The Last Shadow Puppets.

Il Capolavoro Ritrovato
Quando nell'aprile del 2008 uscì The Age of the Understatement, il primo disco dei The Last Shadow Puppets, un super gruppo formato da Alex Turner degli Arctic Monkeys e da Miles Kane, ex-leader dei The Rascals, ora autore di una brillante carriera solista, lo sbigottimento fu lo stato d'animo che pervase la stragrande maggioranza degli addetti ai lavori e dei fans. Tutto ci si aspettava, tranne un disco simile. Un'opera fortemente barocca e figlia del pop pomposo degli anni sessanta. Un disco piacevole, che partiva alla grande con un poker di canzoni di forte impatto (The Age of the Understatement, Standing Next to Me, Calm Like You, Separate And Ever Deadly) ma che poi si adagiava e sonnecchiava, salvo un ultimo sussulto con I Don't Like You Anymore.
Quasi tutti concordavano, a mio avviso giustamente, che si trattasse di un ottimo lavoro ma che avrebbe potuto essere meglio.
Signora, suo figlio non si applica, ha buoni voti ma se volesse potrebbe fare molto di più.
In questi giorni è uscito il seguito: Everything You've Come to Expect .
In otto anni sono cambiate molte cose. Soprattutto il fatto che i due sodali non solo sono maturati artisticamente ma entrambi hanno raggiunto meritatamente il successo. Il cosiddetto hype era alle stelle e da più parti (web e radio) ho sentito dire che finalmente sarebbe uscito il seguito di quel capolavoro che fu The Age of the Understatement.
Aspettate un attimo: fermate i buoi.
Capolavoro? Da quando in qua? Il primo disco dei The Last Shadow Puppets è come il Barolo? Più invecchia e più diventa buono?
Ma che strana la vita, avevo in casa un capolavoro e me n'ero dimenticato. Non me lo ricordavo così bello, quindi sono andato a riprenderlo. Devo ammettere d'aver faticato un po' a trovarlo perché era finito dietro agli altri cd e per un momento ho perfino dubitato di averlo.
La faccio breve, dopo anni di oblio è bastato un ascolto per consolidare le mie impressioni iniziali: un buon disco, con alcuni pezzi ottimi. Ma da qui al capolavoro la strada è lunga e irta.
The Age Of... continua a essere disco che gronda barocchismo e una pomposa magniloquenza da ogni poro. Oserei dire che è quasi cinematografico (non lo vedrei male come colonna sonora di un western tarantiniano o addirittura di un James Bond) ma questo suo essere è quasi un limite, perché sembra che manchino le immagini a completare l'opera. Ora come allora, adoro le quattro canzoni che aprono il disco. Sono pezzi insuperabili, poi però sembra che tutto si adagi e scivoli via etereamente. Ed è proprio questo senso di mancanza che ne decreta l'esclusione dal pantheon dei capolavori.
Anche perché di un capolavoro, in un modo o nell'altro, ne sentirai sempre parlare e qualche pezzo in radio volente o nolente lo trovi. Come mai fino ad oggi The Age Of... veniva quasi mai nominato?
Coincidenze? Non credo.
Sorpassando le mere speculazioni com'è questo Everything You've Come to Expect? Come il predecessore, forse un po' più cupo e leggermente più a fuoco e meno sfarzoso, come dimostra il singolo Bad Habits. La mia tesi che i Tlsp siano un gruppo cinematografico trova un suo fondamento nella coppia di singoli Aviation e Everything You've Come to Expect: si tratta di musica fatta per accompagnare le immagini. Provate ad ascoltarle e poi ascoltatele guardando i rispettivi video. Che, guarda caso, formano un sorta di lungometraggio e vanno visti in sequenza.
Il tanto atteso ritorno dei due sodali regala una conferma che non deluderà chi li ama e che per altri potrà essere una piacevole sorpresa. Un disco di classe che fa compiere ai Burattini dell'Ultima Ombra un passo avanti. Ma la strada che porta alla gloria è ancora lunga.

Commenti

  1. Ricordo anche questo disco, fu uno degli ultimi CD che comprai.
    Non parlerei nemmeno io di capolavoro e mi sorprende questa rivalutazione generalizzata, si tratta di un buon disco con alcune buone sonorità ma che contiene anche alcuni difettucci evidenti.
    E' bello vedere come il concetto del Barolo si applichi anche ai libri! ^^

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Infatti quello che mi ha colpito è il fatto di sentir parlare di capolavoro per un disco che non dico fosse finito nel dimenticatoio ma poco ci mancava. Posso capire l'entusiasmo dei fan e la marchetta radiofonica ma tutto questo fiorire di presunti capolavori e pietre miliari farlocche mica fa bene alla già esanime scena musicale.
      Bè dalle mie parti il concetto Barolo si applica un po' a tutto ;-)

      Elimina
  2. Mai ascoltati, non pare che sia un drammone quindi :D Ma siccome son curiosa, ormai credo sia notorio, farò un giretto su youtube per farmi un'idea.
    P.S.: in questo periodo son in fissa col brano Hinterland dei The Cult (ma suppongo tu lo sappia attraverso altri lidi XD)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anche in questi giorni sento parlare di disco dell'anno, capolavoro, discone, opera suprema... Inzio a pensare di avere le orecchie fallate! ;-)
      Ma quando mi piacciono i Cult!!! Devo dire che pur apprezzando molto gli ultimi lavori che sono più duri, cupi e molto legati all'esoterismo questa volta non mi hanno "smosso". Devo ammettere che gli ho dato un ascolto distratto, ma rimedierò!

      Elimina

Posta un commento