Alessandro Girola: Il Testamento di Gionata Hutter.
Campagne del lodigiano, comune di Orlavia.
Meno di mille anime, collocate in un contesto tranquillo, quasi bucolico.
Da vent'anni la cronaca nera non registra fatti degni di nota. L'ultimo scandalo di paese riguarda il misterioso rogo della vecchia chiesa di San Giorgio. Da allora Orlavia vive in totale serenità, tanto da sfalsare le statistiche.
Un uomo di origini trentine, Gionata Hutter, si è occupato per cinquant'anni di gestire la contabilità delle aziende agricole e degli esercenti locali. Ora che è morto il suo testamento desta perplessità: perché ha lasciato il suo grande casolare in eredità agli inquilini che lo abitavano? E perché il nono di essi pare scomparso nel nulla dopo aver traslocato?
L'avvocato Max Torricelli è incaricato di scoprire la verità per conto della sorella di Hutter. Ciò a cui andrà incontro supera però ogni sua aspettativa.
Una presenza misteriosa, antica e oscura vive a Orlavia.
Essa pare legata al defunto Gionata Hutter, ma anche ai demoni biblici affrescati nella chiesa di San Callisto.
E ora ha di nuovo fame...
C'era un tempo in cui i Vampiri facevano paura. Poi è arrivata la paranormal romance che li ha trasformati in macchiette, rendendoli tristi comparse in amene soap opera. Romanzetti in cui non c’era traccia delle creature di Bram Stoker ma solo dei cloni sbiaditi.
Per fortuna qualche impavido ogni tanto prova a restituire loro la giusta dignità e a renderli di nuovo spaventosi. Con questa novelette, Alessandro Girola è entrato a pieno titolo nel circolo di questi coraggiosi.
Raramente concedo cinque stelle, ma il Testamento di Gionata Hutter le merita tutte e per i motivi che vado a elencare: la costanza da parte dell’autore di produrre racconti di alta qualità, l’ottima tecnica narrativa che crea un solido impianto e il giusto crescendo conclusivo e, infine, la capacità non comune di fondere tradizione e innovazione plasmando un Nos Feratu degno di tale nome.
Se amate i Vampiri, quelli veri, sapete già cosa fare.
Questo è quanto ho postato su Amazon. E' stato uno dei pochi e-book a cui abbia dato il massimo dei voti. Non mi piace farlo, ma se si vuole recensire sulla piattaforma di Bezos, purtroppo la votazione è d'obbligo.
Non cedo facilmente all'entusiasmo perché la mia pignoleria ha qualcosa di patologico e inquietante, specialmente per quanto riguarda le cose per cui nutro più passione. Siccome il gotico rurale è tra queste, basta poco per rovinarmi la festa. Soprattutto se il risultato non soddisfa le mie (alte) aspettative. Nel presentare Il Testamento, Alessandro (lo chiamo per nome perché ormai è di casa) dichiarava di partire dai capisaldi del genere vampirico e mescolarli con i tòpos del gotico rurale, rimanendo nel contempo ancorato a una struttura narrativa classica, ma con un innesto particolare che avrebbe reso la novelette più originale. Molte volte le promesse degli scrittori somigliano paurosamente a quelle dei marinai, ma fortunatamente non è questo il caso.
Gionata Hutter è proprio come ha detto Alessandro. E' un gotico rurale classico (il paesino sperduto nella campagna, lo straniero che si trova in un clima apparentemente cordiale ma che nasconde qualcosa d'inquietante) che si sposa con la letteratura vampirica tradizionale ma con un qualcosa in più (che non vi dico per non rovinare la sorpresa) che fa salire di un gradino la novelette, facendola passare dal buono all'eccellente. L'autore non fa mistero di quali opere l'abbiano ispirato, è lui stesso a indicarlo nella prefazione e in questo post, ma lascia comunque al lettore che si nutre di horror e affini, quel divertimento nel divertimento che è la ricerca dei riferimenti letterari e cinematografici (alcuni decisamente arguti) sparpagliati nel racconto.
A questo punto è un dovere morale chiedere a Girola di far fruttare il lascito di Gionata Hutter perché è giunto il tempo di restituire alla figura del Vampiro la dignità perduta.
Meno di mille anime, collocate in un contesto tranquillo, quasi bucolico.
Da vent'anni la cronaca nera non registra fatti degni di nota. L'ultimo scandalo di paese riguarda il misterioso rogo della vecchia chiesa di San Giorgio. Da allora Orlavia vive in totale serenità, tanto da sfalsare le statistiche.
Un uomo di origini trentine, Gionata Hutter, si è occupato per cinquant'anni di gestire la contabilità delle aziende agricole e degli esercenti locali. Ora che è morto il suo testamento desta perplessità: perché ha lasciato il suo grande casolare in eredità agli inquilini che lo abitavano? E perché il nono di essi pare scomparso nel nulla dopo aver traslocato?
L'avvocato Max Torricelli è incaricato di scoprire la verità per conto della sorella di Hutter. Ciò a cui andrà incontro supera però ogni sua aspettativa.
Una presenza misteriosa, antica e oscura vive a Orlavia.
Essa pare legata al defunto Gionata Hutter, ma anche ai demoni biblici affrescati nella chiesa di San Callisto.
E ora ha di nuovo fame...
C'era un tempo in cui i Vampiri facevano paura. Poi è arrivata la paranormal romance che li ha trasformati in macchiette, rendendoli tristi comparse in amene soap opera. Romanzetti in cui non c’era traccia delle creature di Bram Stoker ma solo dei cloni sbiaditi.
Per fortuna qualche impavido ogni tanto prova a restituire loro la giusta dignità e a renderli di nuovo spaventosi. Con questa novelette, Alessandro Girola è entrato a pieno titolo nel circolo di questi coraggiosi.
Raramente concedo cinque stelle, ma il Testamento di Gionata Hutter le merita tutte e per i motivi che vado a elencare: la costanza da parte dell’autore di produrre racconti di alta qualità, l’ottima tecnica narrativa che crea un solido impianto e il giusto crescendo conclusivo e, infine, la capacità non comune di fondere tradizione e innovazione plasmando un Nos Feratu degno di tale nome.
Se amate i Vampiri, quelli veri, sapete già cosa fare.
Questo è quanto ho postato su Amazon. E' stato uno dei pochi e-book a cui abbia dato il massimo dei voti. Non mi piace farlo, ma se si vuole recensire sulla piattaforma di Bezos, purtroppo la votazione è d'obbligo.
Non cedo facilmente all'entusiasmo perché la mia pignoleria ha qualcosa di patologico e inquietante, specialmente per quanto riguarda le cose per cui nutro più passione. Siccome il gotico rurale è tra queste, basta poco per rovinarmi la festa. Soprattutto se il risultato non soddisfa le mie (alte) aspettative. Nel presentare Il Testamento, Alessandro (lo chiamo per nome perché ormai è di casa) dichiarava di partire dai capisaldi del genere vampirico e mescolarli con i tòpos del gotico rurale, rimanendo nel contempo ancorato a una struttura narrativa classica, ma con un innesto particolare che avrebbe reso la novelette più originale. Molte volte le promesse degli scrittori somigliano paurosamente a quelle dei marinai, ma fortunatamente non è questo il caso.
Gionata Hutter è proprio come ha detto Alessandro. E' un gotico rurale classico (il paesino sperduto nella campagna, lo straniero che si trova in un clima apparentemente cordiale ma che nasconde qualcosa d'inquietante) che si sposa con la letteratura vampirica tradizionale ma con un qualcosa in più (che non vi dico per non rovinare la sorpresa) che fa salire di un gradino la novelette, facendola passare dal buono all'eccellente. L'autore non fa mistero di quali opere l'abbiano ispirato, è lui stesso a indicarlo nella prefazione e in questo post, ma lascia comunque al lettore che si nutre di horror e affini, quel divertimento nel divertimento che è la ricerca dei riferimenti letterari e cinematografici (alcuni decisamente arguti) sparpagliati nel racconto.
A questo punto è un dovere morale chiedere a Girola di far fruttare il lascito di Gionata Hutter perché è giunto il tempo di restituire alla figura del Vampiro la dignità perduta.
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