La Musica Del Terrore: Comus, First Utterance.

Quella sera, tra il pubblico presente all'Arts Lab, il locale dove i Comus si stanno facendo le ossa, capita un certo David Bowie, fresco del successo di Space Oddity. Bowie rimane impressionato, quasi sconvolto da quell'esibizione che assomiglia molto, forse troppo, ad un sabba in acido.
Entusiasta della performance, invita il gruppo a suonare con lui al Purcell Room nel giugno del 1970. Questo concerto frutta ai Comus l'agognato primo contratto discografico
Fino a qui nulla di strano. Si tratta di una storia di rock come un'altra, in cui un artista famoso fa da pigmalione a degli sconosciuti. Quante volte è successo e quante volte l'ha fatto in vita sua il buon David!
Ma si sa che nel rock a fare la (s)fortuna degli artisti e a creare miti e leggende sono soprattutto i piccoli e magari strani episodi.
Ai Comus capita anche questo. Come se non bastasse la stravagante musica, anche il caso ci mette lo zampino e accresce la loro particolare leggenda.
Sempre che qualcuno creda nella casualità.
Succede che Roger Wootton, il cantante e chitarrista, durante un'audizione si ferisce a un dito con la corda della chitarra. Inizia a perdere sangue che schizza copiosamente dappertutto. Nonostante il piccolo incidente, lui decide di non fermarsi e, seguito dall'intero gruppo, si lancia in un'allucinata e allucinante versione di Venus In Furs dei Velvet Underground davanti a un attonito Lindsay Shonteff. Dopo una simile performance, al regista non rimane altro che scritturarli per la colonna sonora del suo film Permissive.
Questo piccolo e apparentemente insignificante episodio fa crescere la fama del gruppo che, complice la musica proposta, è davvero sinistra.
Sì perché la cosa più strana nel mondo dei Comus non sono i curiosi aneddoti o gli incidenti sul palco: è la musica.

Ma prima di tutto, chi è Comus?
Nell'antichità era il nome attribuito all'incarnazione semidivina del komos, ovvero la gozzoviglia alcolica che caratterizzava i rituali dionisiaci.
Rappresentato esclusivamente nell'arte figurativa, il komos veniva raffigurato come un giovane alato, ubriaco e con le gambe incrociate, dal volto rubizzo e il capo reclino sul petto. In una mano stringeva una lancia e nell'altra una torcia rovesciata.
Ma ad ispirare il gruppo inglese fu il poema pastorale di John Milton intitolato The Masque in cui il protagonista è un demone perfido e lascivo ispirato dagli antichi miti: il Comus.

Per dare degna rappresentazione di un baccanale, il gruppo capitanato dall'eclettico Wootton si affida a strumenti inusuali per il panorama rock e folk come il violino, la viola, il fagotto, l'oboe, il flauto e soprattutto al contrappunto tra l'acuta limpidezza della timbrica vocale della cantante Bobbie Watson e quella allucinante, a tratti quasi grottesca e non appartenente a questo mondo di Wootton stesso.
La musica è prettamente acustica e sonorizza testi che trattano principalmente di assassini, rapimenti, atti violenti e disturbi mentali.
Questo è il panorama offerto da First Utterance, il primo disco e vetta artistica mai più raggiunta. Si tratta di un folk rock acustico e acido con accenni alla musica tribale che se non detta la basi per quello che verrà comunemente chiamato art rock, ne indica sicuramente la via. Forse sembrerà un'assurdità, ma credo che all'interno di First Utterance si possano trovare anche i prodromi di quello che, molti anni più tardi, sarà conosciuto come movimento neofolk o folk apocalittico.

Se, nell'immaginario, il folk rimanda ai paesaggi bucolici e al rapporto pagano tra l'uomo e natura, quello dei Comus non trasmette la serenità e la pace che ci si aspetta. Perché ad abitare le canzoni di First Utterance ci sono solo paura, violenza e caos. Il connubio malsano tra sonorità vocali e i testi si contrappone quasi come un ossimoro alla musica. Ne sono macabri testimoni canzoni come Song To Comus, una sorta di compendio delle scorribande del demone che abita in una grotta e ha una passione smodata per le fanciulle vergini, oppure Drip Drip, in cui il demone seduce forzatamente una donna che alla fine si rivela più perfida e malata del demone stesso.

Infine la voce di Wootton. Trovare le parole per descriverne le tonalità e la timbrica è molto difficile se non impossibile. E' un archetto di violino che scivola su di un nervo scoperto.
Rimanere impassibili nell'ascolto di questo difficile disco è un'impresa ardua. La varietà degli stati d'animo generati nell'ascoltatore non solo spazia dall'angoscia alla serenità ma arriva a toccare livelli che si avvicinano pericolosamente alla repulsione. Si esce dai primi ascolti quasi estenuati e con un senso di malessere che fa fatica a scemare. Ed è proprio questa, si vi sembra concepibile, la sua vera bellezza.

Purtroppo per il gruppo inglese il successo commerciale non arriva e nel 1972, dopo un paio d'anni di attività, decide di sciogliersi per poi riformarsi nel 1974 e dare alla luce To Keep From Crying. Nonostante una diversa formazione, canzoni più semplici e orecchiabili orientate verso l'elettronica, il successo continua a latitare e il gruppo si scioglie nuovamente.
Fino al 2007 quando, complice una ristampa di First Utterance e le pressioni esercitate dagli estimatori tramite la rete, la formazione originale si riunisce e ricomincia a fare concerti. Nel 2012 i Comus hanno pubblicato un nuovo disco, dal titolo beneaugurante: Out Of The Coma.
Nonostante la qualità delle loro opere sia sempre molto elevata, First Utterance rappresenta però una vetta di sinistra bellezza che difficilmente sarà di nuovo raggiunta.

Commenti

  1. Dici che su youtube trovo qualcosa? Spettacolare narrazione, e bravo IL Diego.

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  2. Grazie!!!
    Prova qui:
    https://www.youtube.com/watch?v=eFmqHiHMC1Q

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  3. Conosco solo da una 15ina d'anni, scoperti grazie a un articolo su una fanzine; mi hanno sempre affascinato (e inquietato, anche quello!) e, particolare non irrilevante, per me ogni ascolto è in qualche modo diverso da quello precedente! Avrebbero davvero meritato di più e così come loro molte altre band "diverse" dell'epoca.
    Complimentoni per la segnalazione e un carissimo saluto!

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    1. Li ho conosciuti qualche anno fa grazie alla benemerita Rise Above del mai troppo lodato Lee Dorrian che ha recuperato e ristampato il disco. Ad essere sinceri, i primi ascolti mi inquietarono ma al tempo stesso furono assai indigeribili. Facevo fatica ad arrivare alla fine del disco. L'ho preso a piccole dosi e alla fine ce l'ho fatta.
      Come giustamente dici, ogni ascolto è sempre una nuova scoperta. Ma quello che è strano nella stranezza è che ogni volta (e ormai ne ho passate di ore con questo disco) ci sono intere parti sento per la prima volta. E pensare che comunque di dischi ostici ne ascolto e l'orecchio è allenato.
      Con i Comus spunta sempre un passaggio sconosciuto. E anche questo a suo modo è inquietante.

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  4. La parte introduttiva del tuo post mi ha messo i brividi e non lo dico così per dire, sembrava l'incipit di una di quelle leggende su Musicisti e Maledizioni.
    Davvero impressionante!

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    1. Grazie Nick.
      A volte basta un piccolo incidente per creare veri e propri miti anche falsi. In questo caso ha solo contribuito a rendere più strano un progetto già strano di suo e che oggettivamente, per la proposta musicale un po' ostica, difficilmente avrebbe raggiunto il grande pubblico.
      Prendi i Black Sabbath che si trovarono nella prima edizione del loro esordio una croce rovesciata voluta dalla casa discografica per rendere più sulfureo il tutto. Con tutto quello che ne seguì, problemi ma anche il successo.

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  5. E io che credevo di essere uno dei pochi a conoscere i Comus: eccone un altro!
    Io ho in un CD che raccoglie il meglio del progressive RIO la bellissima Winter is coloured bird.

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    1. Winter is coloured bird, se non ricordo male, era il lato B del singolo Diana. Effettivamente una grande canzone che avrebbe meritato di stare sull'album.
      Esiste ancora un tesoro sommerso fatto di gruppi caduti purtroppo nel dimenticatoio. Mi vengono in mente i Josefus o i Damnation Of Adam Blessing. Per fortuna qualche benemerita casa discografica ogni tanto gratifica gli appassionati con qualche degna ristampa.

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