Samuel Marolla: Il Colosso Addormentato.
Fabio Angotti, archeologo e ufficiale dell’esercito, viene ingaggiato
dai servizi segreti militari per una missione speciale in Afghanistan:
in un’immensa grotta gli Alpini hanno scoperto un reperto archeologico
che potrebbe cambiare la storia, un misterioso gigante di pietra alto
trecento metri e costruito da una civiltà sconosciuta. Fabio si
ritroverà isolato in una base sperduta fra le montagne nel nord
dell’Afghanistan, sotto attacco dei Talebani, e al comando dello
psicopatico colonnello Tam… nemici veri e immaginari iniziano a
confondersi e a rendere labile il confine fra la realtà e l’incubo; le
ombre e i sussurri nella notte si trasformano in terribili pericoli; gli
Alpini divengono vittime di allucinanti mutazioni; infine, una bufera
di neve si abbatte su Campo Polifemo, intrappolando i soldati italiani
in balia di forze oscure e violentissime. E su tutto l’orrore che si
scatenerà regna imperscrutabile, eterna, aliena, la mastodontica sagoma
del Colosso Addormentato…
Ho conosciuto Samuel Marolla leggendo Dampyr. Qualche anno fa, nel 2010, uscì La Locanda Delle Ultime Feste e rimasi colpito dalla sceneggiatura che in un fumetto già di qualità, come quello creato da Mauro Boselli, elevava ulteriormente i suoi alti standard. Colpito, recuperai la raccolta di racconti pubblicata l'anno precedente dalla Mondadori nella collana Epix con il titolo di Malarazza. Uno spettacolo horror letterario a cui non assistevo da tempo e che ha fatto entrare a pieno titolo Samuel nel mio personale pantheon di scrittori di genere.
Da allora continuo a seguirlo con regolarità, ricavandone esclusivamente soddisfazioni. Sia come sceneggiatore, in Dampyr ho apprezzato molto Gli Orrori di Khara Khoto e La Loggia del Crepuscolo, sia come autore di racconti con La Mezzanotte del Secolo che è stata la sua seconda raccolta o i vari racconti autopubblicati. Assolutamente da non perdere poi, il suo romanzo breve (o racconto lungo) Imago Mortis.
Quando qualche settimana fa il buon Samuel pubblica su Facebook la delirante recensione fatta da un cliente Amazon de Il Colosso Addormentato, dopo essermi ripreso dallo shock, la prima cosa che faccio è comprarlo. L'avrei fatto comunque perché ancora non l'avevo, ma leggere quel delirio ha scatenato in me una curiosità senza pari, tant'è che l'ho pure messo in cima alla lista di lettura e il giorno dopo l'avevo già letto. L'insoddisfatto acquirente partiva dolcemente: Ma come si fa a pubblicare roba del genere? Poi lamentava l'uso di termini volgari (oibò) una lingua sconnessa (?) e ripetizioni a non finire (questo ricordatevelo perché ci torneremo). Lo scandalizzato, chiosava con uno spoilerone pauroso senza avvisare il lettore, fatto che denota, oltre alla lucidità critica, un'ottima conoscenza dell'etichetta dell'internetto. La potete trovare facilmente su Amazon, una vera delizia.
Recensioni come questa, che colpiscono scrittori che conosco e che reputo di valore, sortiscono in me l'effetto opposto a quello che il loro autore si prefissa. E, da quanto ho potuto notare dai commenti su Facebook, tutti quelli che non avevano ancora letto il Colosso Addormentato hanno manifestato la voglia di farlo. Il problema nasce quando non conosci l'autore: se leggi una recensione (in questo caso parola molto grossa) del genere, dubito che tu sia disposto a spendere anche solo pochi centesimi. Ma questo è un altro discorso.
Torniamo all'opera in questione. E' davvero così terribile? Assolutamente no. Anzi, il contrario.
A questo punto mi sento d'azzardare una piccola speculazione.
Qui Marolla ha fatto una cosa semplicemente divertente e a tratti geniale: prima d'iniziare a scrivere si è travestito da Lovecraft. Sì, perché il Colosso Addormentato, oltre a essere un'opera lovecraftiana che quindi prende spunto, per atmosfere e temi trattati (il senso di orrore cosmico), dal lavoro del Solitario di Providence, sembra scritta dallo stesso Lovecraft. Ci sono dei passaggi in cui la tecnica, tramite l'uso ridondante di sostantivi, aggettivi ed espressioni, è palesemente lo stessa dello scrittore americano. Ricordate il recensore di prima, quello che lamentava ripetizioni a non finire? Ecco, semplicemente aveva capito nulla! E se non bastasse il turbinio di aggettivi ad avvalorare la mia tesi, fornisco come prova lo stesso Colosso, che è sì immobile, ma al tempo stesso presente in ogni dove, nell'etere, nella mente e nell'anima dei personaggi. E noi lettori non abbiamo il benché minimo indizio di quali possano essere le sue fattezze. Serve altro?
Non è facile scrivere come Lovecraft, ma l'autore meneghino sembra non avere problemi ed evita di forzare la mano in modo da non appesantire la narrazione che scorre fluida e non s'impantana in inutili arzigogoli. E poi c'è la sua principale caratteristica, un tratto che pochi autori horror odierni riescono a permettersi: riesce (ancora) a far rabbrividire. Gli ultimi capitoli de Il Colosso Addormentato sono un crescendo di tensione e azione popolato da creature davvero inquietanti e con un finale che non sorprenderà il lettore più esperto, ma che è il finale giusto e doveroso per una storia di stampo lovecraftiano.
Un gioco non banale, un divertissement di classe che dimostra ancora una volta l'abilità e l'indiscutibile tecnica di Samuel Marolla.
Ho conosciuto Samuel Marolla leggendo Dampyr. Qualche anno fa, nel 2010, uscì La Locanda Delle Ultime Feste e rimasi colpito dalla sceneggiatura che in un fumetto già di qualità, come quello creato da Mauro Boselli, elevava ulteriormente i suoi alti standard. Colpito, recuperai la raccolta di racconti pubblicata l'anno precedente dalla Mondadori nella collana Epix con il titolo di Malarazza. Uno spettacolo horror letterario a cui non assistevo da tempo e che ha fatto entrare a pieno titolo Samuel nel mio personale pantheon di scrittori di genere.
Da allora continuo a seguirlo con regolarità, ricavandone esclusivamente soddisfazioni. Sia come sceneggiatore, in Dampyr ho apprezzato molto Gli Orrori di Khara Khoto e La Loggia del Crepuscolo, sia come autore di racconti con La Mezzanotte del Secolo che è stata la sua seconda raccolta o i vari racconti autopubblicati. Assolutamente da non perdere poi, il suo romanzo breve (o racconto lungo) Imago Mortis.
Quando qualche settimana fa il buon Samuel pubblica su Facebook la delirante recensione fatta da un cliente Amazon de Il Colosso Addormentato, dopo essermi ripreso dallo shock, la prima cosa che faccio è comprarlo. L'avrei fatto comunque perché ancora non l'avevo, ma leggere quel delirio ha scatenato in me una curiosità senza pari, tant'è che l'ho pure messo in cima alla lista di lettura e il giorno dopo l'avevo già letto. L'insoddisfatto acquirente partiva dolcemente: Ma come si fa a pubblicare roba del genere? Poi lamentava l'uso di termini volgari (oibò) una lingua sconnessa (?) e ripetizioni a non finire (questo ricordatevelo perché ci torneremo). Lo scandalizzato, chiosava con uno spoilerone pauroso senza avvisare il lettore, fatto che denota, oltre alla lucidità critica, un'ottima conoscenza dell'etichetta dell'internetto. La potete trovare facilmente su Amazon, una vera delizia.
Recensioni come questa, che colpiscono scrittori che conosco e che reputo di valore, sortiscono in me l'effetto opposto a quello che il loro autore si prefissa. E, da quanto ho potuto notare dai commenti su Facebook, tutti quelli che non avevano ancora letto il Colosso Addormentato hanno manifestato la voglia di farlo. Il problema nasce quando non conosci l'autore: se leggi una recensione (in questo caso parola molto grossa) del genere, dubito che tu sia disposto a spendere anche solo pochi centesimi. Ma questo è un altro discorso.
Torniamo all'opera in questione. E' davvero così terribile? Assolutamente no. Anzi, il contrario.
A questo punto mi sento d'azzardare una piccola speculazione.
Qui Marolla ha fatto una cosa semplicemente divertente e a tratti geniale: prima d'iniziare a scrivere si è travestito da Lovecraft. Sì, perché il Colosso Addormentato, oltre a essere un'opera lovecraftiana che quindi prende spunto, per atmosfere e temi trattati (il senso di orrore cosmico), dal lavoro del Solitario di Providence, sembra scritta dallo stesso Lovecraft. Ci sono dei passaggi in cui la tecnica, tramite l'uso ridondante di sostantivi, aggettivi ed espressioni, è palesemente lo stessa dello scrittore americano. Ricordate il recensore di prima, quello che lamentava ripetizioni a non finire? Ecco, semplicemente aveva capito nulla! E se non bastasse il turbinio di aggettivi ad avvalorare la mia tesi, fornisco come prova lo stesso Colosso, che è sì immobile, ma al tempo stesso presente in ogni dove, nell'etere, nella mente e nell'anima dei personaggi. E noi lettori non abbiamo il benché minimo indizio di quali possano essere le sue fattezze. Serve altro?
Non è facile scrivere come Lovecraft, ma l'autore meneghino sembra non avere problemi ed evita di forzare la mano in modo da non appesantire la narrazione che scorre fluida e non s'impantana in inutili arzigogoli. E poi c'è la sua principale caratteristica, un tratto che pochi autori horror odierni riescono a permettersi: riesce (ancora) a far rabbrividire. Gli ultimi capitoli de Il Colosso Addormentato sono un crescendo di tensione e azione popolato da creature davvero inquietanti e con un finale che non sorprenderà il lettore più esperto, ma che è il finale giusto e doveroso per una storia di stampo lovecraftiano.
Un gioco non banale, un divertissement di classe che dimostra ancora una volta l'abilità e l'indiscutibile tecnica di Samuel Marolla.
Marolla è un grande autore, piuttosto mi lasciano perplesso certe recensioni tipo quella che citavi tu su Amazon. L'horror è fatto di sensazioni forti e come tale è logico che debba spaventare e battere strade che gli altri tipi di narrativa non percorrerebbero mai. Chi non ama questo dovrebbe provare a leggere altro.
RispondiEliminaCiao
Non so che pensare. Se non è un genere che si ama allora perché "recensirlo" in quella maniera? Il problema è che di soliti chi fa quel tipo di commento mastica il genere. E' questo il problema...
EliminaPrima di tutto, segno titolo e autore, per il futuro :D in questo momento sono piuttosto impantanata, con tutto!
RispondiEliminaSulla questione recensioni, ecco... secondo me sarebbe bene capire che non si è in grado di farne. A questo livello, sia per Amazon sia in genere nell'internetto :D, si tratta per lo più di opinioni di semplici lettori che nemmeno sono e devono essere particolarmente esperti di genere/autore/critica letteraria. Purtroppo l'ego è sempre più ingombrante e lo si mette un po' dappertutto :D