Letture Belle del 2018: Giorgio De Maria - Le venti Giornate di Torino.

Le venti giornate di Torino erano iniziate il 3 luglio di dieci anni prima: la siccità, l'insonnia collettiva, i cittadini che vagavano come fantasmi per le strade del centro storico, le grida misteriose, le statue che sembravano aver preso vita, e soprattutto una orribile catena di omicidi. Poi, dopo venti giorni, tutto era finito, all'improvviso, come era cominciato. E nessuno aveva più voluto parlare di quella storia. Dieci anni dopo, un anonimo investigatore dilettante decide di indagare per scrivere un libro su quella vicenda. Perché l'insonnia di massa? E chi erano, e da dove venivano, le mostruose figure di cui troppe testimonianze raccontano? E soprattutto, che nesso c'era tra quanto accadde e la biblioteca che era stata aperta presso la Piccola casa della divina provvidenza? Una biblioteca assai strana, dove non si trovavano i testi pubblicati dagli editori, ma scritti di privati cittadini, che rivelavano i loro pensieri più intimi e profondi, molto spesso terribili, e li mettevano in condivisione con altri cittadini come loro. Non passerà molto prima che il protagonista si renda conto che quella orribile stagione si è conclusa solo in apparenza, e che le forze oscure che avevano scatenato quei drammatici giorni di violenza cieca sono ancora presenti e vigili.

L'ultima, ma non la meno importante delle letture dell'anno passato.
Con questo post termina l'elenco dei libri che più mi sono piaciuti nel 2018. Un anno che ha visto una flessione nel numero delle letture (la mancanza di tempo sta diventando cronica) ma che ha riservato non poche soddisfazioni. E forse è proprio la mancanza di tempo a farmi scegliere con ponderatezza e andare quasi sul sicuro evitando così mole delusioni.
Ho lasciato per ultimo quello che senza dubbio alcuno per me è uno dei libri da isola deserta.

Se dovessi fare una lista dei libri che più mi hanno colpito nella vita, Le Venti Giornate di Torino sarebbe sicuramente in quell'elenco.
Non mi dilungo, chi vuole saperne di più, qui può leggere il post che ho scritto subito dopo averlo terminato.
Uno dei rari casi in cui l'aggettivo inquietante non è fuori luogo.

Commenti

  1. "la siccità, l'insonnia collettiva, i cittadini che vagavano come fantasmi per le strade del centro storico, le grida misteriose, le statue che sembravano aver preso vita..."

    ...quindi è un romanzo realistico, praticamente un documentario...

    :)))

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