Letture Belle del 2018: Tim Curran - Long Black Coffin.
La Bara è una GTO del ‘67. Come una tomba aperta, è affamata di morte. Vic Tamberlyn vi si è suicidato dentro. Suo figlio Kurt vi è morto asfissiato. Forse non c'è nessuna connessione, ma il migliore amico di Kurt, Johnny Breede, non ne è convinto. Comincia a notare degli oscuri segnali, sicuro che sotto la pelle della Bara batta un cuore nero e terribile. Ma è persino peggio di quanto possa immaginare.
Tim Curran è stata la piacevole sorpresa del 2018.
Ho letto tre dei suoi romanzi, uno dopo l'altro, e sceglierne uno da mettere in lista è stato difficile. Alla fine ho scelto Long Black Coffin perché è quello che è riuscito a sorprendermi più degli altri nonostante il tema trattato, quello dell'automobile stregata, sia ormai diventato uno dei topoi della letteratura horror. La prosa di Curran scivola via che è un piacere anche se a tratti ricorda un po' quella di Stephen King, che può essere un pregio ma al tempo stesso anche un difetto perché perde in originalità. Comunque si tratta di una questione di lana caprina, che nuoce affatto alla fruibilità dell'autore americano. Tim Curran è un autore dannatamente, è il caso di dirlo, divertente, che nell'horror non significa necessariamente farsi delle grasse risate.
Tim Curran è stata la piacevole sorpresa del 2018.
Ho letto tre dei suoi romanzi, uno dopo l'altro, e sceglierne uno da mettere in lista è stato difficile. Alla fine ho scelto Long Black Coffin perché è quello che è riuscito a sorprendermi più degli altri nonostante il tema trattato, quello dell'automobile stregata, sia ormai diventato uno dei topoi della letteratura horror. La prosa di Curran scivola via che è un piacere anche se a tratti ricorda un po' quella di Stephen King, che può essere un pregio ma al tempo stesso anche un difetto perché perde in originalità. Comunque si tratta di una questione di lana caprina, che nuoce affatto alla fruibilità dell'autore americano. Tim Curran è un autore dannatamente, è il caso di dirlo, divertente, che nell'horror non significa necessariamente farsi delle grasse risate.
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