L'amore, la Violenza e tutto il resto.
Questa non è una recensione. Recensire ora i Baustelle sarebbe inutile. In questi giorni si è detto tutto e il contrario di tutto, pure troppo. Se tu che leggi sei appassionato di musica allora sai già tutto e io non dovrei essere qui a dirti queste cose. Sarebbe solo una perdita di tempo. Anche perché ne stanno (ancora) parlando un po' tutti. Bene, oppure male, ma non in modo neutro. Certo, perché il gruppo di Francesco Bianconi e sodali, non ha mai accettato compromessi: o ti piace in maniera indissolubile oppure preferiresti fare lo scrub al viso con la carta vetro. Il suono, da sempre pomposo e a tratti barocco, le voci, stupenda quella di Rachele Bastreghi e un particolare misto tra fascino e irritazione quella di Bianconi e infine i testi, a volte criptici ed ermetici, costituiscono la formula di un pop cantautoriale un po'snob (questo va detto) che in Italia non si sentiva da molto tempo. Forse proprio per questo motivo, i Baustelle stanno avendo il meritato suc...