Tomie: la Sottile Arte del Disagio.
Attenzione! Questo post contiene immagini che potrebbero urtare la sensibilità di qualche lettore. Io vi ho avvisato. Ho sempre pensato che i giapponesi, in quanto a storie dell'orrore, non abbiano epigoni. Questo non significa che le loro storie siano migliori o peggiori di quelle inglesi, americane o italiane. E non significa che facciano più paura. Personalmente ritengo che le più inquietanti siano quelle italiane, ma è un'opinione del tutto sindacabile. Un argomento, però, che meriterebbe un approfondimento. Se le storie anglosassoni sono più romantiche, nell'accezione più pura del termine, quelle nipponiche trovo che abbiano un elemento di morbosità difficilmente riscontrabile altrove. Una morbosità che ha un qualcosa di, oserei dire, sessuale al suo interno. Forse perché, nella maggior parte delle storie che ho letto e visto, la paura (e il raccapriccio) deriva dalla metamorfosi del corpo umano. Soprattutto nei manga, abbondano corpi che subiscono orrende m...