Mitsuru Adachi: Rough.

È da poco iniziato il nuovo anno scolastico nella scuola superiore Eisen, quando Keisuke Yamato, studente fresco d’iscrizione nonché talentuoso nuotatore, si imbatte in Ami Ninomiya, abile tuffatrice, che di punto in bianco lo accusa d’essere... un assassino! Eppure lui giura di non averla mai vista prima...
Cosa l’avrà spinta ad aggredirlo in quel modo?! Attanagliato dal dubbio, il ragazzo scoprirà ben presto che alla base dello strano comportamento della compagna c’è una lunga storia di odio covato nei confronti della famiglia Yamato...



Non è la prima volta che Rough viene pubblicato in Italia. All’epoca della sua prima uscita venne accolto dal pubblico italico in maniera abbastanza freddina. Oltre all’accoglienza indegna, si misero in mezzo anche le vendite che non furono propriamente un successo e indussero la Star Comics a interrompere la pubblicazione. Però i pochi fan acquisiti in quel breve lasso di tempo si fecero sentire e convinsero la casa editrice perugina a continuare la pubblicazione, anche se in una testata differente.
A distanza di parecchi anni, complice il successo ottenuto nel frattempo da Mitsuru Adachi con opere come Touch e H2 che fondono commedia romantica e sport, anche Rough può finalmente vantare un’edizione tutta per sé in sei corposi volumi.
Pur non essendo il mio genere, si tratta di una commedia romantica adolescenziale con inserti comici e surreali in classico stile nipponico, Rough mi è piaciuto.
Molto.

La prima impressione che ho avuto, al termine della lettura, è che il lavoro di Adachi è l’esempio lampante di come una serie di ingredienti, all’apparenza insipidi, se miscelati e cucinati in modo sapiente riescano a produrre un piatto prelibato.
Sì, perché estrapolata dal contesto, la storia narrata da Rough è una come tante. Anche se il canovaccio da cui si dipana è il Romeo e Giulietta di Shakespeare, però con toni decisamente più leggeri e senza alcuna ombra di tragedia, non si tratta di una trama particolarmente originale. Molto probabilmente, se narrata da un autore mediocre, scivolerebbe nell’oblio in poco tempo.
Mitsuru Adachi invece riesce a inserire sprazzi di originalità e surrealismo e li sparpaglia nella trama nelle giuste dosi, rendendo il racconto interessante, senza cadute di tono e arrivando perfino a produrre un climax finale di tutto rispetto. Già, proprio il finale è la sua punta di diamante. Un epilogo per nulla scontato che forse potrebbe lasciare l’amaro in bocca agli amanti delle storie canoniche ma che, invece, ho trovato perfetto.

I disegni sono notevoli e colmi di dettagli, specialmente i paesaggi e le abitazioni. Un tratto preciso e arioso che rende Rough una delizia visiva.
Qui apro una parentesi del tutto personale. Come già capitato per altri Manga, trovo che il formato di queste edizioni (13x18) penalizzi tavole che meriterebbero ben altri trattamenti. La versione di Domu, Sogni di Bambini di Otomo nei Classici del Fumetto di Repubblica ad esempio, è spettacolare nel suo 18x26 cm.
Chiusa parentesi.

Come dicevo in precedenza, sulla falsariga della maggior parte di Manga di questo genere, anche qui sono presenti siparietti comici o surreali e qualche momento di metafumetto. Ma essendo centellinati, non spezzano il ritmo e non risultano fastidiosi o fuori luogo.
Rough è una storia romantica a sfondo sportivo, quasi d’altri tempi. E’ delicata e narrata con pudore, come se l’autore non volesse disturbare i protagonisti, limitandosi ad osservarli discretamente da lontano.
Leggere l'opera di Mitsuru Adachi è come uscire da un locale affollato e rumoroso e trovarsi immersi nella pace e nel silenzio.
E' rigenerante.

Per chi volesse sapere come curiosamente incontrai questo Manga, può leggere questo post.

Commenti

  1. Ne lessi qualche volumetto all'epoca Star Comics, proprio quella che citi tu (e dove andò male, mi pare anche con un po' di risentimento dei Kappa Boys...)
    Non sono mai stato fan di Adachi, ho visto giusto Prendi il mondo e via (manco con molto interesse) e Questa allegra gioventù... sempre in tv e sempre senza appassionarmene mai completamente.

    Moz-

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    1. Ovviamente era "prendi il mondo e vai", ossia Touch :)

      Moz-

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    2. Non sono un appassionato di Manga e a parte alcuni classici di Nagai oppure il mitico Dash Kappei (Gigi la Trottola) non ho letto molto inoltre non so come siano gli anime e se riescano a trasmettere l'atmosfera del Manga. Detto questo, quello che mi ha colpito in positivo è la pacatezza e la tranquillità del racconto. Un'atmosfera direi quasi ovattata che mi ha ricordato i romanzi di Murakami, con i dovuti distinguo, naturalmente. Ritengo che sia anche vero che un lavoro del genere non sia potabile per tutti.

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  2. Manga storico che all'epoca pagò dazio perché fu pubblicato dopo Video Girl Ai, come successore della stessa collana che ne ospitava le storie.
    Orfani di Ai, molti dei lettori trovarono difficile identificarsi nella storia di Adachi, che a me comunque come autore non dispiace.
    Non ho mai letto Rough, ma lui e Slow Step sono due opere di Adachi che presto o tardi recupererò.

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    1. Ho letto solo un paio di volumi di Video Girl Ai, ed effettivamente passare da questo a Rough non è semplice. Ritmo e mood completamente differenti. Capisco che i lettori siano stati spiazziati. :-)

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  3. Come da post precedente, non leggo abitualmente manga o comics (e me ne dispiace, ma proprio ci mancano pure questi tra le varie passioni XD) ma ho riconosciuto lo stile inconfondibile di Adachi per la serie anime Touch (che adoro): molto particolare, infatti si adatta perfettamente a quanto hai scritto nel post e in risposta a Moz (atmosfera ovattata, delicatezza...).

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    1. Io adoro i fumetti ma non riesco a seguirli quanto vorrei. Triste il destino di chi coltiva lettura, cinema e musica ed ha a disposizione solo 24 ore al giorno! :-)
      Sui fumetti, poi, è una ferita aperta perché adoro le cosiddette graphic novel ma hanno dei prezzi da boutique che non ti dico. Roba da finire dritti da ciccio er cravattaro!
      Touch devo recuperarlo, almeno l'anime.
      Certo che i giapponesi sono strani forte eh? Riescono a produrre dei deliri di violenza a volte difficilmente tollerabili (Battle Royale o Berserk) o demenzialità spettacolare (Dash Kappei) e riescono comunque a infilarci dei momenti di delicatezza altrettanto inauditi.
      Adoro il giappone!

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