Considerazioni sul Costoso Vizio della Lettura.
Ho comprato due libri.
Non è una novità. Ne compro molti ma di solito non in libreria.
La maggior parte sono digitali e i pochi cartacei li prendo dal Grande Satana in persona.
Chi è il grande satana? Amazon, naturalmente.
Ma andiamo con ordine.
Vado raramente, in libreria. Ma questa volta ho fatto un'eccezione. Ci sono passato davanti, ho visto due dei libri che avevo in cima nella lista dei desideri e allora mi sono detto: perché no?
Sono entrato, ho gironzolato un po' (è sempre bello vagare tra gli scaffali), e poi prima di comprare mezzo mondo perché non riesco a trattenermi, ho preso quello che mi serviva e sono andato a pagare.
Ho acquistato La Splendente di Cesare Sinatti a 16,50 euro e di Le Venti Giornate di Torino di Giorgio De Maria a 17,50 per una spesa complessiva di 34 Euro.
Su Amazon ad oggi, perché gli sconti sono variabili, avrei speso 28,89 con un risparmio di 5,11 euro.
E non è poco. Soprattutto per dei lettori forti.
A casa mia, i libri vanno via come il pane: mia moglie ne fa fuori uno a settimana, io sono più lento e viaggio sui due o tre al mese e mia figlia, quando non bazzica i libri di scuola, riesce a tenere dei ritmi impressionanti.
Non ci va molto a capire che tutto questo abbia un suo costo e non indifferente.
Perciò, quando ho visto lo scontrino, la prima cosa che ho fatto è stata calcolare quanto avrei risparmiato a prendere quei libri su Amazon.
Con gli euro risparmiati avrei comprato un tascabile. Un libro in più. Per non parlare del digitale, da cui sarei riuscito a tirar fuori due libri a prezzo pieno oppure cinque, dico cinque, libri nella classica offerta lampo, quella che quotidianamente offre degli e-book a 99 centesimi.
Infine, se avessi preso i due libri in digitale, il risparmio sarebbe stato ancora superiore perché avrei speso poco meno di 20 Euro.
E non è poco.
Il Grande Satana ha colpito ancora. Con le sue lusinghe, fatte di sconti e pubblicità mirate è riuscito nuovamente a corrompere la mia anima di lettore.
Mi piacciono le librerie, ma mi piace di più leggere e se riesco a risparmiare per investire in nuove letture non ci penso due volte. Per questo, sono complice del loro declino?
Siamo sicuri che sia tutta colpa di Amazon?
A Torino in questi giorni stanno chiudendo molte librerie storiche e il motivo poco lieto è sempre il solito: spese troppo alte e pochi clienti.
Certo, Bezos qualche cliente l'ha portato via, questo è innegabile, ma a leggere le dichiarazioni dei titolari, le preoccupazioni principali derivano quasi sempre dalle spese troppo alte.
Una voce su tutte è quella degli affitti dei locali che qualcuno definisce stratosferiche.
Ci sono poi le case editrici, restie ad allargare il margine di guadagno sulla singola copia.
Il digitale? Ha dei numeri talmente esigui che al momento è l'ultimo dei crucci.
Ma alla fine, tutti concordano nell'affermare che in Italia il problema dei problemi sia uno solo: si legge poco o niente.
Non ci sono consumatori. Il mercato latita.
Quindi, ripeto, la colpa è tutta di Amazon?
A me dispiace moltissimo sapere che quelle saracinesche non si alzeranno più, ma devo essere io lettore/consumatore a prendermi carico del problema?
Quando vedo appelli del tipo salviamo le librerie, compriamo i libri dai librai e roba simile, la domanda che mi pongo è sempre la stessa: perché io devo pagare di più un prodotto, quando lo posso trovare a un prezzo nettamente inferiore? Non potrebbe aiutarti il proprietario dei locali, abbassando l'affitto? Oppure la casa editrice, aumentandoti il margine di profitto?
Perché, populisticamente parlando, lo Stato non vieta qualsiasi tipo di sconto sui libri e non diminuisce ulteriormente l'aliquota Iva?
A parità di prezzo, io sarei sempre in libreria.
Non è una novità. Ne compro molti ma di solito non in libreria.
La maggior parte sono digitali e i pochi cartacei li prendo dal Grande Satana in persona.
Chi è il grande satana? Amazon, naturalmente.
Ma andiamo con ordine.
Vado raramente, in libreria. Ma questa volta ho fatto un'eccezione. Ci sono passato davanti, ho visto due dei libri che avevo in cima nella lista dei desideri e allora mi sono detto: perché no?
Sono entrato, ho gironzolato un po' (è sempre bello vagare tra gli scaffali), e poi prima di comprare mezzo mondo perché non riesco a trattenermi, ho preso quello che mi serviva e sono andato a pagare.
Ho acquistato La Splendente di Cesare Sinatti a 16,50 euro e di Le Venti Giornate di Torino di Giorgio De Maria a 17,50 per una spesa complessiva di 34 Euro.
Su Amazon ad oggi, perché gli sconti sono variabili, avrei speso 28,89 con un risparmio di 5,11 euro.
E non è poco. Soprattutto per dei lettori forti.
A casa mia, i libri vanno via come il pane: mia moglie ne fa fuori uno a settimana, io sono più lento e viaggio sui due o tre al mese e mia figlia, quando non bazzica i libri di scuola, riesce a tenere dei ritmi impressionanti.
Non ci va molto a capire che tutto questo abbia un suo costo e non indifferente.
Perciò, quando ho visto lo scontrino, la prima cosa che ho fatto è stata calcolare quanto avrei risparmiato a prendere quei libri su Amazon.
Con gli euro risparmiati avrei comprato un tascabile. Un libro in più. Per non parlare del digitale, da cui sarei riuscito a tirar fuori due libri a prezzo pieno oppure cinque, dico cinque, libri nella classica offerta lampo, quella che quotidianamente offre degli e-book a 99 centesimi.
Infine, se avessi preso i due libri in digitale, il risparmio sarebbe stato ancora superiore perché avrei speso poco meno di 20 Euro.
E non è poco.
Il Grande Satana ha colpito ancora. Con le sue lusinghe, fatte di sconti e pubblicità mirate è riuscito nuovamente a corrompere la mia anima di lettore.
Mi piacciono le librerie, ma mi piace di più leggere e se riesco a risparmiare per investire in nuove letture non ci penso due volte. Per questo, sono complice del loro declino?
Siamo sicuri che sia tutta colpa di Amazon?
A Torino in questi giorni stanno chiudendo molte librerie storiche e il motivo poco lieto è sempre il solito: spese troppo alte e pochi clienti.
Certo, Bezos qualche cliente l'ha portato via, questo è innegabile, ma a leggere le dichiarazioni dei titolari, le preoccupazioni principali derivano quasi sempre dalle spese troppo alte.
Una voce su tutte è quella degli affitti dei locali che qualcuno definisce stratosferiche.
Ci sono poi le case editrici, restie ad allargare il margine di guadagno sulla singola copia.
Il digitale? Ha dei numeri talmente esigui che al momento è l'ultimo dei crucci.
Ma alla fine, tutti concordano nell'affermare che in Italia il problema dei problemi sia uno solo: si legge poco o niente.
Non ci sono consumatori. Il mercato latita.
Quindi, ripeto, la colpa è tutta di Amazon?
A me dispiace moltissimo sapere che quelle saracinesche non si alzeranno più, ma devo essere io lettore/consumatore a prendermi carico del problema?
Quando vedo appelli del tipo salviamo le librerie, compriamo i libri dai librai e roba simile, la domanda che mi pongo è sempre la stessa: perché io devo pagare di più un prodotto, quando lo posso trovare a un prezzo nettamente inferiore? Non potrebbe aiutarti il proprietario dei locali, abbassando l'affitto? Oppure la casa editrice, aumentandoti il margine di profitto?
Perché, populisticamente parlando, lo Stato non vieta qualsiasi tipo di sconto sui libri e non diminuisce ulteriormente l'aliquota Iva?
A parità di prezzo, io sarei sempre in libreria.
Ti do ragione al mille per mille, Diego!
RispondiEliminaI libri in libreria costano cari quindi compro solo quelli più "urgenti": l'ultimissimo Montalbano o l'ultimo di Fabrizio Borgio e solo perchè non ho tempo ad aspettare :)
Su amazon compro in genere gi ebook. Per il libri cartacei ho sempre la lista desideri aperta su ibs. Sono talmente buona cone cliente che non pago le spese di spedizione oramai, cliente oro o platino devo controllare.
Dicono che la gente legga poco... quando si arriva con difficoltà a fine mese si eliminano le spese extra normalmente. I libri, ad esempio. Poi, oltre a quelli venduti on line, ci sono i mercatini dell'usato che sono convenienti.
Non credo quindi che la colpa della chiusura delle librerie soprattutto piccole sia dovuta solo ai lettori scarsi.
Tra affitto negozio, magari dipendenti, tasse, imposte statali e locali, riscaldamento luce e chi più ne ha più ne metta, i i negozianti "piccoli" vengono "strozzati". Forse sarebbe ora di dare una calmata anche a certi proprietari di immobili che vogliono vivere di rendita. A quello stato che dovrebbe rendere più leggeri gli esborsi obbligatori (leggi tasse varie vecchie e nuove).
Anch'io amo le librerie, Mi piace girovagare, annussare l'odore di carta, prendere in mano un libro, leggerne una pagina e poi decidere se comperare o posare.
Anch'io sarei più in libreria che all'ibs se i prezzi fossero più bassi.
Però, fino a che comprando on line riuscirò a risparmiare i soldi per un volume in più... mi spiace ma continerò a farlo
Purtroppo nel nostro paese la cultura del libro è quasi del tutto inesistente e forse anche il concetto di libreria è un po' datato. Ricordo di essere rimasto colpito delle librerie in Scozia, dove, anche nelle cittadine più piccole, non erano solo degli esercizi commerciali ma dei veri e propri luoghi di aggregazione, con caffetteria e addirittura spazi per presentazioni e addirittura piccoli concerti. Un po' com'era la Fnac a Torino. E anche se il posto era piccolo riuscivano comunque a ricavare questi spazi accoglienti.
EliminaLa scarsità di lettori non sarà la causa principale ma gli dà una bella botta.
Sono andato a guardare i dati dell'Istat (2015)
Nel 2015 si stima che il 42% delle persone di 6 anni e più (circa 24 milioni) abbia letto almeno un libro nei 12 mesi precedenti l'intervista per motivi non strettamente scolastici o professionali. Il dato appare stabile rispetto al 2014, dopo la diminuzione iniziata nel 2011.
I "lettori forti", cioè le persone che leggono in media almeno un libro al mese, sono il 13,7% dei lettori (14,3% nel 2014) mentre quasi un lettore su due (45,5%) si conferma "lettore debole", avendo letto non più di tre libri in un anno.
Nel 2014, le famiglie italiane hanno speso 3.339 milioni di euro per libri
Con questi numeri non è facile rimanere a galla...
Bello quel tipo di libreria! Si legge,si beve un caffè, si parla di libri o con gli autori. .. un sogno!
EliminaL'abitudine alla lettura si prende da piccoli in casa leggendo insieme libri che piacciono ai bimbi non ai grandi. Così, per iniziare. Poi ognuno avrà le sue preferenze.
Io in che categoria posso infilarmi? Lo scorso anno sono arrivata quasi a 50 libri...😊
50 libri l'anno? Direi nella categoria drogati! :-)
EliminaChe poi, eticamente potrei pure dirti: visto come Amazon tratta i suoi schia-- dipendenti, non è meglio andarei in libreria? Ma la questione è: sticazzi, noi compriamo dove ci è più comodo. Io preferisco sempre i negozi fisici. Innanzitutto è una scusa per uscire. Poi per vedere, toccare, incuriosirsi.
RispondiEliminaMa per comodità spesso ho dovuto affidarmi ad Amazon.
Ancora meglio quando è la nostra libreria che si affida ad Amazon, no? A noi ci fa un piccolo sconto, lei prende senza spese perché fa un bel carico, e siamo tutti contenti.
Insomma, si può sfruttare.
Peccato per i dipendenti XD
Moz-
Sulle condizioni di lavoro dei dipendenti Amazon non mi sono pronunciato perché lo farò prossimamente. Dico solo che ultimamente ho molte remore anche su questo e non utilizzo le consegne veloci. Ma anche su questa questione, noi utenti finali, possiamo fare qualcosa? Forse in questo caso sì.
EliminaPossiamo NON fare, ma è lo stesso che NON ordinare su Amazon e andare in libreria.
EliminaNoi approfittiamo delle cose, e comunque nessuno punta la pistola a quei tizi per costringerli a lavorare a quelle condizioni. Potrebbe essere una visione cinica della cosa, non più del "con Amazon risparmio". Insomma, come ti muovi sei eticamente scorretto :)
Moz-
Non so se le due cose, risparmio e condizioni lavorative siano legate totalmente. Da quello che ho letto sono i ritmi a rendere il lavoro simile alla schiavitù. La velocità di evasione dell'ordine e della consegna costringe i lavoratori a ritmi insostenibili. E' proprio necessario che il libro (o qualsiasi altro prodotto) arrivi in giornata o al massimo entro tre giorni? Sul fatto che nessuno costringa i lavoratori a rimanere non posso pronunciarmi perché è vero che nessuno li obbliga ma ci sono situazioni in cui purtroppo sei costretto a dover accettare un lavoro simile. Mancanza di tutele e diritti, questo è il vero problema. Siamo passati dal sindacalizzare la pausa caffè (vero) alla completa mancanza dei diritti base (andare al cesso).
EliminaIo fino a qualche anno fa amavo girare per librerie, ne frequentavo diverse, adesso se ho fortuna riesco ad andare una volta ogni tanto alla "Feltrinelli" di Mestre oppure a fare qualche ordinativo alla "Miskatonic" di Reggio Emilia, complice la crisi, ho ridotto anche io gli acquisti.
RispondiEliminaCerto c'è Amazon, ci sono gli affitti alti affitti, ci sono le politiche sbagliate degli editori, ci sono i vari Vespa pigliatutto (e non statemi a dire che Vespa o Volo siano letteratura)però aggiungerei anche un altro fattore: in Italia non legge nessuno ma pare che scrivano tutti. C'è un' offerta -non sta a me dire se si tratti di un'offerta buona o negativa -ma francamente mi pare spropositata all'attuale numero di lettori esistente nel nostro paese. Bisognerebbe ricominciare dalle basi, ricominciare dal sostenere la lettura sin da piccoli, questo è l'inizio. Non sarà comunque facile però.
Se potessi, comprerei sempre in libreria. Perché sono anche un po' feticista e se un libro mi arriva in cattive condizioni mi garba per niente. Quindi controllo che sia in ottime condizioni prima di acquistarlo, cosa che con i retailer online non posso fare. :-) Sull'offerta spropositata sono d'accordo, non è facile districarsi tra la marea di uscite quotidiane e il rischio di rimanere con parecchio invenduto è alto. Dal punto di vista del venditore non so se i Vespa e i Volo siano poi così dannosi, dato che vendono parecchio. ;-) Da quello culturale invece mi sembra che non ci sia discorso. Sostenere la lettura è un'impresa non da poco. Da noi la scuola fa già la sua parte, ma il lavoro più grande dovrebbe farlo anche la famiglia che in molti casi latita.
EliminaL'offerta sproposita rispetto al numero dei lettori è una strategia di sopravvivenza degli editori, che se non inondassero quotidianamente le librerie con sempre nuove uscite finirebbero davvero col dover fare i conti con l'invenduto e allora sì che sarebbero sorci verdi. Me lo spiegò una volta un editore con cui ho collaborato professionalmente.
EliminaMa facendo così non si rischia di saturare un mercato già in crisi?
EliminaA logica sembrerebbe così, ma in realtà è l'unica forma di sopravvivenza loro possibile nell'attuale situazione dell'editoria italiana.
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