Wake Me Up When September Ends.

Here comes the rain again
Falling from the stars 
(Green Day)

Il blog è stato in vacanza per oltre tre mesi.
Lui.
Io purtroppo no.
Non archivierò l'estate 2018 tra le più belle ma nemmeno tra le più brutte: è stata un'estate strana.
Sicuramente non spensierata.
Un meme che circolava qualche mese fa recitava: l'estate esiste solo fino alla quinta superiore.
Questa è una vera verità.

Il caldo, che non sopporto, il lavoro e preoccupazioni varie, hanno portato via, oltre al tempo libero, anche la voglia di leggere e soprattutto di scrivere.
In tre mesi ho letto due libri. Uno dei miei minimi storici.
Erano due tomi da mille pagine, ma per i miei standard sono comunque pochi.
Ho ascoltato solo un disco. Ma l'ho fatto almeno cento volte.
Non ricordo da quanto tempo non mi capitava una cosa simile: rimanere folgorato da un album. Doverlo ascoltare quasi tutti i giorni anche più volte.

Però c'è stata una cosa che ho fatto più sovente del solito.
Bazzicare i Social Network.
No, il caldo non ha ucciso i pochi neuroni che mi sono rimasti.
Spiego.
Ho scritto più volte che Instagram mi piace, non è troppo caotico, i commenti sono ridotti al minimo sindacale e per chi è appassionato di fotografia è (ancora) un bel posto.
Facebook invece era un calderone infernale in cui ribollivano le peggio cose e i peggiori istinti (sub)umani.
Indeciso se chiudere l'account, ho pensato di dargli ancora una possibilità attraverso un suo uso consapevole.
In primis ho tolto l'amicizia alle seguenti categorie di persone:
-- il condivisore compulsivo (aka se sei indignato condividi)
-- il commentatore di tutto lo scibile umano e divino
-- il perennemente incazzato
-- il gattaro e/o buongiornissimo, caffè?
-- il filoso (perle di saggezza e aforismi vari)
-- il motivatore
-- il terrapiattista (e tutti i suoi amici, dalle scie chimiche ai rettiliani)
Sono uscito da quasi tutti i gruppi e dalle pagine a cui probabilmente mi sono iscritto quando ero ubriaco.
E soprattutto: ho smesso di leggere i commenti.
Perché tutto questo era un inutile spreco di tempo.
Ho mantenuto, oltre agli amici veri, solo i contatti con chi riesce a darmi, se vogliamo usare un termine alla moda, un valore aggiunto, e con i quali io possa relazionarmi in qualche modo, soprattutto in maniera costruttiva.
Sapete una cosa? Funziona.
E Facebook può diventare anche un posto vivibile. A tratti anche bello.

Detto questo, con l'arrivo delle prime nebbie, riprende anche la vita più o meno regolare di Silverfish Imperetrix.
Bentrovati.

Commenti

  1. Ahaha, una bella pulizia! Instagram sta tenendo bene, devo dire, cosa che ad esempio Twitter non ha saputo fare.
    Comunque, bentornato. Anche la mia estate è stata strana...

    Moz-

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    1. Grazie.
      Con Twitter ci ho provato, ma non ci sono riuscito. Ho un account ma ha la muffa.

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  2. Io Facebook lo uso solo per segnalare le uscite nocturniane per tutto il resto se ne può tranquillamente fare a meno.
    Bentornato, mi unisco al club delle persone che hanno vissuto una estate strana.

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    1. Ciao Nick,
      volenti o nolenti, ormai se hai una qualsiasi attività non puoi fare a meno dei Social. E' opinabile ma Fb e Twitter veicolano la quasi totalità delle informazioni. Dobbiamo farcene una ragione.

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  3. Una estate senza infamia e senza lode. Una cosa positiva c' è stata, ho fatto delle nuove conoscenze... reali e non virtuali.
    Buon principio :)

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    1. Grazie! Fare nuove conoscenze, reali o virtuali, è sempre una cosa bella.

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  4. Bentornato! Hai fatto male solo ad abbandonare i "terrapiattisti". La scienza si evolve solo a partire dal momento in cui dialoga liberamente e non resta ancorata a nessuna teoria ortodossa. In caso contrario prenderà una china discendente, come sta avvenendo ora, per poi finire bella e spacciata.
    Ti ricopio qui un brano da un libro di geologia (materia di cui sono appassionato) di Forese Carlo Wezel, rettore della cattedra di Geologia all'Università di Urbino (uno scienziato accademico quindi):

    "La scienza , troppo spesso, sembra interessata a quella parte di conoscenza che è utile alla perpetuazione del modello convenzionale che è stato adottato dall'establishment scientifico. Da questo punto di vista, qualcuno ha parlato di una scienza di tipo "manipolativo" piuttosto che di tipo "comprensivo". Infatti, lo scopo non è tanto la ricerca della verità quanto una continua forzatura dei dati che male si inseriscono nella teoria preconcetta. La somiglianza con il modello dogmatico è presa come unico criterio di verità. La produzione scientifica è, allora, più o meno tacitamente, distorta nel tentativo di offrire nuove conferme alla teoria ortodossa.
    La scienza "manipolativa" non consente la pubblicazione di idee eterodosse o peggio francamente eretiche [le cosiddette "fake news", nota mia]: nulla viene pubblicato che non sia in conformità con l'ortodossia corrente. Lo studioso che ha idee creative deve mettere in conto sul suo curriculum una condanna scientifica in tempi brevi. Anche il linguaggio asettico "da consiglio di amministrazione", utilizzato negli articoli scientifici, è apparentemente "neutrale" in modo da dare un tocco di "oggettività distaccata" e di "attendibilità" alla descrizione dei fenomeni esteriori che sono oggetto dello studio. Tutto sembra sotto il segno dell'alienazione della realtà. Non c'è dialogo, ma "propaganda" in favore di un punto di vista specifico."

    Scusa la lungaggine, forse avrei dovuto scrivere tutto questo sul mio blog, ma non ho potuto impedirmi di cogliere al volo lo spunto che mi hai offerto. Del resto posso solo invidiare quegli allievi universitari che hanno avuto un insegnante così, che li ha resi liberi e capaci di pensare con la propria testa (cosa, questa, oggi rarissima).

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    1. Ciao Ivano e grazie.
      Nessuna lungaggine, anzi.
      Hai perfettamente ragione e la penso come te. Ho generalizzato e questo può dar adito a fraintendimenti.
      Il dialogo e il confronto sono importanti e fondamentali, soprattutto nella scienza che è sempre in evoluzione. Ma quando uno mi viene a dire che la terra è piatta perché se guardi l'orizzonte, quest'ultimo è DRITTO, scusa ma non ci sto. Non perdo tempo e vado altrove. Confutare l'ortodossia mi sta bene, ma con criteri assennati. Non sono un anticomplottista per partito preso, anzi trovo che informarsi anche su queste teorie sia un'ottima palestra mentale, ma converrai con me che alcune di essere oltre ad essere prive di ogni fondamento siano alquanto ridicole e non meritano che si dedichi loro del tempo. O sbaglio?

      "La scienza "manipolativa" non consente la pubblicazione di idee eterodosse o peggio francamente eretiche [le cosiddette "fake news", nota mia]: nulla viene pubblicato che non sia in conformità con l'ortodossia corrente. Lo studioso che ha idee creative deve mettere in conto sul suo curriculum una condanna scientifica in tempi brevi."
      E' vero, quante volte lo scienziato non allineato è stato segregato e/o viipeso. Ma accomunare teorie scientifiche alle Fake News mi sembra un azzardo un po' pericoloso. La teoria, per quanto strampalata, poggia sempre su una base fatta di studio e di ricerca e lo scienziato è obbligato a dimostrarla. Le Fake News invece sono notizie FALSE, create ad hoc per numerosi motivi (strategia della tensione, orientamento dell'elettorato, veicolazione di messaggi ecc ecc), prive di qualsiasi fondamento e, concedimi, fraudolente.

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    2. Infatti, come noterai, non ho scritto fake news, ma "cosiddette" fake news, nel senso che ormai si usa il termine per bollare e screditare in modo comodo e veloce qualunque cosa non allineata all'ortodossia e bloccare sul nascere ogni possibilità di confronto. E anche questa è una forma di manipolazione.

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    3. Allora siamo perfettamente d'accordo. :)

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