La Macabra Moka: Tubo Catodico e Ammazzacaffè.

Cuneo e la sua provincia non sono famose per la cosiddetta movida. Anche perché da queste parti è più facile incrociare un chupacabra che imbattersi in una movida. I coraggiosi tentativi di rendere un po' più gioiosa la noiosa vita di provincia molte volte, quando non vengono stroncati sul nascere, sono osteggiati dall'esercito di omini grigi che al grido di qui c'è gente che domani va a lavorare, non ci pensa due volte a chiamare le forze dell'ordine al minino rumore fuori scala dopo le 22.
In questa triste realtà è difficile pensare che esista un manipolo di temerari che, non solo vogliono divertirsi, ma che addirittura suonano il rock. Quello tosto, duro e bello peso.
Va bene, vi fermo subito, ci sono i Marlene Kuntz. Ma arrivano da un'epoca diversa. Un'epoca ormai lontana in cui si organizzavano ancora i concerti in piazza e che duravano fino a tarda ora. Un tempo in cui anche chi non sopportava il rumore si limitava a scuotere la testa mormorando un si giuvu ('sti giovani, in piemontese) e se ne andava. Magari accennava anche un sorriso. Ma tutte le cose passano, i tempi cambiano e non è detto che lo facciano in meglio.
Da queste parti in questi tristi giorni di concerti se ne vedono pochi.
Ma c'è chi lotta. Un movimento sotterraneo che cerca di scuotere le fondamenta a suon di mazzate rock. Tra di essi La Macabra Moka.
Dopo il demo Espresso del 2011 e il primo album Ammazzacaffè del 2014, è uscito in questi giorni il nuovo lavoro: Tubo Catodico.
Sapete che non mi piace dilungarmi in (inutili) presentazioni, divagazioni e arzigogoli per allungare la minestra e quindi veniamo subito al sodo. La Macabra Moka è rabbia alla stato puro. Ma non si tratta di una rabbia incontrollata, di quelle che spaccano tutto senza guardare chi o cosa capita a tiro come un mero Berserkr. Qui ci troviamo al cospetto di un pugile che si è svegliato male e che non vede l'ora di riempirti di mazzate. Ma con metodo. Prima ti lavora ai fianchi, massacrando i reni, poi si trastulla un po' con lo stomaco, lasciandoti senza fiato e con il gusto acido di bile in bocca. Ti serve poi una quadriglia di ganci, giusto per regalarti un lifting e completa l'opera con un uppercut che ti manda dritto a letto rimboccandoti le coperte. E quando ti svegli, ti chiedi sotto quale intercity sei finito.
Rimanendo in ambito pugilistico, Ammazzacaffè è la parte preparatoria, il lavoro ai fianchi mentre Tubo Catodico è la gragnuola di colpi che ti stende.
Per i patiti dei paragoni, non credo di commettere un peccato affermando che l'influenza dei nostri vada ricercata, oltre che nei già citati Marlene, negli Afterhours più incazzati, nel Teatro Degli Orrori e, nelle parti più morbide, nei Ministri. Citare i CCCP non sarebbe un azzardo anche se sono seppelliti sotto un muro di suono che raggiunge il livello di uno Stoner Rock neppure troppo velatamente di matrice Kyuss. E se dovessimo per forza indicare un'ulteriore fonte estera, direi sicuramente i Foo Fighters, non quelli pop ma quelli più massicci, naturalmente.
Il tutto condito dall'italico idioma, con buona pace dell'esterofilia galoppante. Perché anche in Italia, anche a Cuneo, quando c'incazziamo, lo facciamo come si deve.

P.S.
E noi di Cuneo siamo anche generosi, perché potete scaricare entrambi i dischi gratis. :-)

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Commenti

  1. Ciao, vado O.t ma volevo augurarti personalmente una Buona Pasqua.Ciao. ;)

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