'è sempre stato. Per gli artisti che ha influenzato e ispirato: dove sarebbero i miei amati Bauhaus e Lou Reed senza di lui? Per le mode che ha contribuito a lanciare o per i film che ha girato (quante volte ho visto L'Uomo Che Cadde Sulla Terra?).
In questo giorni volente o no ho ascoltato di tutto, da Space Oddity ad Absolute Beginners. Perfino i Tin Machine.
Ma Black Star no.
Perché la luce sotto cui ora si riflette gli dona un'aura colorata d'angoscia che in questo momento non riesco a sopportare.

Qualche mese fa m'imbattei in un video molto particolare.
Si tratta di una cover di Space Oddity, registrata dal Comandante Chris Hadfield a bordo della Stazione Spaziale Internazionale.
Penso che ulteriori parole siano inutili.


Commenti

  1. A me piaceva molto, quest'anno non è cominciato per niente bene! :(

    RispondiElimina
    Risposte
    1. È finito male con Lemmy ed è iniziato peggio. Una brutta batosta.

      Elimina
  2. Uno dei pochissimi musicisti che continuavo a seguire. Penso che con lui se ne sia davvero andato il più grande di tutti. Io sono legato a molto di suo: Ziggy Stardust, Station to Station, la trilogia berlinese, Let's Dance, fino agli ultimi bellissimi album.
    Stella Nera è forse il miglior testamento che poteva lasciarci.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il vuoto che lascia non sarà possibile anche solo immaginare di poterlo colmare. Era unico e mancherà molto.

      Elimina
  3. Io credo di essere un fan in senso proprio, senza gli eccessi febbrili e vuoti dei folli, ma proprio per quello che rappresentava Bowie come artista, per il ruolo avuto nella musica e non solo. Non conosco i retro e i post-scena, i gossip ecc. che lo riguardano ma di certo la sua musica è sempre stata e sempre sarà nella mia vita. Duro colpo :P

    Lazarus è terrificante, ora come ora -_-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. I retroscena della vita di un artista del calibro di Bowie sono sempre importanti perché influenzano comunque anche i loro lavori. Penso ad esempio alla depressione che lo fece rifugiare nella Berlino che gli fece concepire la famosa trilogia. Lo stesso Black Star, come ho scritto nel post, a questo punto riesco solo a vederlo come un testamento. Cercato e voluto. Un'uscita di scena (forse pianificata) degna del suo stile. Grande fino alla fine. Lazarus al momento non riesco proprio ad ascoltarla, per non parlare del video.

      Elimina
    2. Beh ma quelli cui accenni sono avvenimenti della vita che hanno avuto un peso per forza di cose... io mi riferivo agli sciacallaggi in generale, sia pre che post :P
      Sicuramente questo ultimo album è il commiato che ha deciso lui stesso: è terrificante per la lucidità, ma non è puro nichilismo, io ci ho letto speranza, ecco il dolore che provoca...

      Elimina
    3. Non essendo un amante del gossip ti do ragione anche se un personaggio pubblico ci deve per forza convivere. Inoltre e questo va detto, amche il gossip fa parte del business. Fa vendere e tutto sommato fa anche comodo all'artista (No pubblicità = cattiva pubblicità). Vero è anche che quando il pettegolezzo si trasforma in mero sciacallaggio il discorso cambia.
      Infine penso una cosa: che Black Star e la "partenza" siano stati il suo ultimo coup de théâtre. Grandissimo, anche alla fine.

      Elimina
  4. Io non credo ci sia molto da aggiungere a quello che è stato scritto sopra.
    Mi mancherà

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In modo molto egoista mi viene da pensare che insieme a lui se ne sia andata anche una parte delle vite di chi ha vissuto insieme alle sue canzoni. Sembra quasi un crudele promemoria dell'inesorabile.

      Elimina
  5. Io non credo ci sia molto da aggiungere a quello che è stato scritto sopra.
    Mi mancherà

    RispondiElimina
  6. Strepitosa la cover dallo spazio, avevo già visto quel video ma è sempre un piacere...
    In ogni caso Blackstar è un gran bel disco, difficile e strano come dici tu.
    Anche io avevo abbandonato Bowie e le sue vicende musicali da molto tempo, da Scary monsters, per essere precisi. Questo nuovo invece è uno scrigno di emozioni...Peccato che sia finita così.
    Ciao

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Oh, Scary Monsters, chissà perché ma l'avevo rimosso. Devo recuperarlo. Per il momento Black Star l'ho accantonato, lo riprenderò sicuramente più avanti.

      Elimina

Posta un commento