Non di questo mondo. Voivod: The Wake
Lavorate da oltre trent'anni.
Sfornate tredici dischi che si attestano su livelli che la maggior parte dei gruppi non riesce nemmeno a sognare.
Girate il mondo in tour che sono lontani anni luce dagli sfarzi di colossi come Metallica, Maiden e Slayer, suonando in piccoli club e racimolando, nelle migliori occasioni, un migliaio di persone.
Vendete tanti dischi quanto vi serve per pagare i conti e forse nemmeno quelli.
Eppure tutti parlano benissimo di voi, a ragione.
I Voivod sono geniali, sono dei precursori, dei profeti, eccetera, eccetera. Tutti i dischi sono eccezionali. Sì, anche quelli che, quando sono usciti, hanno fatto tappare il naso ai puristi, per poi essere rivalutati a capo chino. Angel Rat chiede ancora giustizia.
Però.
Però sono difficili.
Non sono orecchiabili, sono contorti e impegnativi.
Per riuscire a capirci qualcosa ti devi concentrare non poco e devi sorpassare un paio di mal di testa. Certo, poi dopo è una goduria, ma chi ha voglia di sbattersi?
Già era difficile vent'anni fa, figuriamoci ora che la soglia di attenzione si attesta su livelli vicino allo zero. Uno studio del 2015 di Microsoft Canada indica che se nel 2010 tale soglia era di dodici secondi, nel 2013 è scesa a otto. Non ho dati relativi agli ultimi anni, ma non mi stupirei di vederla languire a due o tre secondi.
Quindi come potrebbe un disco come The Wake fare il botto, come meriterebbe?
Escludendo chi non mastica la musica del metallo, sarebbe inutile e deleterio iniziarlo con un disco dei Voivod, quanti di coloro che sono avvezzi a siffatto mondo, resisterebbero a
cinquantacinque minuti e passa di suoni spigolosi, stranianti cambi di tempo che ti fanno girare la testa a velocità supersonica, il tutto apparentemente senza una logica?
No, sul serio, anche solo la copertina fa venire il mal di testa, chissà il resto!
Per chi ama le catalogazioni e non li conosce potrei azzardare che il loro è un trash metal con bordature psych prog di stampo futurista. Visto? E' già difficile catalogarli, figuriamoci ascoltarli.
Molto meglio un bel coretto barbaro inneggiante al Walhalla e condito di archi e fiati per dare più afflato e pathos, no? L'impegno è minimo e l'orecchio è agevolato.
E non credo che il mio sia solo gusto per l'iperbole.
Se foste nel gruppo canadese, dopo tutti questi anni e queste scuse che vi hanno impedito di raccogliere quello che giustamente meritavate, non vi sareste rotti le scatole?
Non avreste bruciato la chitarra con un laconico: ma chi me lo fa fare?
I Voivod no, devono amare troppo quello che fanno per gettare la spugna.
E in barba a tutti, alla sorte, alle mode e all'ascolto facile, fanno dischi come The Wake.
Sfornate tredici dischi che si attestano su livelli che la maggior parte dei gruppi non riesce nemmeno a sognare.
Girate il mondo in tour che sono lontani anni luce dagli sfarzi di colossi come Metallica, Maiden e Slayer, suonando in piccoli club e racimolando, nelle migliori occasioni, un migliaio di persone.
Vendete tanti dischi quanto vi serve per pagare i conti e forse nemmeno quelli.
Eppure tutti parlano benissimo di voi, a ragione.
I Voivod sono geniali, sono dei precursori, dei profeti, eccetera, eccetera. Tutti i dischi sono eccezionali. Sì, anche quelli che, quando sono usciti, hanno fatto tappare il naso ai puristi, per poi essere rivalutati a capo chino. Angel Rat chiede ancora giustizia.
Però.
Però sono difficili.
Non sono orecchiabili, sono contorti e impegnativi.
Per riuscire a capirci qualcosa ti devi concentrare non poco e devi sorpassare un paio di mal di testa. Certo, poi dopo è una goduria, ma chi ha voglia di sbattersi?
Già era difficile vent'anni fa, figuriamoci ora che la soglia di attenzione si attesta su livelli vicino allo zero. Uno studio del 2015 di Microsoft Canada indica che se nel 2010 tale soglia era di dodici secondi, nel 2013 è scesa a otto. Non ho dati relativi agli ultimi anni, ma non mi stupirei di vederla languire a due o tre secondi.
Quindi come potrebbe un disco come The Wake fare il botto, come meriterebbe?
Escludendo chi non mastica la musica del metallo, sarebbe inutile e deleterio iniziarlo con un disco dei Voivod, quanti di coloro che sono avvezzi a siffatto mondo, resisterebbero a
cinquantacinque minuti e passa di suoni spigolosi, stranianti cambi di tempo che ti fanno girare la testa a velocità supersonica, il tutto apparentemente senza una logica?
No, sul serio, anche solo la copertina fa venire il mal di testa, chissà il resto!
Per chi ama le catalogazioni e non li conosce potrei azzardare che il loro è un trash metal con bordature psych prog di stampo futurista. Visto? E' già difficile catalogarli, figuriamoci ascoltarli.
Molto meglio un bel coretto barbaro inneggiante al Walhalla e condito di archi e fiati per dare più afflato e pathos, no? L'impegno è minimo e l'orecchio è agevolato.
E non credo che il mio sia solo gusto per l'iperbole.
Se foste nel gruppo canadese, dopo tutti questi anni e queste scuse che vi hanno impedito di raccogliere quello che giustamente meritavate, non vi sareste rotti le scatole?
Non avreste bruciato la chitarra con un laconico: ma chi me lo fa fare?
I Voivod no, devono amare troppo quello che fanno per gettare la spugna.
E in barba a tutti, alla sorte, alle mode e all'ascolto facile, fanno dischi come The Wake.
Una delle migliori band della storia del rock.
RispondiEliminaNo no: della Storia e basta.
Così diciamo tutti!
Elimina(Cit. da "Galactika")
Verissimo.
EliminaPeccato che chi scrive la storia, raramente include le categorie "estreme"
Otto secondi di attenzione?
RispondiEliminaPensa come siamo messi... :C
Ed è di tre anni fa, secondo me sono scesi a due! Leggevo anche che la maggior parte della gente salta addirittura delle frasi o delle righe intere, per fare prima.
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