Federico Russo: Blestemat: Strigoi, Rumeni e Maledizioni.

Alessandro vive a casa coi genitori, non ha un lavoro e la sua ragazza gli fa le corna. La sola prospettiva nella sua vita è di laurearsi fuori corso in Filosofia e finire a fare il cassiere al supermercato. Ma potrebbe andare peggio: quando insieme a un amico incontra in un casolare abbandonato due belle rumene conosciute su Facebook, la sua vita di merda ha una svolta inaspettata. In fuga nelle campagne pugliesi, tra ulivi e masserie, Alessandro affronta streghe in grado di portare sfiga con la sola forza di volontà e finisce nel mezzo del mondo nascosto del sovrannaturale slavo. Armato del proprio umorismo nero per sdrammatizzare i disastri e con l’aiuto di un giovane macellaio rumeno dall’italiano non proprio impeccabile, Alessandro dovrà aprirsi la strada verso la salvezza a colpi di ferro da cantiere appuntito e bottiglia rotta. 

Blestemat è un romanzo breve e come tale si legge velocemente. Non fa una grinza. In realtà lo si divora poiché tanta è la bravura di Federico Russo nel confezionare un racconto che non concede tregua al lettore già dalle prime pagine. Da subito il lettore precipita nelle strampalate e rocambolesche vicissitudini di Alessandro, vissute nell'arco di un'incredibile notte che porterà i protagonisti, ai quali l'aggettivo strani veste molto stretto, a vivere situazioni degne del personaggio creato da Ponson du Terrail.
Mescolare horror, weird e un pizzico di pulp (ho trovato alcune scene e alcuni dialoghi molto tarantiniani) cucinando un pastiche non pasticciato, non è affatto semplice. Il rischio di proporre ai commensali un minestrone indigesto è molto alto, a meno che il cuoco sappia fare bene il suo mestiere. E questo è il caso di Federico Russo che cucina sapientemente tutti gli ingredienti e porta in tavola un piatto decisamente gustoso. Anche la porzione è perfetta, nonostante sia un romanzo breve il lettore rimane satollo al punto giusto, senza languorini residui o con la brutta sensazione d'avere ancora fame.
La fusione delle tradizioni pugliesi e rumene, scaraventata in situazioni a dir poco grottesche o paradossali può apparire dall'esterno come un azzardo e sintomo di follia. Ed è sicuramente così ma si tratta di una pazzia che non può non piacere perché è geniale, lucida e coraggiosa.
Non penso serva altro per invogliarvi nell'immersione in questa lettura ad alto tasso di divertimento.

Commenti

  1. Infatti mi hai incuriosito, come sai, credo molto in una forma di horror all'interno del quale confluiscano pulp e folklore locale. In questo caso non solo ci entrano dentro le tradizioni italiane ma anche quelle rumene. Un vero esempio di globalizzazione dell'horror.
    Una strada da seguire secondo me.

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    1. Anche secondo me. L'unico problema è che il sentiero sembra essere un po' impervio e solo qualche coraggioso come Federico ci si addentra.

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  2. Non ho mai affrontato un romanzo del genere. Ora sono curioso.

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  3. A me è piaciuto molto e mi ha fatto divertire. Una lettura "leggera", ideale per questo periodo

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  4. L'ho annotato, penso che mi piacerà parecchio *__* Vaporteppa sta facendo belle cose!

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    1. Vaporteppa spacca! :-) Ultimamente ne sto leggendo parecchi e tra tutti quelli che ho letto ne ho trovato solo uno che ha deluso un po' le mia apettative.

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  5. Bellissime riflessioni, mi sento lusingatissimo da questa recensione! :) Spero che la lettura soddisfi anche gli altri.
    Grazie per la fiducia!

    P.S. Massimo Russo è un bel nome, purtroppo però mi chiamo Federico Russo. xD

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    1. Ciao Federico, ti chiedo umilmente scusa. Ho provveduto a correggere l'erroraccio (non oso chiamarlo refuso perché è davvero grave). Scusami ancora e grazie per il commento e le belle parole nonostante la mia approssimazione...

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