Aspettando Il Grande Cocomero 2015.

E' stato uno sporco lavoro ma ha dato i suoi frutti.
L'anno scorso riuscirono a convincermi a intagliare una zucca. Fu un lavoraccio. Anche perché si trattava di una cucurbitacea abbastanza grande e con una scorza decisamente dura. Il procedimento richiese quasi tutto un pomeriggio ma alla fine, dopo l'inevitabile invocazione di tutte le divinità dell'Olimpo che fecero orecchie da mercante, il risultato fu tutt'altro che disprezzabile. Chissà, forse anche quest'anno mi cimenterò nell'impresa, tutto dipende dal mio pusher di zucche. Se riuscirà a trovarne una adatta a essere decorata (quelle commestibili finiscono dritte nel risotto, altro che Jack!) per una cifra ragionevole, cioè vicina allo zero assoluto, allora il rito avrà nuovamente luogo.
Da queste parti ottobre porta con sé le prime nebbie. Soprattutto la mattina, con una coltre che è abbastanza spessa e ammanta di grigio un'alba che sembra non arrivare mai. La sera si presenta con la foschia che vela il sole al tramonto, riducendolo ad una palla arancione bassa all'orizzonte. Tutt'intorno le ombre si allungano e i rami degli alberi, che ormai stanno iniziando a perdere le foglie, si trasformano poco alla volta in lunghe braccia scheletriche.
E' il periodo dell'anno che preferisco. Per il clima, per gli incredibili colori della campagna e per uno strano senso di piacevole malinconia che mi pervade guardando i paesaggi rurali che si preparano al lungo letargo invernale. E poi c'è il 31 ottobre, la notte di Ognissanti (penso di essere uno dei pochi a cui piaccia di più il nome italiano che quello inglese). Mi piace perché è una ricorrenza che racchiude in sé un misto di ricordi legati all'infanzia fatti di caldarroste cucinate all'imbrunire e anticipate dall'immancabile Rosario e da quell'inquietante piatto di castagne accompagnato da un bicchiere di vino, lasciati fuori dalla finestra, per i morti. E mi piace perché non può non piacere a chi, come me, ama il gotico e il macabro in tutte le sue forme.

Anche quest'anno, Aspettando Il Grande Cocomero vi terrà compagnia fino alla fatidica notte.

Commenti

  1. se non solidarizziamo tra noi amanti dell'autunno, delle zucche e delle nebbie....
    Quest'anno ho già intagliato una bella zucca e la sto guardando sorseggiando un buon bicchiere di Nebbiolo.
    Un brindisi compadre! :)

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  2. Mi aggiungo al gruppo pro-autunno ^_^
    Da me non si festeggia in modo particolare, quantomeno non abbiamo tradizioni familiari, la notte Ognissanti.
    E la zucca, l'hai poi intagliata? *__* Evviva il Grande Cocomero :D

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  3. Le tradizioni popolari sono ormai un ricordo, perché a mantenerle vive ci pensavano i nonni. Ora che non ci sono più anche le tradizioni stanno scomparendo... (e qui ci vorrebbe un mea culpa)
    Di solito me la portano il 30, così l'intaglio il 31 pronta per la sera. Ma ho paura che quest'anno lo spacciatore mi dia buca... :-(
    Viva il Grande Cocomero!

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