Letture Belle del 2018: Junji Ito - Uzumaki Spirale.

A Kurouzu, il paese in cui la studentessa delle superiori Kirie Goshima è nata e cresciuta, cominciano a verificarsi all'improvviso degli strani fenomeni: il vento crea mulinelli, gli steli delle piante si arrotolano e il fumo delle cremazioni disegna nel cielo un motivo a spirale... Finché anche gli esseri umani non cominciano ad assumere forme a spirale: i capelli si arricciano, i corpi si avvitano su se stessi, qualcuno si trasforma in una chiocciola. Per sfuggire alla maledizione, Kirie cercherà di andarsene, ma... ci riuscirà?

Un piccolo paese scivola lentamente e inesorabilmente nella pazzia, trasformando le ossessioni quotidiane in una realtà da incubo.
E' la maledizione della Spirale, che corrompe non solo la mente ma anche il corpo. In un'atmosfera che sembra pensata da Lovecraft, tra atti di follia e mutazioni degne del miglior Cronemberg, la vita paradossalmente continua a scorrere tranquilla, come se all'orrore ci si potesse abituare.
Ed è questa la cosa che fa più paura. Junji Ito è semplicemente un genio. Pochi come lui riescono a descrivere la mutazione (e la repulsione) dei corpi giocando sulla linea che divide l'orrore dal grottesco giocando con il surreale. Avrei potuto scegliere una qualsiasi tra le molte opere del maestro giapponese (Tomie, di cui ho parlato qui, Gyo Odore di Morte oppure le raccolte Brivido e Altre Storie e Fragments of Horror) perché sono tutte di altissimo livello. Ma i due volumi di Uzumaki forse rappresentano la somma artistica di un vero fuoriclasse che finalmente è approdato nel nostro Paese.

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